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Il malato immaginario (film)

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Il malato immaginario

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Titolo originale

Il malato immaginario

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1979
Genere commedia
Regia Tonino Cervi
Soggetto Molière
Sceneggiatura Alberto Sordi, Tonino Cervi, Cesare Frugoni
Produttore Piero La Mantia
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani


Il malato immaginario, film italiano del 1979 con Alberto Sordi e Laura Antonelli, regia di Tonino Cervi.

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Se vuoi stare in pace, devi sta' a casa tua. E pe' sta' a casa, te devi senti' male. (Don Argante)
  • Il malato deve essere curato, amato, vezzeggiato, rispettato, accarezzato, coccolato. (Don Argante)
  • Te lo ricordi? Io pure t'ho fischiato. È bastato quello a te pe' capì', sei rimasto qui e non te ne sei più annato. E te chiamano merlo a te? Ma merli semo noi che non capimo un cazzo. Guarda come campamo, e ce credemo più intelligenti de te, più civili de te, invece tiè. (Don Argante, parlando al merlo sul davanzale)
  • Oggigiorno la malattia è un regalo. (Dottor Purgone)
  • Ci so' sempre qua io, Don Arga'. Ve curo io. Io so come si fa (Tonina)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Don Argante: Che gente, ma di che gente parli? Proprio tu che non c'hai anima, non c'hai cuore. Tu, che al posto del cuore c'hai una zinna dura... Ammazza com'è dura, ahò!
    Tonina: Ma Don Arga'!
    Don Argante: Che è, che voi? Tu sei una bestia ignorante. Tu non c'hai la sensibilità di capire certe cose, tu non ti sei mai voluta raffinare. [si alza scoreggiando]
    Tonina: E già, invece voi...
    Don Argante: Io che? Io che?
    Tonina: No, dicevo, voi sì che siete raffinato co' 'sti scoregge...
    Don Argante: Sì. Ssh... Sono raffinato. Ignorante, che non sai leggere. Flautolenze, hai capito che cosa sono, leggi cosa dice il dottor Purgone: flautolenze, no scoregge.
    Tonina: Eh, quello le chiama così perché ve le fa paga' quaranta soldi l'una.
  • Tonina: Grazie.
    Don Argante: E grazie de che?
    Tonina: Di quello che avete detto. È così bello sentirvi parlare così ogni tanto, sembrate un altro.
    Don Argante: Chi te sembro?
    Tonina: Il mio grande padrone, che io so' fiera de servì'. Comandate, Don Arga'.
    Don Argante: [porgendole il braccio] Vie', portame a piscia', va'.
  • Dottor Purgone: Penetrato. [riferendosi alla sonda del clistere]
    Don Argante: Sì?
    Dottor Purgone: Non l'avete sentito?
    Don Argante: No, niente... Com'è?
    Dottor Purgone: Strano, eppure ve lo ha già infilato.
    Don Argante: Bravo! E io me lo faccio infila' sempre da te.

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