Giuseppe Savoldi
Aspetto
Giuseppe Savoldi (1947 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.
Citazioni di Giuseppe Savoldi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Dei due Mondiali ai quali non ho preso parte, quella del '74 fu assolutamente l'esclusione più dolorosa. Anche se lo ammetto, fu Bearzot nel '78 a trattarmi davvero malissimo. [...] Ai miei tempi era diverso. Contavano i clan. Assistevo impotente alle convocazioni di chi giocava nella Juventus o nel Torino o nella Lazio: per mantenere gli equilibri, spesso giocavano insieme Bettega e Graziani. E non si può davvero dire che chi andava in campo al mio posto fosse meglio di me.[1]
- Oggi si vuole per forza apparire. I calciatori scendono dal pullman con il cellulare in mano, li vedi in campo con il cellulare in mano, nello spogliatoio con il cellulare in mano. Se fosse successo ai miei tempi, l'allenatore ci avrebbe preso a calci: non dovevi distrarti dal tuo compito di atleta. Evidentemente oggi c'è un’altra visione della vita, ma non mi sembra positiva. [...] da anni ormai ci sono ragazzi che preferiscono passare il tempo davanti a uno schermo piuttosto che andare a giocare a calcio, a basket o a fare un giro in bicicletta. Il problema non è neanche lo strumento ma l'uso che ne viene fatto: li allontana da quello che fa crescere davvero.[2]
- [«Quale consiglio darebbe oggi ai giovani che praticano sport?»] Provarne tanti prima di scegliere la propria strada. Inoltre non preferire per forza quello in cui si vince di più ma quello che regala maggiori soddisfazioni personali. Tutte le esperienze ti formano e ti aiutano a superare gli ostacoli futuri. Basti pensare che il mio stacco sul colpo di testa derivava dall'aver imparato la tecnica del terzo tempo negli anni in cui ho giocato a basket.[2]
- [...] ho accettato questo trasferimento dal Bologna al Napoli perché arrivando a Napoli io pensavo di poter fare un salto di qualità, che poi dopo se è stato fatto o no lo decideranno gli altri. Comunque io andando a Napoli ho fatto un salto di qualità sia sotto l'aspetto calcistico e sia sotto l'aspetto della cultura, esperienza... non so come definirlo. Comunque mi sono arricchito, mi son fatto un'esperienza incredibile, una cosa eccezionale perché Napoli non ti può dare il niente, ti può dare grandi cose, delle cose eccezionali perché è ricca di tutto. È una città che ha una storia sotto un aspetto culturale e ha una storia sotto l'spetto del vivere le cose di tutti i giorni [...]. Napoli è stata un arricchimento della mia cultura.[3]
- Vinicio [...] è stato un rivoluzionario [...] perché è uno tra quelli che ha portato il calcio olandese e di fatti quello che ha fatto un po' una rivoluzione nei sistemi del gioco all'italiana. Quello del catenaccio, difensore in marcatura, un libero dietro e difendersi e poi ripartire in contropiede. Invece lui [...] è stato quello che ha proposto alla squadra di giocare non per difendersi ma per attaccare. Quindi riprendendo quello che è il calcio olandese.[3]
- Le prime volte che giocavo lì, mi tremavano le gambe. San Siro è unico in Italia. In tutte le altre grandi città, lo stadio aveva la pista che toglieva qualcosa all'adrenalina. A San Siro le vibrazioni si sentivano in maniera intensa, era un concentrato di emozioni: qualcuno aveva persino paura di giocarci.[4]
- [«C'era un avversario che le incuteva più timore?»] No. Semplicemente perché le ho prese da tutti. Erano anni in cui dovevi salvare le gambe prima di pensare al gesto tecnico.[4]
Citazioni non datate
[modifica]Citato in Paolo Camedda, goal.com, 21 gennaio 2023.
- Non ero uno di quelli che pensa: diventerò un grande calciatore. Io volevo giocare, mi piaceva e basta.
