Enrico Terrinoni

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Enrico Terrinoni nel 2020

Enrico Terrinoni (1976 – vivente), accademico, traduttore e anglista italiano.

Citazioni di Enrico Terrinoni[modifica]

  • Esistono molti Ulisse, anche in italiano. De Angelis per gli Oscar l’ha rivisto a partire dall’edizione Gabler del 1984, che "riscriveva" il libro seguendo i manoscritti, a mio avviso snaturando quell’Ulisse da Joyce mandato alle stampe e a più riprese da lui stesso corretto. La sua prima traduzione (oggi nei Meridiani) è condotta su un testo simile a quello che ho scelto di usare io. L’italiano è inevitabilmente più moderno, vi è una maggiore consapevolezza della parlata irlandese, e inoltre ho cercato di riprodurre per quanto possibile tutta la comicità del libro. Infine, la mia edizione ha un apparato critico paragonabile a quello delle grandi edizioni annotate in circolazione nel mondo anglofono.[1]
  • In passato ho tradotto autori difficili come Spark, Burnside, Behan e altri, ma con Joyce siamo su un altro pianeta. Tradurre Ulisse prevede una conoscenza puntuale di nove decenni di critica, senza i quali sarebbe "intraducibile". Mi hanno aiutato i tanti anni a Dublino e le ricerche per la tesi di dottorato su Ulysses, lavorando con Declan Kiberd, curatore del testo per la Penguin e allievo del biografo di Joyce, Richard Ellmann; ma sono stati fondamentali anche gli studi condotti in Italia nell’ambito della scuola joyciana di Giorgio Melchiori, ora proseguita da Franca Ruggieri. Melchiori fu uno dei consulenti di De Angelis, entrambi grandi traduttori. Il mio lavoro tenta di emanciparsi da quell’impresa pionieristica, ma non posso non riconoscere un debito nei confronti di quegli studiosi.
  • Ulisse è un testo "plurale", nel senso che Pessoa dava alla parola, plurale alla Borges. Richiede una miriade di strategie traduttive. Ogni episodio possiede la propria tecnica, e gli stili con cui Joyce si cimenta sono innumerevoli. Un traduttore è spesso costretto a scegliere tra più soluzioni, tutte possibili. La mia traduzione segue il principio dell’inclusività: quando un’espressione si scompone in ramificazioni multiple, ci vuole una resa molteplice, polisemica, per creare un’ambiguità parallela a quella originale. È il lettore ad avere sempre l’ultima parola.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Riccardo Michelucci Ulysses, una nuova traduzione italiana per il capolavoro di Joyce, Avvenire,7 dicembre 2011, citato in riccardomichelucci.it.

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