Herbert York

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Herbert York (1957)

Herbert Frank York (1921 – 2009), fisico statunitense.

Il dibattito sulla bomba a idrogeno[modifica]

  • Alla fine della seconda guerra mondiale, la maggior parte degli scienziati atomici statunitensi era dell'opinione che all'Unione Sovietica sarebbero occorsi quattro o cinque anni per costruire una bomba basata sul principio della fissione nucleare; l'esatto intervallo di tempo tra il primo esperimento nucleare americano e il primo esperimento sovietico si rivelò essere di quattro anni e sei settimane. Nonostante questa concordanza con le previsioni, quasi tutti, compresi la maggior parte dei funzionari governativi degli Stati Uniti e dei membri del Congresso, reagirono all'avvenimento come se costituisse una grande sorpresa. Evidentemente, molti di loro o si erano scordati oppure non erano mai stati a conoscenza delle iniziali previsioni degli esperti e in ogni caso la realizzazione dell'impresa semplicemente non si accordava con la quasi universale opinione che vedeva nell'Unione Sovietica una nazione tecnologicamente arretrata. (p. 96)
  • Gli oppositori della proposta [di realizzare una bomba all'idrogeno o superbomba] sostenevano che né il possesso della bomba, né l'avvio della sua realizzazione erano necessari al mantenimento della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e che, date quelle circostanze, sarebbe stato moralmente sbagliato iniziare la costruzione di un'arma dotata di una tale potenza distruttiva. L'essenza delle loro argomentazioni era che il mondo avrebbe dovuto impedire la realizzazione e l'immagazzinamento della superbomba, se ciò fosse stato realmente possibile, e che una iniziativa presa in questo senso dagli Stati Uniti avrebbe costituito un presupposto necessario per convincere altre nazioni a fare altrettanto. (p. 96)
  • I sostenitori della superbomba sottolineavano che l'acquisizione di questa arma da parte dei sovietici era soltanto una questione di tempo e che una rinuncia alla sua realizzazione da parte americana sarebbe equivalsa, nel migliore dei casi, a una deliberata decisione di far retrocedere gli Stati Uniti al rango di potenza di seconda classe e, nel peggiore dei casi, a una dichiarazione di resa. Inoltre, essi sostenevano che la decisione di realizzare la superbomba non differiva, sotto il profilo morale, dalla decisione di sviluppare qualsiasi altro tipo di ordigno bellico. (pp. 96-97)

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