Giovanni Cotta

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Giovanni Cotta (1480 – 1510), scrittore e umanista italiano.

I carmi[modifica]

  • Verona, chi ti vede e tosto non ti ama di irresistibile amore, questi, credo, non ama se stesso, è privo di ogni senso d'amore e detesta ogni cosa bella. (da Ad Veronam)
Verona, qui te viderit | et non amarit protinus | amore perditissimo | is, credo, se ipsum non amat | caretque amandi sensibus | et adit omnes gratias.
  • "Qualunque cosa vedano i miei occhi, o non vedano nulla, vita mia, te l'ho già detto, mi richiamano sempre la tua immagine."
    "Sarei sciocca – rispondesti – se credessi a simili fole: gli amanti sono avvezzi a ingannare inventando molte bugie come questa. (da A Licori, p. 41)
"Sive aliquid, seu forte nihil mea lumina cernunt | dixi ea te semper, vita, referre mihi." | "Stulta ego sim – dixti – si credam talia: amantes | talia fallaces fingere multa solent."

Citazioni su Giovanni Cotta[modifica]

  • [...] la natura, l'amicizia, la bellezza egli canta passionato e semplice e vero [...] è bello vedere in un cuor tenero sensi forti: dolce rammentare che vera delicatezza non è mai senza forza. (Niccolò Tommaseo)
  • Né gli mancano più forti corde, quali vibrano nell'ode all'Alviano per la guerra che conduceva in difesa della Serenissima. (Benedetto Croce)
  • Il carme Ad Veronam è cosa graziosa, ma senza grande importanza: non è un capolavoro, con buona pace dei campanilisti, perché non poteva né voleva esserlo.
    Innegabilmente il nucleo di tutto il canzoniere del Cotta sono le poesie dedicate a Licori. (da Gabriele Banterle, introduzione a I carmi, p. 8)
  • Tuttavia, come conseguenza del "lungo studio" e, soprattutto, del "grande amore", essi [umanisti] erano uniti agli antichi da una consonanza spirituale così intima che potevano riviverne gli ideali artistici ed usarne le forme espressive senza mortificazione della loro personalità.
    Questo, naturalmente, quando erano poeti, non solamente pedanti o grammatici.
    E il Cotta, di cui pur sappiamo che aveva coltivati anche gli studi eruditi, fu – giova affermarlo ora a titolo di conclusione – essenzialmente poeta. (ivi, p. 15)

Bibliografia[modifica]

  • Giovanni Cotta, I carmi, a cura di Gabriele Banterle, Edizioni di "Vita veronese", Verona, 1954; basato sul testo di Mistruzzi, Giovanni Cotta, Giorn. Stor. Lett. Ital., suppl. 22-23, 1924, pp. 1-131.
  • Ioannis Cottae Ligniacensis Carmina recognita et aucta, Bassani, Typis Remondinianis, 1802, pp. 11-27, 51-66 (18 citazioni di vari autori su Cotta).

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