Henriette Méric-Lalande

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Henriette Méric-Lalande in una litografia di Josef Kriehuber (1827 circa)

Henriette Méric-Lalande, italianizzata in Enrichetta (1798 – 1867), soprano francese.

Citazioni su Henriette Méric-Lalande[modifica]

  • La Straniera [di Vincenzo Bellini] riusciva funesta all' artista che ne rappresentò la parte principale. La Meric-Lalande, obbligata a cantare per tutta l'opera in un diapason estremamente elevato, si sforzò di sormontare trionfalmente tutte le grandi difficoltà vocali. E vi riuscì; ma la sua voce soccombette agli sforzi inauditi!
    La patria di Bellini, sulla quale si rifletteva lo splendore, che egli andava recando all'arte musicale, gli decretò una medaglia, che da una parte ne aveva il ritratto colle parole intorno: Vinc. Bellini Catanensis Musicæ Artis Decus; dall'altra una Minerva ritta, con una corona nella destra e con asta e scudo nella sinistra, circondata dal motto: Meritis quæsitam Patria. (Francesco Florimo)
  • Modesta non men che valente, abbandonò presto le scene, quantunque le avesse già troppo illustrate per temere d'esser posta in oblio. È questa un'attrice cantante, che l'Italia, per la sua rara espressione, pei suoi slanci e per la prepotente sua voce, non ammirò, ma idolatrò, siccome disse molto a proposito un savio critico. (Francesco Regli)
  • [Commentando l'epigrafe posta su una medaglia coniata in onore della cantante] Noi poi ci siamo bevute più volte le carissime note della Lalande nell'ultimo giorno di Pompei, e nel Pirata, e fra quell'affettuoso cantare, gli tributavammo encomi che partivano dal cuore; ma perciò non crediamo la si possa predicare Signora del canto ove vi sono altre donne che possono emularla, come la Pasta, la Sontag, la Malibran, e che se forse anche ad esse saranno coniate in altri luoghi dagli ammiratori Signore del canto, ne accadrà presto di avere un'oligarchia di regine cantanti. (Defendente Sacchi)

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