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Emilio Costa

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Emilio Costa (1866 – 1926), giurista italiano.

Dall'anima[modifica]

  • Bimba, son mesti e poveri | questi canti, per te, fata amorosa, | nati nel cor, nati per lei che il giovine | capo laggiù nel camposanto posa. (Ines)
  • È pensare non so senza sgomento | ai giorni che al balcon più non verrai; | e che tedio infinito e che tormento, | amarti sempre e non vederti mai! (Giorni tristi)
  • Lente cadon dagli alberi l'ultime foglie gialle, | dal grigio cielo assidua cade la pioggia a rivi; | gracchiando a torme scendono i corvi nella valle, | ove il trillar festoso dei capineri udivi. (Novembre)

Citazioni di Emilio Costa[modifica]

  • Quella tendenza volta a porre in atto innovazioni e distacchi dal diritto determinato sistematicamente da Giuliano, e che aveva informato già sotto gli Antonini l'opera di Marcello e di Scevola, trova il suo interprete più potente sotto i Severi, in Emilio Papiniano. La rispondenza del suo genio e dell'opera sua a quel bisogno d'universalizzazione, che s'era affermato nel diritto del suo momento e che durò poi nell'epoca successiva, spiega la posizione eminente assegnatagli nella reverenza dei posteri, appo i quali il nome di lui valse a rappresentare la maggiore eccellenza raggiunta mai dal diritto.[1]

Note[modifica]

  1. Da Corso di storia del diritto romano, vol. I, Zanichelli, Bologna, 1901, cap. VIII, p. 88.

Bibliografia[modifica]

  • Emilio Costa, Dall'anima, Luigi Battei libraio tip. editore, Parma, 1886.

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