Giulia Imperio

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Giulia Imperio (2018)

Giulia Imperio (2001 – vivente), sollevatrice italiana.

Non devi mai far vincere il bilanciere

Intervista di Tommaso Clerici, ultimouomo.com, 25 gennaio 2024.

[Sul sollevamento pesi]

  • Sono nata a Grottaglie ma ho sempre vissuto a Monteparano, un comune di poco più di 2 mila abitanti in provincia di Taranto. La vita di paese mi piace, ci conosciamo tutti e siamo uniti. Qualsiasi cosa è a portata di mano. L'incognita è il futuro: tanti miei amici stanno facendo concorsi per entrare nelle forze dell'ordine o in quelle armate, altrimenti si va a lavorare all'Ilva o in altre grandi industrie. Mio padre è operaio in una ditta del nord, è spesso in trasferta, mentre mamma è casalinga. I miei genitori ci hanno insegnato a cavarcela da soli sin da piccoli [...]
  • Ho cominciato con lo sport da bambina, facevo pallavolo a scuola. Con la crescita, l'altezza non mi ha aiutato quindi verso i 6 anni sono passata all'atletica leggera perché a Grottaglie c'era una bella squadra, ero una velocista. Parte dell'allenamento prevedeva il sollevamento pesi, lo strappo e lo slancio, per stimolare la reattività del muscolo – per dirti, anche i velocisti lo fanno, è un passaggio obbligato. Un giorno arrivo in palestra e il mio allenatore di pesistica aveva bisogno di una ragazza in più per poter partecipare ai campionati regionali di weightlifting. Mi propone di provare e accetto. In quella gara mi qualifico per i campionati italiani, e di nuovo il mio allenatore mi chiede se voglio togliermi lo sfizio di andarci. Ho vinto quel campionato italiano e anche quello successivo, e da lì ho capito che ero portata per questo sport. Avevo 14 anni. Circa un anno dopo mi ha chiamata la Nazionale.
  • [«Quali caratteristiche deve avere la weightlifter ideale?»] È difficile da dire. Sicuramente chi ha fatto sport prima di arrivare al sollevamento pesi parte avvantaggiato, come nel mio caso. L'atletica mi ha permesso di allenare l'impulso al muscolo e l'esplosività, oltre a farmi vivere già una dimensione da atleta: mi allenavo tutti i giorni, anche sotto la pioggia, e quando ti abitui da piccola, è una mentalità che ti resta e ti dà una marcia in più. Le caratteristiche fisiche invece sono soggettive, ci sono ragazze che vengono dalla ginnastica artistica e hanno altre qualità altrettanto utili, oppure c'è chi non ha mai fatto sport, parte dal weighlifting ed è forte. È un'incognita, di sicuro costruisci tanto iniziando a farlo. C'è anche una componente di genetica. Se nasci con una buona forza e delle caratteristiche fisiche peculiari, ad esempio a livello di fibre muscolari, dimezzi il lavoro per raggiungere certi risultati. Se parti da zero ci vuole tempo. I propri limiti restano sempre ignoti finché non li sperimenti: nel weightlifting non sai mai quanto può sollevare al massimo una persona [il cosiddetto "massimale", nda] fino a quando non lo provi e riprovi. È il tempo che dà le risposte e fa capire quanto sei portato o meno, fino a dove puoi arrivare.
  • [«Mi spieghi cosa accade a livello nervoso quando ti alleni? So che l'attività cerebrale gioca un ruolo importante»] Qualsiasi stimolo prima parte dal cervello e dopo arriva al muscolo. Ecco perché sono seguita da uno psicologo. Per avere ottime performance devi essere concentrata e presente a livello mentale. Il 90% lo fa la testa, va allenata anche quella, devi abituarti ad essere costante. Ci devi credere sempre, i pesi non si sollevano da soli. Non devi mai far vincere il bilanciere e neanche i chili, nonostante siano tanti. È una sfida continua con se stessi.
  • È uno sport che mi ha reso femminile, al contrario di quello che si possa pensare – tanta gente dice: «È uno sport da maschi, metti su troppi muscoli, sembri un uomo». Invece il weightlifting mi ha dato un corpo che mi piace, con cui sto bene, e di conseguenza più sicurezza nell'esprimermi, come persona e come donna.

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