Hirokazu Kore'eda
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Hirokazu Kore'eda, (1962 – vivente), regista e sceneggiatore giapponese.
Citazioni di Hirokazu Kore'eda
[modifica]«Il mio (surreale) film sulla famiglia stravolge il concetto di maternità»
Stefania Ulivi, Corriere della sera, 2 ottobre 2022, pag. 43.
- Da tempo, dopo la perdita di mia madre e la nascita di mia figlia, mi trovo a riflettere su cosa tenga unite le persone oltre ai legami di sangue. In Giappone l’idea di famiglia è strettamente connessa con il sangue, nessun’altra forma è riconosciuta socialmente, ma tutto questo sta cambiando radicalmente sotto i nostri occhi, così come gli stessi concetti di maternità e paternità
- Per preparare il film [Le buone stelle - Broker] sono stato in un orfanatrofio, ho incontrato alcuni ragazzi. Sono ragazzi che convivono con la domanda: “È stato un bene per me nascere?”, senza trovare una risposta definitiva
- Avevo sempre pensato che la maternità fosse qualcosa di innato, un legame immediato alla nascita del figlio, mentre la paternità fosse più razionale. Ma parlando con amiche, mi hanno fatto notare che pure questo è un nostro pregiudizio maschile
Articolo pubblicato su AnimeClick.it, 15 maggio 2017
- Cerco di evitare l'utilizzo della musica per amplificare, potenziare, estendere, quelle che sono le emozioni dei personaggi; di solito, invece, inserisco la musica come intervallo tra una scena e l'altra. Infatti faccio sempre in modo di evitare che ci sia una sovrapposizione fra le battute e la musica stessa. La musica ha sempre un ruolo di rilievo, però per me è l'acustica ad avere un ruolo ancora più importante, acustica intesa come suono della vita quotidiana: ad esempio, il suono della vasca da bagno e dell'acqua che la riempie; oppure quello del cibo, mentre si mangia; o il futon mentre viene steso sul pavimento.
- A mio padre piaceva il gioco d'azzardo: ad esempio, quando io avevo qualche malattia non si riuscivano a trovare i soldi per le cure. E mi ricordo che lui poi magari andava a chiedere del denaro in prestito a qualcuno che si trovava vicino alla fermata dell'autobus, e siccome lui all'apparenza sembrava una persona molto seria, riusciva nel suo intento. [...] Poi mi ricordo che arrivavano le telefonate chiedendo "ma suo figlio adesso si sente bene?" e io rispondevo dicendo "sono io il figlio, sì adesso è tutto a posto". A volte quella della mia malattia era una la scusa che lui utilizzava per ottenere soldi, anche se non era vero che stavo male.
- Se dovessi parlare in Giappone della mia famiglia come ho appena fatto qui, mia sorella si arrabbierebbe moltissimo, quindi lì in genere vedo sempre di evitare questo tipo di discorsi... Ma siamo a Milano, quindi se ne può parlare.
- Io sono dell'idea che, alla fine, la persona che crea un film propone, tramite quel film, un processo della propria filosofia, del proprio pensiero. E quindi, poi, chi guarda quel film in un certo istante, avrà la possibilità di unirsi per la durata del film insieme alla persona che lo ha creato; dopo di che, prende una sua strada, un suo percorso. Questo secondo me è il cinema ed è anche una vera forma di intrattenimento.
- Il regista che mi ha portato a intraprendere questa carriera è, non lo dico perché sono in Italia, Fellini. Sono passati trent'anni, ma è stato un episodio molto importante della mia vita: ricordo che avevo 19 anni, era un cinema piccolo della zona universitaria, ed è stata una cosa molto importante. Ho anche delle forti simpatie nei confronti di produzioni inglesi e di altri registi, ma Fellini è stato il punto di partenza.
- Come regista cinematografico, adesso finalmente riesco a girare i film che desidero in modo costante, però ci sono ancora molte cose che non vanno come vorrei, cioè ho ancora l'impressione di dovermi potenziare, di dover in qualche modo espandere le mie possibilità.
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