Herbert Kappler

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Herbert Kappler

Herbert Kappler (1907 – 1978), criminale di guerra e militare tedesco.

Citazioni di Herbert Kappler[modifica]

Dagli atti del processo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine

Riportato in Il macabro piano per l'eccidio delle Ardeatine, La Stampa, 8 giugno 1948.

  • Sentivo terribile su di me la responsabilità dell'esecuzione. Ne studiai febbrilmente le modalità. Chiamai a rapporto i miei ufficiali e li misi al corrente della situazione e impartii loro gli ordini. Ogni comandante doveva partecipare all'esecuzione sparando un colpo di mitra. Era questa una necessità simbolica.
  • Ciascuno doveva sparare non più di un colpo e bisognava che si mirasse alla nuca della vittima, senza però che si appoggiasse sul cranio la canna; questo per evitare che il fucilando ne provasse l'impressione fisica e psichica.
  • Mi venne in mente di eseguire la fucilazione in una caverna; non potevo infatti, per ragioni di tempo, costruire un cimitero né usare il forte Bravetta; avrei dovuto adoperare le sedie e il numero dei fucilandi era troppo alto.
  • Fui costretto a ordinare che nessun cappellano assistesse all'esecuzione: è, infatti, terribile per un morituro il distacco dal sacerdote.
  • Era mio dovere preciso obbedire agli ordini che parlavano come dovessero essere fucilati dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso.

Da Intervista a Kappler Il boia delle Ardeatine dice "Sono malato"

Intervista riportata in La Stampa, 3 dicembre 1976.

  • Finché non sarò in Germania non voglio illudermi, né disperarmi. Troppe volte i miei sogni di libertà sono stati delusi.
  • [Sull'eccidio delle Fosse Ardeatine] Soltanto io so quanto ho sofferto di quella terribile esperienza.
  • [Sui suoi ufficiali superiori] Vennero imprigionati dagli inglesi, condannati alla pena capitale, poi tramutata in ergastolo, infine condonati e rilasciati.

Citazioni su Herbert Kappler[modifica]

  • Da un punto di vista umano non siamo contrari che si cerchi di curare un ammalato nel miglior modo possibile, ma dobbiamo esprimere la nostra categorica contrarietà che venga consentito a Kappler di lasciare il territorio nazionale. Che venga curato in uno o in un altro ospedale non importa, purché non si possa in alcun modo affermare che attraverso la sospensione della pena si sia arrivati alla concessione della grazia. (Elio Toaff)
  • I tedeschi in via Tasso, gli sgherri fascisti in via Romagna, volevano confessioni dagli arrestati, volevano nomi di compagni, indicazioni di luoghi di radunata, per aumentare il bottino d'ostaggi, per avere nuovi pretesti a ruberie e ricatti; e tormentavano e torturavano secondo una tecnica di cui Kappler si vantava inventore, "meine eigene Technik, meine eigene raffinierte Technik", diceva, subito ridendo grosso, perché il tedesco non sorride mai. Ma non era soddisfatto il tenente colonnello Kappler, "diese Italiener" diceva, "sono più duri di quanto credessi, la maggior parte non vogliono aprir bocca, tun den Mund nicht auf, vanno a morire senza aver detto niente". (Paolo Monelli)
  • La comunità ebraica è stata contraria alla concessione della grazia perché il delitto di cui Kappler si è macchiato non poteva essere perdonato. (Elio Toaff)
  • La fuga del responsabile della nefanda strage delle Fosse Ardeatine è ancora più dolorosa perché Kappler rappresentava per tutti i perseguitati, i partigiani e per l'ideale democratico nato dalla Resistenza, la testimonianza più amara e cruda delle atrocità e della barbarie nazista che hanno travagliato il nostro Paese. (Aldo Viglione)
  • La fuga di Kappler ha risvegliato il ricordo di un passato doloroso. Le lezioni da trarsi da questo passato dovrebbero rafforzare in ambedue le parti [Italia e Germania] la determinazione di fare, insieme con i nostri amici europei e con i nostri alleati, tutto il possibile per evitare che gli orrori del passato possano ripetersi. (Hans-Dietrich Genscher)
  • Se è vero che Kappler sta morendo, ripugna la coscienza di ogni democratico pensare che morirà essendo libero. (Umberto Terracini)

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