Friedrich Wilhelm Ritschl
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Friedrich Wilhelm Ritschl (1806 – 1876), filologo classico tedesco.
Citazioni di Friedrich Wilhelm Ritschl
[modifica]- Mai potrei definire «suicidio» il naturale sfiorire di un'epoca o di un fenomeno[1]; mai, nell'individuarsi della vita, potrei vedere un regresso, né credere che le forme e la potenza spirituale di un popolo, per sua natura e per il suo storico sviluppo eccezionalmente dotato, e, direi, privilegiato, possano fornire la misura a tutti i popoli e a tutti i tempi. Come una sola religione non può assolutamente bastare ai vari popoli, né mai bastò, né mai basterà.
Così: Lei non può pretendere che l'alessandrino, l'erudito condanni la «dottrina» e scorga solo nell'arte la forza che trasforma il mondo, lo redime e lo libera. Il mondo è diverso per ogni individuo, e poiché noi non possiamo resistere alla nostra «individuazione» più di quel che la pianta, che si è individuata nelle foglie e nei fiori, può tornare al seme, così anche, nella grande economia vitale, ogni popolo svolgerà la sua vita conforme alle sue attitudini e alla sua speciale missione. (dalla lettera di Ritschl a Nietzsche per «L'origine della tragedia», Lipsia 14 febbraio 1872[2]) - Che il mondo ellenico rappresenti per me come per Lei la sorgente sempre viva della cultura universale, a cui sempre dovremo ricorrere con aperta ricettività, questo non occorre affermarlo. Se, per questo scopo, si debba tornare anche alle antiche forme, è un problema la cui soluzione riguarda tutta l'umanità. E così, mi pare, per i più, nella personale convivenza e dedizione, nell'abnegazione affettuosa, nelle varie e reali forme di profonda umanità, risiede una forza che erompe dal cuore del mondo, e che, superando un troppo angusto egocentrismo, conduce al senso liberatore dell'oblio di se stesso. Quest'è la forza dell'immediata azione umana, e di questa forza è capace anche il più umile. (da lettera di Ritschl a Nietzsche per «L'origine della tragedia», Lipsia 14 febbraio 1872[2])
Note
[modifica]- ↑ Nella stessa lettera Ritschl aveva ricordato a Nietzsche la propria appartenenza all'indirizzo storico, alla concezione storica della vita e affermato la conseguente impossibilità di individuare in una qualsiasi concezione filosofica una possibilità di liberazione e di redenzione.
- ↑ a b Citato in Friedrich Nietzsche, Epistolario 1865-1900, a cura di Barbara Allason, Einaudi, Torino, 1962, pp. 69-70.
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