Francesco Bussone
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Francesco Bussone, detto il Carmagnola o il conte di Carmagnola (1380 – 1432), condottiero e capitano di ventura italiano.
Citazioni su Francesco Bussone
[modifica]- Carmagnola, non dispregevole terra del Piemonte, gli diè nome e oscuri natali verso il 1390. Invogliato al mestiere [1] del soldo dal luccicore delle armi e dalle parole d'un venturiero Tendasco, ancora imberbe lasciò di pascere le vacche, e seguitollo sotto le insegne di Facino Cane. Gagliardo animo in gagliardo corpo, costanza, ardore ad ogni pericolo, furono le doti che gli acquistarono in breve la stima del suo capitano; pur non ne poté mai ottenere una condotta maggiore di dieci cavalli; e di ciò avendo taluno mosso rimprovero a Facino: «costui è tale, (rispose lo scaltro condottiero, alludendo al Carmagnola), che come abbia gustato un pò d'onori non fia mai che s'acqueti; né hacci peggio arroganza di quella dei villani». (Ercole Ricotti)
- È Francesco Bussone, figlio d'un contadino di Carmagnola, non dispregevole terra del Piemonte, d'onde prese il nome di guerra che gli è rimasto nell'istoria, e guardiano di vacche egli stesso come lo qualifica il Balbo.
Mentre, ancor giovinetto, egli stava pascolando li armenti, l'aria fiera del suo volto fu osservata da un soldato di ventura, tedesco, che lo invitò a partir seco alla guerra.
Egli, invogliato dal luccicare delle armi, lo seguì volentieri, e si pose con esso agli stipendii del celebre condottiero Facino Cane, alla morte del quale passò fra le milizie del duca di Milano. (Mauro Macchi)
- Posto in prigione, nell'andito dell'orba, per tre giorni interi non volle ingollare alcun cibo. [...]. Posto alla tortura non ebbe nulla a confessare. Si doveva replicare più spietatamente il triste gioco, ma non potendosi tirar troppo su, come dicono con imperturbabile calma gli storici della Serenissima, in grazia di un braccio che avea rotto in servigio della repubblica, quei carnefici gli posero il fuoco sotto ai piedi. Allora non potendo più reggere a tanti strazii, uscì di bocca al Carmagnola quanto piaceva al Consiglio [dei Dieci]; e le sue parole si ebbero tosto in conto di sincera confessione di quello che aveva fatto, e di quello eziandio che voleva fare. (Mauro Macchi)
Citazioni in ordine temporale.
- Francesco Bussone, nato verso il 1390 di picciol sangue in Carmagnola, grossa terra del Piemonte, di cui, secondo il vezzo soldatesco, portò sempre il nome, dimostrò nella propria persona uno de' più grandi e più lagrimevoli esempli di prospera e di contraria fortuna. Datosi all'armi, dai più umili uffici si fe' col proprio valore scala ai più sublimi. Accoppiò alla valentia, alla scienza militare gran dovizia di politici accorgimenti; usò, secondo l'occasione, ora la forza, ora le vie coperte e gl'inganni; talora anche la crudeltà; ed acquistò fama di primo capitano dell'età sua.
- Disceso il Carmagnola per andarsene a casa, mentre attraversava il cortile, signor Conte, gli disse uno de' gentiluomini che lo accompagnavano, venga da questa parte. Non è la strada, rispose il Carmagnola; anzi è la via dritta, replicò l'altro, e in quel punto sbucarono gli sgherri e lo sospinsero nelle prigioni che un breve ponte, chiamato con infelicissimo augurio ponte de' sospiri, congiunge al palazzo ducale [di Venezia]. Dicesi che a quell'atto travedesse quel misero il fato che gli soprastava, e sclamasse: son morto.
- La testa del Carmagnola cadde al terzo colpo di scure, fra le due famose colonne al lido del mare; ed insanguinò le marmoree soglie su cui meno d'un mese prima egli solo, securo, senza sospetto, avea messo piede a guisa più di trionfator che di reo.
Note
[modifica]- ↑ Nel testo "mestiero".
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