Iga Świątek

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Iga Świątek (2019)

Iga Natalia Świątek (2001 – vivente), tennista polacca.

Citazioni di Iga Świątek[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Non presto molta attenzione a quello che i media e gli haters hanno da dire, l'unica pressione che sento di avere è quella che io carico su me stessa.[1]
  • All'inizio guardavo soprattutto mia sorella maggiore, Agata. Mi intrufolavo alle lezioni di tennis. Ho iniziato a giocare per mio padre e per lei. Quando sono cresciuto un po', Rafael Nadal è diventato il mio grande riferimento. Ammiro la sua etica del lavoro e come il successo non lo ha cambiato, è ancora un ragazzo molto gentile e umile.[2]
  • [«[...] pensavamo che ormai sei abituata a vincere»] Non è qualcosa a cui ti abitui. Perchè ogni partita è dura. Anche se può sembrare facile, non lo è mai; dietro c'è sempre una dura preparazione e una certa pressione. Il minuto dopo che vinci un match, nella tua testa inizia già quello successivo in questi tornei dove si gioca tutti i giorni.[3]
  • [Su Ashleigh Barty] [...] mi è sempre piaciuto guardarla giocare, per via del suo gioco; ma anche per la sua forza mentale. Proprio su questo aspetto, in campo, dimostrava sempre una superiorità rispetto alle avversarie che incontrava.[3]

The Special One

Intervista di Federico Ferrero, tennismagazineitalia.it, 27 novembre 2020.

  • Quando ero piccola, in televisione seguivo solo Nadal. Non guardavo né altri giocatori, né seguivo il circuito femminile. Senza pensarci troppo, in campo provavo a giocare alla sua maniera, e qualcosa mi è rimasto.
  • Non so dire se il mio tennis sia di stampo maschile, sicuramente non ho copiato tenniste. Al di là del mio modello, Rafa [Nadal], penso che il mio gioco sia un mix di cose. Prima di tutto, l'istinto. Non penso troppo, vado e basta. Poi, il mio primo coach [...] mi ha insegnato cose importanti come il servizio kick, che adesso è una delle mie armi. E ci metterei anche il mio mindset.
  • Per me la cosa peggiore di questo sport [il tennis], che mi piace in tutto, dalle sfide, ai viaggi, sono proprio gli infortuni. Ne ho già avuti [...] e trovo che sia difficile accettarli. Sono l'unica cosa che mi disturba, perché arrivano quando vogliono, e possono rovinare tutto. Magari sul più bello.

La storia di un'introversa polacca

Da The Player's Tribune; citato in Cipriano Colonna, ubitennis.com, 19 gennaio 2023.

  • Sono una persona introversa, e soprattutto provengo da un posto dal quale nessuno mai si sarebbe aspettato che io potessi avere successo nel tennis. Quantomeno finora era difficile da prevedere. Dopo la mia prima vittoria al Roland Garros, da subito in Francia mi sembrò che le cose fossero rimaste normali. Ma quando sono tornata in Polonia? Beh, lì è stato davvero diverso. La mia famiglia è stata invitata ad una cerimonia di premiazione al Palazzo Presidenziale. Questo avvenimento accadde esattamente tre giorni dopo la finale di Parigi. In quell'occasione mi onorarono di una medaglia, e nel tragitto per giungere a destinazione fummo addirittura seguiti dai paparazzi. Io e i miei familiari viviamo fuori Varsavia e sorprendentemente loro ci stavano aspettando davanti casa con le telecamere. Ci ritrovammo così in auto io, mio padre alla guida ed un addetto della sicurezza. Ebbi la sensazione che stessimo andando veramente veloci, sfrecciando accanto ai negozi che vedevo così sfocati. Mio padre controllava continuamente gli specchietti retrovisori per vedere se ci stessero inseguendo e per depistarli cambiava direzione all'ultimo ad ogni incrocio. Sembrava la scena di un film americano, da una parte spaventosa ma dall'altra ci siamo divertiti ridendo costantemente per tutto il percorso che ci ha condotti in città.
  • Quando vinco, e sono ancora in campo, anche solo vedere una mia foto mi provoca tanta emozione. Perché sinceramente, per quanto possa risultare surreale, non mi interessa così tanto mostrarmi sui cartelloni pubblicitari o altre cose del genere.
  • Ci sono stati periodi della mia vita in cui ero talmente introversa che anche semplicemente parlare con altre persone rappresentava per me una grande sfida da affrontare. Fino a 18 anni, per me è stato estremamente difficile guardare le altre persone negli occhi. Odiavo questa difficoltà nel relazionarmi con gli altri. Sembrava che non fossi in grado di creare dei collegamenti con gli altri individui, ma quando mi trovavo di fronte ad alcune persone in particolare avvertivo una sensazione di vuoto nella mia mente che mi portava a non sapere cosa dire. Chiacchierare per me non era una cosa naturale.
  • [...] non sono stata quel tipo di ragazza che si innamora all'istante della racchetta. Quando ascolto storie di altri atleti che invece vanno in questa direzione, io penso tra me e me: "un bambino può davvero sentire questo tipo di sentimento?". Per me non è stato così. Sicuramente fin da subito mi piaceva molto giocare, ma non sognavo di poter diventare una tennista professionista. Al contrario è sempre stato il sogno di mio padre. Ha sempre voluto che le sue figlie facessero sport, che facessero attività fisica e magari che un giorno potessero diventare delle atlete. Ricordo che quando avevo dieci anni, all'epoca ero un pochino più estroversa come tutti i bambini, preferivo dopo la scuola restare a giocare a calcio con gli altri bambini piuttosto che andare a fare gli allenamenti di tennis. Allora a quel punto, mio padre veniva a cercarmi a scuola e mi gridava: "Igaaaa, vieni qui!!!". [...] Mio padre è stata quella ricorrente voce nella mia testa che mi indirizzava nella giusta direzione.
  • Ho sempre lottato con la mia sensazione interna di dover necessariamente fare tutto correttamente per l'intera durata di un match. E questo poi ti costringe a provare la stessa sensazione anche nella vita di tutti i giorni, dove avverti la percezione di dover svolgere il tuo compito molto bene sino alla fine. Ad esempio quando pulisco casa, sento che sto sprecando tante energie ma non voglio fermarmi perché voglio completare il mio compito perfettamente. In pratica non mi fermo mai, se non sento di aver dato abbastanza. A volte devo sforzarmi per sentirmi orgogliosa di me stessa. Ma dall'altra parte sono altrettanto consapevole che dover svolgere tutto nel migliore dei modi, è anche la strada vincente che mi ha portato fino a questo punto della mia vita; nonostante sia molto difficile da perseguire e ci sia l'opzione che diventi autodistruttiva.

Citazioni su Iga Świątek[modifica]

  • È impressionante la semplicità con cui gioca. Nelle donne non è cosi scontato giocare contro una che fa tutto molto bene e fa sempre la scelta giusta. (Jasmine Paolini)

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Lorenzo Ercoli, Ambiziosa e paziente, il connubio vincente di Iga Swiatek, sportface.it, 11 aprile 2019.
  2. Da un'intervista a Mujerhoy; citato in Gianluca Ruffino, Iga Swiatek si racconta: dal rapporto con le altre tenniste all'idolo d'infanzia, tennisworlditalia.com, 4 maggio 2022.
  3. a b Dalla conferenza stampa dopo la vittoria degli Internazionali d'Italia 2022; citato in Pellegrino Dell'Anno, WTA Roma, Iga Swiatek: "Surreale vincere così tanti tornei. Con Barty sarebbe stato più difficile", ubitennis.com, 15 maggio 2022.

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