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Günther Blumentritt

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Günther Blumentritt (1892 – 1967), generale tedesco.

Citato in Basil Henry Liddell Hart, Storia di una sconfitta

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  • Nel primo attacco[1] che sferrammo sul fronte russo ci rendemmo conto subito che avevamo a che fare con soldati essenzialmente diversi dai francesi e dai belgi: quasi invisibili, trincerati con una perizia consumata, e risoluti! Subimmo perdite considerevoli. (p. 382)
  • Anche nel 1914-18 la maggior durezza delle condizioni in cui si combatteva ad est ebbe il suo effetto sulle nostre truppe. I soldati preferivano essere mandati sul fronte occidentale anziché sul fronte orientale. In Occidente era una guerra di materiali e di masse d'artiglieria [...] In Oriente il fuoco d'artiglieria non era così intenso, ma i combattimenti erano più accaniti, perché il tipo umano col quale avevamo a che fare era più duro. In quella guerra corse un detto tra i soldati tedeschi: "A est c'è un valoroso esercito che combatte; a ovest c'è un corpo di pompieri pronto a intervenire". (p. 382)
  • Il russo, dove resiste o difende se stesso, è difficile da battere, e la cosa costa molto sangue. Figlio della natura, il russo opera con gli espedienti più semplici. Tutti devono obbedire ciecamente e il carattere slavo-asiatico comprende soltanto l'assoluto; la disobbedienza non esiste. I comandanti russi possono chiedere ai loro uomini cose incredibili, sotto ogni punto di vista, e non si leva un mormorìo, non un lamento. (p. 383)
  • L'Oriente e l'Occidente sono due mondi e non possono comprendersi reciprocamente. La Russia è come un interrogativo rivolto alla sfinge, che rimane senza risposta. I Russi sanno tener chiusa la bocca e la mente. (pp. 383-384)

Note

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  1. Il riferimento è alla Prima guerra mondiale. Cfr. Storia di una sconfitta, p. 382.

Bibliografia

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  • B.H. Liddell Hart, Storia di una sconfitta, traduzione di Marco Bonini e Oreste Rizzini, Rizzoli, 1979.

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