Giorgio Prodi
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Giorgio Prodi (1928 – 1987), oncologo e scrittore italiano.
Citazioni di Giorgio Prodi
[modifica]- Io fuggo attraverso la notte demente | stanza dopo stanza | come un ladro. (da Epilogo, 1973)
- Teseo e Arianna sono i primi che hanno affrontato il labirinto, piantandovi le loro bandiere. Hanno avuto molti figli, noi siamo i loro figli. Qui siamo stati generati da amore, e qui è il nostro luogo definitivo. Di coloro che sono rimasti fuori si sono perse le tracce. (da Il labirinto, ne L'opera narrativa, Diabasis, 2009)
Lazzaro
[modifica]- Più tardi, in camera sua, Lazzaro si svestì del suo abito ecclesiastico, che non era una maschera, diversamente da quanto gli altri avevano creduto. Si inginocchiò per le preghiere e chiese fervidamente perdono. Non chiese, tuttavia, perdono per quel che aveva fatto: chiese perdono per non sentirsi in colpa.
- Nel cielo di quel tempo hanno navigato le stesse nuvole d'oggi. Ogni ragazzo le ha guardate con gli stessi occhi con cui le guardiamo ora. Anche un uomo che ricorda se stesso da giovane si vede mentre guarda in alto, al biancore mutevole che si arrischia nel vento, e lo vede con gli occhi suoi di allora.
- Mentre andava nella nebbia, gli sembrò che le sue meditazioni convergessero verso un centro, che via via si condensò, assumendo il preciso nome di Norma, cioè di quanto in natura si ripete per sua propria ragione interna. Fu una conquista: come se avesse visto un oggetto definirsi nella nebbia.
- Ritornarono a poco a poco i ricordi, ed egli si riappropriò del passato. Cominciò a ricucire le labbra della ferita. Ebbe visioni di una qualche tranquillità. Erano colli coperti di sentieri che bisognava percorrere (e tempo ce n'era poco, occorreva affrettarsi). Erano gli occhi di Lucinda, erano intrichi di portici di città viste in sogno.
Un giorno si accorse che c'era il sole, e bisognava decidere alcune cose.
Bibliografia
[modifica]- Giorgio Prodi, Lazzaro, Camunia, Brescia, 1985.
Voci correlate
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