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Ferruccio Mazzola

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Ferruccio Mazzola

Ferruccio Mazzola (1945 – 2013), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.

Citazioni di Ferruccio Mazzola

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Intervista di Alessandro Gilioli, L'espresso, 29 agosto 2006.

  • Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare. Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: «se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via». Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno 'il caffè' di Herrera divenne una prassi all'Inter.
  • [«Cosa c'era in quelle pasticche?»] Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine.
  • [«Pensa che dal dibattimento uscirà un'immagine diversa dell'Inter vincente di quegli anni?»] Non lo so, non mi interessa. Se avessi voluto davvero fare del male all'Inter, in quel libro avrei scritto anche tante altre cose. Avrei parlato delle partite truccate e degli arbitri comprati, specie nelle coppe. Invece ho lasciato perdere...
  • [«Ma era solo nell'Inter che ci si dopava in quegli anni?»] Certo che no. Io sono stato anche nella Fiorentina e nella Lazio, quindi posso parlare direttamente anche di quelle esperienze. A Firenze, il sabato mattina, passavano o il massaggiatore o il medico sociale e ci facevano fare delle flebo, le stesse di cui parlava Bruno Beatrice a sua moglie.

Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola

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  • Non intendo lanciare accuse gratuite, non voglio mettere in dubbio la buona fede di medici e dirigenti, né mi interessa l'aspetto della frode sportiva: quell'Inter avrebbe vinto comunque tutto, era una grandissima squadra, senza contare che in termini di doping è impensabile immaginarla una mosca bianca fra le grandi d'Italia, d'Europa e nel mondo. (p. 62)
  • [ Franco Zaglio - Il Pallone in ginocchio] "Neppure in questo campo Herrera inventò niente: già nel 1957-58, quando giocavo nella Spal, i più anziani si tiravano su con la loro brava pasticchetta di simpamina. E pure nella Roma, dove giocai prima di passare all'Inter, ci davano le 'vitamine', che finivano sistematicamente nel cesso." (p. 66)
  • [ Franco Zaglio - Il Pallone in ginocchio] "Il nostro portiere prima di Sarti era Lorenzo Buffon, un ex-milanista. Una sera eravamo in camera e mi fa: 'Ti ricordi quando nel '58 noi rossoneri ci beccammo tutti l'epatite C?' Certo che ricordavo: in nazionale militare giocavo con Gastone Bean, attaccante di quel Milan; prima di pranzo gli toccava prendere tre o quattro pastiglie per curare tutti i postumi della malattia. 'Ricordi che al fischio dell'arbitro dopo il primo tempo correvamo tutti come razzi negli spogliatoi?' prosegue Buffon. 'Dovevamo fare presto, il nostro medico doveva fare undici iniezioni. Figurati un po' se stava lì a cambiare la siringa..." (p. 67)
  • "Sul tema del doping esiste addirittura una dichiarazione di Gino Rossetti, campione d'Italia con il Torino ben prima di mio padre. Siamo a fine anni Venti, i granata conquistano il loro primo scudetto e altri ne contendono al Bologna del centravanti Schiavio. E' dura battere gli emiliani, e un 'aiutino' potrebbe non guastare: 'Non so se fosse un doping che un professore voleva farci prendere. Certo è che erano delle pillole marrone scuro. Le ricordo perfettamente, mi sembra di vedermele in mano. La partita era Torino-Bologna, finale di campionato. Viene questo professore negli spogliatoi con un barattolo e dice a me e Libonatti: 'Prendete queste che vedrete!' Io feci finta di inghiottire, poi andai sotto la doccia e sputai tutto. Vincemmo 1-0 e a fine partita lo stesso professore scese ancora negli spogliatoi. 'Visto che effetto?' mi chiese. 'Ma che roba era, professore?' domandai. 'Non ti preoccupare: non fanno male al cuore, non ti fanno niente'. C'era già il doping." (p. 25)
  • [sul derby di Coppa Italia Lazio-Roma del 7 settembre 1969] "Decidiamo così che è quella l'occasione giusta per sperimentare il 'Barone'. Lo chiamano così in codice, il suo nome reale è Villescon, un potente stimolante (a base di prolintano) prodotto in Scozia e che io so come procurare. Ancora il doping, dunque: e in questo caso ammetto di averne fatto uso, volontariamente e consapevolmente. Inesperienza? Voglia di strafare? Incoscienza? Tutto insieme, direi. Non mi piacciono le ipocrisie, non voglio fare la parte del pentito. Posso solo dire che oggi, dopo quello che ho appreso e soprattutto visto, non prenderei più quella roba: erano pastiglie rosse che ti facevano andare come una spia. Prima del derby Morrone ne prende addirittura tre e disputerà una gara sovrannaturale dal punto di vista fisico." (p. 144)

Citazioni su Ferruccio Mazzola

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  • [Sulle accuse di doping fatte da Ferruccio Mazzola ad Herrera] È vero. Ci dava una pastiglietta, che noi sputavamo. Così cominciò a scioglierla nel caffè. Non ne sentivo alcun bisogno, ma erano pratiche correnti nel calcio dell'epoca. Ferruccio aveva motivi di rivalsa nei confronti dell'Inter. Prima che morisse ci siamo riconciliati, ridendone. Il vero doping del Mago era psicologico. (Sandro Mazzola)

Bibliografia

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  • Ferruccio Mazzola, Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola, Bradipolibri, 2004, edizione 2006. ISBN 8888329277

Voci correlate

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Altri progetti

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