Gerardo D'Ambrosio

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Gerardo D'Ambrosio (1930 – 2014), politico ed ex magistrato italiano.

Citazioni di Gerardo D'Ambrosio[modifica]

  • Il clima infame l'hanno creato loro [i politici]. Noi ci siamo limitati a scoprire e perseguire fatti previsti dalla legge come reati. Poi c'è ancora qualcuno che si vergogna e si suicida.[1]
  • Per la condanna ci vogliono prove, e nel processo furono addotte soltanto supposizioni e indizi. Fra questi, uno mi sembrò decisivo, ma in senso opposto a quello dell'accusa. Dai rilevamenti risultava che poco al disotto della finestra dalla quale Pinelli era precipitato c'era un cornicione che il corpo, nell'impatto, aveva sbreccato. Ciò dimostrava che vi era caduto sopra. Se si fosse trattato di defenestrazione, i defenestratori avrebbero evitato quell'urto che poteva comprometterne l'esito.[2]
  • [A proposito delle polemiche sulla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche tra i vertici Rai e Mediaset] Qui non è in ballo la vita privata di una singola persona, ma la gestione di un organo pubblico d'informazione, e quindi le regole della privacy che valgono per il singolo cittadino e la sua vita privata, in questo caso non possono essere invocate. Ci mancherebbe che questa roba non possa essere pubblicata. Ma vogliamo tornare all'Italia di 80 anni fa quando era in vigore la censura fascista e venivano impartite alla stampa le direttive da seguire? Per questo è stato scritto, all'articolo 21 della Costituzione, che i giornalisti non possono essere soggetti né ad autorizzazioni né a censure. E se qualcuno avesse impedito di pubblicare questi resoconti ci troveremmo di fronte proprio a una sorta di censura.[3]

Note[modifica]

  1. Citato in Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Travaglio, Mani pulite. La vera storia, 20 anni dopo, Chiarelettere, 2012, p. 73. ISBN 978-88-6190-053-0
  2. Citato in Indro Montanelli, Soltanto un giornalista. Testimonianza resa a Tiziana Abate, Rizzoli, Milano, 2002, cap. 27, pp. 290-291. ISBN 88-17-12991-7
  3. Da un'intervista di Liana Milella, "Non pubblicare quelle conversazioni sarebbe un ritorno alla censura fascista", la Repubblica; citato in Senato.it, 23 novembre 2007.

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