Francesco Flamini

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Francesco Flamini (1868 – 1922), storico della letteratura italiana.

Versi e Metri italiani[modifica]

Incipit[modifica]

Il ritmo, fondamento comune di tre arti (danza, musica e poesia), è il moto regolato della persona nel ballo, della voce nel canto, della parola nel verso. Intima la parentela fra queste arti; e certo con la battuta e con la misura sei suoni si connetteva la quantità delle sillabe, determinata e costante, presso i Greci ed i Romani; quantità, vale a dire maggiore o minor durata ed altezza del suono di ciascuna sillaba, ch'era la base ritmica della poesia degli antichi.

Citazioni[modifica]

  • Di qui la rima; che altro non significò in origine se non 'ritmo' (e rimare 'rithimare'), quasi che nella rispondenza del suono da verso a verso, o da emistichio ad emistichio, stesse del nuovo ritmo la parte sostanziale e vitale. (p. 2)
  • Le antiche forme poetiche italiane van considerate in relazione con la storia della poesia popolare fiorita nel medioevo tra le nazioni neolatine. (p. 21)
  • Noi non sappiamo in che tempo precisamente si cominciassero a scrivere queste frottole [nome dato anche alle barzellette] che son letterario riflesso delle cantilene giullaresche. Forse il primo tentativo di nobilitare le sconnesse cantilene care ai volghi fu fatto dal gran perfezionatore d'ogni forma della nostra lirica, da Francesco Petrarca: quasi certamente è fattura sua certa frottola che comincia «Di ridere ho gran voglia»... (p. 42)
  • Lo schema ritmico e musicale del Contrasto di Cielo d'Alcamo: punto d'arrivo, l'ottava rima; punto di partenza (sia nel rispetto della parola sia in quello della nota) il primo dei due schemi prototipi: AAAB.

Bibliografia[modifica]

  • Francesco Flamini, Notizia storica dei Versi e Metri italiani dal medioevo ai tempi nostri, Raffaello Giusti Editore, Livorno 1919.

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