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Gianlorenzo Pacini

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Gianlorenzo Pacini (1930 – vivente), traduttore e saggista italiano.

  • Invece, dopo la conversione, l'aspetto che Tolstoj aveva prima riconosciuto come tipico dell'atteggiamento artistico, e cioè l'abbandonarsi alla vita, la rinuncia dell'artista a intervenire con i propri schemi e giudizi sulla vita rappresentata, viene totalmente rinnegato e condannato come una forma di «amoralismo» e di «divertimento epicureo».
    È evidente che questo secondo atteggiamento, abbracciato e fatto proprio da Tolstoj con l'estremismo che gli è caratteristico, finisce per approdare a una condanna dell'arte, e quindi non può stupirci il fatto che il suo famoso saggio Che cos'è l'arte? (1897) sia una critica radicale di tutta l'arte passata, e soprattutto della sua. La nuova arte preconizzata da Tolstoj nel suo trattato è in realtà «non-arte», ossia essenzialmente riflessione e giudizio sulla vita, sforzo di scoprire e insegnare il suo significato e le leggi secondo cui l'uomo deve vivere. Non è quindi arte, bensì morale, almeno nella misura in cui è possibile operare una netta distinzione tra queste due categorie dello spirito.[1]

Note

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  1. Da Postfazione, in Lev Tolstoj, La confessione, SE, Milano, 2000, p. 105. ISBN 88-7710-465-1

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