Essere o non essere (film)

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Essere o non essere

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Titolo originale

To Be or Not to Be

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1983
Genere commedia
Regia Alan Johnson
Sceneggiatura Ronny Graham
Produttore Mel Brooks
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Essere o non essere è un film del 1983 prodotto e interpretato da Mel Brooks e diretto da Alan Johnson.

Frasi[modifica]

  • Tesoro, tesoro, tesoro... le ore che sto perdendo con quei censori nazisti. E ci sono altre cattive notizie: vogliono tagliarci anche il numero degli zingari. Sembra che non gli stiano bene neanche gli zingari. Riconosciamolo tesoro: senza ebrei, froci e zingari non esiste teatro. Lo so lo so, è quello che gli ho detto, ma non c'è niente, niente che li faccia recedere. Ah che stanchezza, che stanchezza. Ah tesoro che stanchezza. Ah, sai di buono? Quando finisce questa guerra ti farò tutto quello che ti serve: ti serve un vestito, ti serve un cappotto, ti servono le scarpe e ti serve un rasoio... un rasoio? (Frederick Bronsky con Sobinsky nel letto)
  • Schultz!! (Colonnello Erhardt)
  • Invadete la Polonia, invadete Varsavia e ora invadete il mio camerino, voi gente siete invasori cronici. (Anna)

Discorsi[modifica]

  • Tu ricevi due mazzi di rose e io devo stare a guardare?! (Mel Brooks)
    Dovrò pur avere qualche riconoscimento. (Anna Bronsky)
    Riconoscimenti? E quanti altri ne vuoi? (Mel Brooks)
  • Oh Sasha non credevo, è così... è così... è... è... (Anna)
    È una topaia. (Mel Brooks)
    Frederick! Non azzardarti a chiamare questa casa topaia! Quest'uomo divide tutto quello che ha al mondo con noi. È incantevole, graziosa... noi saremo tanto felici. (Anna)
    Hai ragione, scusami, oggi non sono io. Sasha andiamo giù a prendere il resto. (Mel Brooks)
    Ooh Mudkij, veniamo a vivere in una topaia. (Anna)
  • Sono Sorbisky, mi faccia entrare.
    Aah, è essere o non essere.
    Devo vedere Anna, dov'è che abita?
    Conosce quella bella casa grande in via posta, vicino al parco?
    Si
    Beh non vada là, perché non ci abitano più. Ora c'è il comando della Gestapo.
  • Perché ti stai vestendo? (Anna)
    Devo uscire. (Sacha)
    Cos'è quell'affare rosa?(Anna)
    Non l'hai saputo? È l'ultima moda nella Polonia occupata: gli ebrei con la stella gialla, gli omosessuali col triangolo rosa.(Sacha)
  • Anna, scusa, non avrei voluto coinvolgerti. Non avevo dove andare, ci sono pattuglie tedesche dappertutto. Va bene se dormo sul vostro sofà? (Sorbisky)
    No, tu dormirai nel letto. (Anna)
    Ma tuo marito?(Sorbisky)
    Lui starà sul sofà.(Sorbisky)
  • Un momento, se quello è tanto pericoloso perché la rimanda là? (Frederik)
    Perché qualcuno deve fermarlo. (Sorbisky)
    Un momento, un momento. Erhardt non conosce Siletzky, se noi trovassimo uno ce facesse il colonnello Erhardt... (Anna)
    Un attore bravo. (Sorbisky)
    Un attore grande. (Anna)
    Un attore morto, non guardate me, non guardate me.
    (Dopo che si è travestito) Guardatemi, non la farò franca, chi crederà che sono Erhardt, chi crederà che questo è il comando della Gestapo. (Frederick)
  • Sstanza di professor Siletzky.
    Due zero sei, chi devo annunciare?
    Nein, annunceremo noi da soli... Abottona coletto!
    Si signore.
  • Lo sa colonnello che lei è famoso a Londra?
    Ah zi?
    La chiamano Erhardt campo di concentramento.
  • Voleva vedermi? (Siletzky)
    Ma certo che volevo vederla, perciò siamo qui. (Frederick)
    Immagino sia per la lista. (Siletzky)
    Ma certo che è per la lista, la ha qui con se? (Frederick)
    Ma certo che l'ho qui con me. (Siletzky)
    Ma certo. (Frederick)
  • Torniamo alla nostra signora Bronsky. (Siletzky)
    Lasciamo perdere signora Bronsky. (Frederick)
    Si, forse ha ragione. In fondo è soltanto una comune, ordinaria, piccla... (Siletzky)
    Credo di sapere che intende professor. (Frederick)
    Lo so che lo sa, signor Bronsky, e ora alzi le mani, svelto, la prego. Io non so se ha mai interpretato un cadavere, ma lo diventerà se non farà esattamente quello che le dico. Ora vada dai suoi amici dietro quella porta e gli dica di sparire di lì. (Siletzky)
    Io non lo farò! (Frederick)
    Si metta contro la parete. (Siletzky)
    Lei è polacco, che le dice la coscienza? (Frederick)
    Faccia al muro! (Siletzky)
    No, non ho paura. Guarderò la morte in faccia. (Siletzky tira giù il cane della pistola) Non occorre che guardi. (Frederick)
    Addio signor Bronsky. (Siletzky)
  • Lei ha la lista vero? (Erhardt)
    La sto compilando, ma il più importante è che io ho il nome di chi è a capo dell'intero movimento clandestino polacco. (Frederick travestito da Siletzky)
    Congratulasioni. Schultzh!! Schultz!! Ora qval'è suo nome? (Erhardt)
    Prevansky. (Frederick)
    Stevan Prevansky? (Schultz)
    Si. (Frederick)
    Ah, non dovete più breogubarvi di lui: è morto, vugilado sdamadina. (Schultz)
    Mi rifiuto di crederci, fucilato Prevansky?! (Frederick)
    Si rende gondo di quello ghe ha vaddo?! (Erhardt)
    Io rischio la vita per avere l'uomo chiave di tutta la resistenza polacca e lei lo fucila!! Alt alt, abbiamo un'altra carta: io ho il nome del suo luogotenente. (Frederick)
    Bene, qval'è suo nome? (Erhardt)
    Petronsky. (Frederick)
    Jan Petrovsky?
    Si, esatto. (Frederick)
    Fucilato. (Schultz)
    Fucilato Petronsky? Capitano Schultz, ma lei da che parte sta insomma? Non sarebbe stato meglio interrogarli prima di fucilarli? (Frederick)
    Si, non sarebbe stato meglio interrogarli prima di fucilarli, Schultz? (Erhardt)
    Ma colonnello, ha detto lei... Hi! (Schultz)
    Schultz!! Fuori!! (Erhardt)
    Si signore. (Schultz)

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