Fernando Liuzzi

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Fernando Liuzzi (1884 – 1940), compositore e musicologo italiano.

Estetica della musica[modifica]

  • Scioltezza e spontaneità di fantasia costituiscono [...] per Schumann il requisito primo di ogni buon compositore. Nulla, assolutamente nulla deve intralciarne o piegarne il cammino; non preoccupazione di forme – estrinsecamente intese – meno che mai ossequio alla moda e alla probabilità del successo; come nulla deve forzarne il getto. (cap. II, p. 97)
  • [...] appare manifesta la legittimità dell'antipatia che Schumann dimostra, in ogni occasione, per il comporre a programma. Si voglia o no, un programma qualunque è pur sempre, in quanto l'artista debba seguirlo, un binario e quindi un vincolo e una costrizione alla fantasia, con patente violazione della incondizionata libertà che le spetta. (cap. II, p. 99)
  • Per ciò che è il suo proprio metodo come compositore, Schumann medesimo dichiara di comporre ciascuna pagina in piena libertà di spirito e di fantasia e dopo – soltanto dopo – pensar a trovarle un titolo[1]. (cap. II, p. 106)
  • [...] il dire la musica, come arte, «comune agli uomini ed agli uccelli» suonerà sì lepida cosa, come riflesso di un malizioso naturismo, ma vale esattamente quanto il dire la pittura arte comune a Leonardo e Raffaello e alle ali delle farfalle, alle penne del pavone e – con sopportazione – alla zona sessuale del mandrillo. (cap. III, pp. 125-126)
  • Di tutti gli specchi nei quali l'umanità cerca di riflettersi per cogliere qualche lineamento della propria fisonomia spirituale, per iscoprire il meccanismo eternamente velato nella sua essenza dell'attività del pensiero, quello dell'estetica musicale in mano dei musicisti o di certi loro portavoce i quali si stemperano di felicità quando possono riportare nelle proprie gazzette l'opinione «autentica» di qualche melodrammista illustre e banale sulla musica di dramma o di sinfonia, è forse il più torbido e oscuro[2]. (cap. IV, p. 161)
  • Mi tenta [...] come un'occasione propizia, [citare] lo scritto più recente che in fatto di estetica sia uscito dalla penna di uno degli audaci, anzi dell'audace per eccellenza: il quale, amo dichiararlo subito, è uno dei musicisti più valorosi e intelligenti, artisticamente dotati e robustamente formati che io mi conosca in Italia: dico Alfredo Casella. (cap. IV, p. 168)
  • [...] la barca bergsoniana fa ormai acqua da molte parti. Prima ancona che – come racconta la cronaca di questi giorni – l'apostolo della qualità discendesse la cattedra illustre e circondata di belle signore, per mettersi a studiare in Einstein la teoria della relatività dello spazio del moto ecc. (cioè la concezione filosofica più quantitativa da Talete in qua), nella stessa Parigi già si era fatta valere una reazione spiritualista rivendicante i diritti dell'indagine intelligente contro la pigra sensualità dell'intuizionismo. (cap. IV, p. 180)
  • [Maurizio Maeterlinck] Poeta di forma squisita, di concetti sottili e tenui ma non superficiali, di sensibilità ardente ma fina, egli attua con rara proprietà alcune delle tendenze più singolari dell'arte contemporanea: l'analisi estrema delle sensazioni e dei loro riflessi nel campo psichico, l'amorosa attenzione ai valori estetici e l'espressione delicatamente raffinata di essi e – ancora – la visione dell'animo umano sotto il velo di forme simboliche, la cui diafana impersonalità si presta meglio d'ogni figura dalla sicura linea e dal forte rilievo al lavoro dell'artista che vuol rappresentare ogni mistero senza scoprirlo, che vuol tentare ogni tenue recondita piega senza strapparne un lembo, che cerca di penetrare ogni oscuro recesso e d'interpretarne il segreto senza turbare con troppo vive luci la sacra intimità dell'anima. (cap. VII, p. 225-226)
  • Musicista originale [...] il Dukas non lo direi, in quanto difetta di quei tratti profondamente e arditamente caratteristici in cui si riconosce l'impulso iniziale di una natura nuova o ribelle; personale sì, in quanto al gusto, vale a dire in quanto è formazione sapientemente eclettica del proprio stile; poiché il temperamento e l'educazione lo inducono a una scelta abile e rigorosa de' suoi modelli, e gli consentono di trarne una materia d'arte ben vagliata e ben fusa, e di aspetto certo non comune. (cap. VII, p. 233)
  • Formato [nell'opera Ariane et Barbe-bleue] il disegno melodico dei temi, la fantasia di Paolo Dukas dispone di mille risorse per tutto ciò che è sfumatura, colore, variazione, alterazione di essi. Scioltezza di contrappunto e arte dell'orchestrazione la servono mirabilmente, obbedienti entrambe con una prontezza, una flessibilità, una precisione altrettanto ammirevoli quanto gustose. L'impasto sonoro non perde mai trasparenza pur nella sua frequente densità; ciò che deve manifestarsi nei singoli piani — in rilievo, in profondità, in lontananza — ciò che deve illuminarsi di colori chiari ed aperti o adombrarsi negli sfondi più neutri e freddi, vien sempre collocato nella luce più conveniente da una mano vigile ed esperta. (cap. VII, pp. 235-236)
  • [Ernest Bloch] [...] interprete immediato e mirabile della sua razza[3], non ne è tuttavia, per nulla il filosofo. Egli oppone anzi, ai dati intellettualmente universali del pensatore, il dato concreto e particolare di una etnicità fervida e commossa: dal che consegue che la sua arte non è concettuale ma lirica, e – dove si innalza a maggior volo – non contingente e illustrativa bensì creativa nel senso più puro; cioè, insomma, sentimento in attuazione soltanto di sé stesso. (cap. VIII, p. 252)

Note[modifica]

  1. Lettera a Enrichetta Voigt a proposito dei Papillons (1834). [N.d.A]
  2. Avverto che in queste pagine si parla di musicisti, in quanto si occupino di estetica o agiscano su determinate correnti o cantonate estetiche; non si parla invece né dei filosofi che portarono all'estetica, anche musicale, contributi a volte importanti, né di quei pochi che, con dignità di preparazione, esercitano vera funzione di critici. [N.d.A.]
  3. Bloch riprese molti temi caratteristici della musica ebraica.

Bibliografia[modifica]

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