Girolamo Baruffaldi

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Girolamo Baruffaldi

Girolamo Baruffaldi (1675 – 1755), presbitero, poeta e letterato italiano.

Incipit di alcune opere[modifica]

Il canapaio[modifica]

Io che Bacco seguendo, le sue tigri,
Che al carro allaccia, con la dura sferza,
E col pungolo mio spesso attizzai;
Sicché per vie novelle, in questa etate,
Ebbro sovente in Baccanal fui tratto:
Sazio di più innestar pampini, e tralci,
Dopo tant'anni che a le viti intorno,
Per trarne il frutto, in compagnia sudai;
Alfin con nuova età cangiando cielo,
E dal superbo Eridano passando
A la sinistra man del picciol Reno,
Dov'ebber gli avi miei nido e riposo,
Di vignajuolo, agricoltor son fatto:
E canterò la canape, e la vera
Cultura d'un sì nobile virgulto,
Che ne' campi d'Italia, e piucchè altrove,
Nel felsineo terreno, e nel vicino
Centese floridissimo recinto,
(Dov'è una terra, che città può dirsi,
Tanto in se stessa, e ne' suoi degni e illustri
Abitatori oggi è pregiata al mondo)
S'alza e verdeggia, e selve forma ombrose,
Quando la stagion fervida comincia
A cuocer l'aria, e finché il Lion rugge
Nel ciel, dura a far ombra su la terra.

La vita umana[modifica]

Cieca di mente, e di consiglio priva,
Scende giù l'alma avvolta in fragil manto,
E peregrina, finché giunga a riva,
Questa prende a passar valle di pianto.
Ivi talor non sa se muoia o viva
Tra le tempeste che l' assedian tanto;
Ma se di fé l' occhio più interna avviva,
Qual mai si vede alto soccorso accanto!

Bibliografia[modifica]

  • Girolamo Baruffaldi, Il canapajo, Lelio Dalla Volpe, Bologna, 1741.
  • Girolamo Baruffaldi, La vita umana, Prato, 1839.

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