Giuseppe Pollicelli

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Giuseppe Pollicelli alla Casa Museo Jacovitti di Roma (2016).

Giuseppe Pollicelli (1974 – vivente), giornalista, poeta e regista cinematografico italiano.

Citazioni di Giuseppe Pollicelli[modifica]

  • Il mio maggior pregio è l'ecletticità. Sono mediocre in tutto.[1]
  • Il lavoro è la mia principale preoccupazione. Cerco sempre di evitarlo.[2]
  • Il "pene": un pendaglio da sorca.[3]
  • Tifare per la Juventus significa essere la maggioranza, eppure distinguersi.[4]
  • Pochi sono i duri e puri, molti i morbidi e torbidi.[5]
  • Sai, accanto a te tutto sembra bello... Talmente sei brutta![6]
  • [Palindromo riferito al fumetto Martin Mystère] E d'ogni trama Martin gode.[7]

Citazioni tratte da articoli[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Come il comunismo, Zeman vuole il riscatto dei perdenti e dei (presunti) derelitti, sempre demagogicamente considerati la parte buona da contrapporre a quella, ignobile, dei vincenti. Come il comunismo, Zeman ha il suo nemico giurato, la Juventus (identificata con il grande capitale e le sue losche manovre), che è anche un poderoso alibi per giustificare le sconfitte, il comodo bersaglio grosso da colpire ogni volta che gli eventi prendono una brutta piega.[8]
  • È evidente che nel rapporto tra la Juventus e i media – ma in generale tra la Juventus e gli italiani (o almeno gli italiani non juventini, ovvero la netta maggioranza della popolazione) – c'è qualcosa che non va. L'anti-juventinismo, che da decenni è divenuto un connotato rilevante del costume degli italiani (se non della loro antropologia) sta ormai assumendo tratti patologici. I media alimentano in modo poco responsabile questo "sentimento popolare" [...] pur di blandire la parte maggioritaria delle platee. Eppure la Juventus dovrebbe costituire un motivo di vanto per il nostro Paese: è infatti, oggettivamente, una delle autentiche eccellenze italiane. Dall'Italia del Nord, per essere precisi. Un'eccellenza settentrionale che ha saputo dare lustro all'intera nazione, tanto da venire "adottata" da milioni di italiani del Sud: un lustro che deriva dalla quantità di successi; dal numero di calciatori – superiore a qualsiasi altra squadra – forniti alla Nazionale; da tutti i campioni che della Juve hanno indossato la maglia. E da tanti altri motivi.[9]
  • L'odio viscerale e irrazionale per la Juventus ha due cause. La prima è l'incurabile campanilismo degli italiani. L'italiano medio è un provinciale e quindi la Juventus, che ha la "colpa" di vincere molto essendo al contempo la squadra italiana meno vincolata a un territorio, diviene il bersaglio privilegiato delle frustrazioni di chi, essendo "periferico" si arrocca nella sua marginalità e sfoga il proprio livore su chi da tale marginalità non è afflitto. [...] La seconda causa consiste nel fatto che, nell'essere una delle poche vere eccellenze italiane, la Juve risulta per paradosso un'entità pochissimo italiana. La capacità di programmare e raggiungere gli obiettivi, la serietà dell'ambiente, uno stile di comunicazione rivendicato e riconosciuto (malgrado qualche inevitabile caduta) in tutto il mondo sono caratteristiche talmente rare, in Italia, da generare invidia e rancore: costringono infatti l'italiano medio a un confronto, e dato che l'esito del confronto è impietoso, la reazione sono le calunnie, le sistematiche accuse di furto, il doppiopesismo nella valutazione degli episodi di gioco, la completa indisponibilità a riconoscere il merito.[9]
  • Fisicamente forte, dotato di tecnica sopraffina, formidabile finalizzatore [...], capace di colpi balistici memorabili [...] e, soprattutto, giocatore fornito di un'intelligenza tattica e una visione di gioco tali da renderlo anche un eccellente rifinitore, Totti aggiunge a tutto questo una longevità atletica fuori dal comune, di cui sta dando dimostrazione anche in questi giorni. Ciò non toglie che il Pupone, com'è normale, abbia pure lui qualche difetto. Stranamente mediocre nel tirare le punizioni, ha sempre evidenziato dei limiti caratteriali la cui conseguenza principale (al di là delle troppo numerose intemperanze in campo o delle frequenti manifestazioni di vittimismo davanti a microfoni e telecamere) è stata la scelta di non mettersi mai alla prova con società più blasonate della Roma, uscendo in tal modo da un contesto nel quale, dal 1992 a oggi, viene considerato un semidio a prescindere dai risultati effettivamente raggiunti dalla sua squadra [...]. Sia chiaro: è legittimo che Totti – peraltro profumatamente pagato dalla Roma anche in anni nei quali nessun altro gli avrebbe più garantito certe astronomiche cifre – abbia preferito, anziché sgomitare per affermarsi come leader altrove, rimanere un indiscusso e adorato imperatore in casa propria, rinunciando all'idea di assaporare più spesso il gusto della vittoria sportiva e conducendo una vita quasi interamente inscritta nella direttrice Trigoria-Eur (rispettivamente i quartieri di Roma Sud dove si trovano il centro sportivo della Roma e l'abitazione privata di Francesco). Una scelta che, fra l'altro, gli permetterà di diventare (anzi, glielo ha già permesso) sia una delle figure di maggior rilievo nell'intera storia della Città Eterna sia una delle "bandiere" più importanti del calcio mondiale.[10]

Note[modifica]

  1. Citato in L'Enciclopedia universale della battuta, a cura di Gino & Michele, Edizioni Gut, Milano, 2009.
  2. Da Darkwood Monitor Annual, edito a cura dello Zagor Club, Roma, 2000.
  3. Citato in Le cicale 2006, a cura di Gino & Michele e Matteo Molinari, Edizioni Kowalski, Milano, 2005.
  4. Citato in Emilio Targia, Heysel, 29 maggio 1985. Prove di memoria, Ed. Reality Book, Roma, 2010.
  5. Da Moralista da fumetto, Ed. Mefisto, Roma, 1998.
  6. Da Moralista da fumetto, Ed. Mefisto, Roma, 1998.
  7. Da Quisquilie letterarie, Ed. Mefisto, Roma, 1997.
  8. Da Altro che ribelle: belle parole e pochi fatti. Zdenek è un comunista..., LiberoQuotidiano.it, 6 settembre 2012.
  9. a b Da La Juve, un'eccellenza del Nord odiata dall'Italia che si disprezza, L'Intraprendente.it, 19 marzo 2013.
  10. Da Controcanto su Totti e i tottiani, L'Intraprendente.it, 22 aprile 2016.

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