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Giuseppe Martucci

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Giuseppe Martucci

Giuseppe Martucci (1856 – 1909), compositore, pianista e direttore d'orchestra italiano.

Citazioni su Giuseppe Martucci

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  • Gli Inglesi che non sono così facilmente portati all'entusiasmo, nei quattro mesi che l'ebbero in Londra, si deliziarono alle sue Accademie, ed i pubblicisti di quella metropoli non ebbero pel Martucci che lodi, proclamandolo perfino pianist of Continental fame. (Giovanni Masutto)
  • Il Martucci è quindi assai giovane ancora, ma compì già il giro trionfale delle capitali d'Europa, lasciando tutti i pubblici affascinati, entusiasti dalla potenza del suo ingegno, perocché egli tratta il pianoforte con tanta maestria da cavarne fremiti di voluttà, risa, sospiri, accenti d'ira, scoppi di entusiasmo, che scuotono, elettrizzano, impongono. (Giovanni Masutto)
  • Martucci non era fatto per tirarsi dietro le folle plaudenti al virtuosismo vuoto, alle esecuzioni trascendentali: egli sentiva troppo altamente dell'arte e di sé stesso per concedere alcunché al virtuosismo anche palliato. Rendeva con geniale ed aggraziata forbitezza i piccoli quadri musicali; vivificava le pagine consacrate dalla classicità e di più complessa significazione con mirabile senso del disegno e del colore, con opportuna alternativa di sonorità, prono a quello che un maturo esame gli aveva indicato essere il sentimento dell'autore, al quale l'interprete non deve cercar mai di sostituire qualche cosa di proprio e di personale. (Giuseppe Ippolito Franchi-Verney della Valetta)
  • Chiunque supporrebbe che Giuseppe Martucci – data la sua origine meridionale e gli attributi che si affibbiano con grande faciloneria ai figli del Mezzogiorno – differisse dal suo quasi contemporaneo [Giovanni Sgambati] per maggior copia di qualità esteriori: invece è difficile trovare uomo più austero, musicista più nobile ed elevato di Giuseppe Martucci.
  • Martucci non conobbe feticismi musicali. Egli, pianista maraviglioso, direttore d'orchestra assolutamente eccezionale, accolse nei suoi programmi lavori anche di ignoti che giudicava degni di far conoscere al pubblico. Fu in Italia l'apostolo vero di Wagner e la prima esecuzione del Tristano che egli fece a Bologna è rimasta memorabile.
  • Nella musica di lui troviamo dei meridionali tutte le qualità, ma nessun difetto, se si eccettua la sua primissima produzione. La passionalità vi si alterna con la gaiezza serena e l'espansività, le generosità proprie della razza si manifestano nell'abbondanza melodica che sempre accompagna la produzione martucciana.

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