Gerda Walther

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Gerda Walther (1897 – 1977), filosofa e parapsicologa tedesca.

Citazioni di Gerda Walther[modifica]

  • [L'esperienza dell'estrema solitudine e del radicale svuotamento dell'io apre due possibilità: tornare] a un qualsiasi essere esteriore nel mondo [o] voltare decisamente le spalle a tutto ciò, lasciarsi sprofondare sempre più in quell'oscuro abisso interiore... che si trova... dal lato esattamente opposto rispetto al mondo... Egli (l'io) è in cerca di un Qualcosa di definitivo... E così l'io lo chiama dall'abisso della sua solitudine, con tutta la forza che ancora possiede... Ecco che, all'improvviso, sente venire verso di lui... allo stesso tempo, dietro e sotto, ma anche al di là e sopra tutto, Qualcosa di simile a un mare di luce e di calore... Si avvicina sempre più come da una grande, incommensurabile distanza interiore, finché non giunge all'io stesso, e ora lo penetra e ora lo avvolge da ogni lato, così che è come immerso in mare di amore infinitamente caldo e ricco, che con inesauribile pienezza lo circonda e lo invade, mentre allo stesso tempo è illuminato e penetrato dai raggi di un mare di pura luce spirituale infinitamente dolce... L'io riposa a lungo abbandonato in questo mare, in una beatitudine priva di desideri, e viene come dilatato da esso fino all'infinità del tutto.[1]
  • [Gerda Walther paragona] la persona umana a un'antica lampada, l'io centro è simile al lucignolo che arde, che manda in primo luogo la sua luce verso l'esterno e illumina la zona circostante. Il lucignolo nuota nel liquido combustibile — in passato era per lo più olio — da cui trae la forza di illuminare e bruciare. All'interno di questo liquido è più o meno libero di muoversi. Questo liquido corrisponde al "sub conscio", al "grembo dell'essere", alla parte della psiche più intima, al "sé" o come lo si voglia chiamare. Se la fiamma è tranquilla e il liquido abbastanza trasparente, la luce può allora illuminare anche il suo interno, rischiararlo, così che si può riconoscere come è fatto internamente, e vedere che cos'altro eventualmente vi galleggia. Il tutto è racchiuso in un contenitore, ossia la lampada in senso proprio; questa è simile al corpo, in cui noi come esseri psichicospirituali siamo immersi. Evidentemente, nel nostro corpo non c'è divisione spaziale tra psiche e spirito, esso somiglia piuttosto ad un recipiente poroso; dunque, il recipiente porta al suo interno il liquido, lo racchiude separandolo dall'esterno, anche se forse una minima parte del liquido, quasi trasudando si disperde nell'ambiente.[2]

Note[modifica]

  1. Da Fenomenologia della mistica, a cura di Angelo Radaelli, Glossa, Milano, 2008, pp. 169-174. ISBN 978-88-7105-238-0; citato in Iole Turco, Gerda Walther , enciclopediadelledonne.it.
  2. Da Fenomenologia della mistica, citato in Cristiana Dobner, Gerda Walther e il viaggio nella mistica Se l'uomo è una lampada, laity.va.

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