- A Bologna ho cominciato a tifare Virtus, perché mi piaceva tanto Caglieris. Forse anche perché era alto come me. Ma poi sono diventato tifoso della Fortitudo: nell'altra squadra di Bologna era arrivato il mio amico Arrigoni. Avevamo giocato insieme a pallacanestro a Bergamo, gli avevo insegnato i fondamentali. Allora era pivot, nella Fortitudo giocava da ala. E dopo la partita del Bologna al Dall'Ara, scappavo al palazzetto per godermi lo spettacolo di Virtus e Fortitudo.
- [Sulla finale della Coppa Italia 1973-1974] È stata una partita incredibile, dall'epilogo inaspettato. Noi meritavamo di perdere [...], perché abbiamo subito nei tempi regolamentari e nei supplementari. Però la partita poi l'ha persa il Palermo. Ha creato tante occasioni senza sfruttarle. Noi siamo stati fortunati perché ci siamo inventati un rigore al 90', da me trasformato, e poi siamo stati bravi nello sbagliare meno dei siciliani nei tiri di rigore.
- Napoli è una città particolare, che ha un suo modo di vivere, che sdrammatizza.
Citazioni su Giuseppe Savoldi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Giuseppe Savoldi è stato uno dei grandi cannonieri del campionato italiano, pur non rientrando nella categoria dei fuoriclasse. Era uno di quegli "animali da gol" che possono infischiarsene della raffinatezza del tocco o dell'abilità nel dribbling stretto, tanto sono in grado di metterla dentro, in ogni circostanza di partita, grazie a un istinto superiore.
- Inutile chiedergli ricami spettacolari o vistose partecipazioni alla manovra. Però bastava che in una partita bloccata un pallone vagante piovesse in area per vederlo salire in cielo a colpire di testa (la sua specialità) o inventare inprovvise conclusioni al volo a mezz'altezza che incenerivano i portieri. La pratica giovanile del basket gli aveva costruito un'elevazione straordinaria: nonostante non superasse l'1,75 di altezza, la sua testa riccioluta riusciva ad arrivare più in alto delle braccia protese del portiere. Ed era pressoché indistruttibile: le sue assenze in carriera si contavano sulle dita di una mano.
- Il 1975 fu il suo anno magico. In estate fu protagonista dell'affare dell'anno, l'ingaggio da parte del Napoli a una cifra iperbolica. La vicenda tra l'altro aveva aspetti curiosi: l'allora presidente del club partenopeo, [...] Corrado Ferlaino, chiese al suo collega, Luciano Conti, se Savoldi fosse in vendita. Il Napoli era alla disperata ricerca di un attaccante capace di garantire una quindicina di gol all'anno; le frontiere erano chiuse, bomber così erano merce rarissima e chi li aveva – cioè gli squadroni – se li tenevano stretti. Conti, che al Bologna teneva, se la cavò sibilando una battuta con le consonanti spesse alla bolognese: «Certo, se mi dai due miliardi!». Una boutade, che cessò di essere tale non appena Ferlaino rispose: «D'accordo».
Note
[modifica]- ↑ Da un'intervista a Il Mattino; citato in Savoldi: "In nazionale contavano i clan, io penalizzato perchè giocavo nel Napoli! In Italia nessuno come Insigne", tuttonapoli.net, 31 maggio 2014.
- ↑ a b Dall'intervista di Marco Vigarani, I 75 anni di Giuseppe Savoldi: «Vivo senza internet. I cellulari? Fanno male al calcio», corrieredibologna.corriere.it, 21 gennaio 2022.
- ↑ a b Dall'intervista di Ruben Zaccaria, Esclusiva – Savoldi: "Napoli arricchimento della mia cultura", sportdelsud.it, 20 giugno 2022.
- ↑ a b Dall'intervista di Simone Pieretti/Edipress, Milan-Napoli, Savoldi: "Che ricordi a San Siro, emozioni uniche", guerinsportivo.it, 18 settembre 2022.
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Giuseppe Savoldi
- Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Savoldi