Imraan Coovadia
Imraan Coovadia (1970 – vivente), scrittore sudafricano.
I colori: le innumerevoli gradazioni di verde e la lucentezza metallica di una Beretta per signore.
I numeri: il tre, il fortunato sette e i sessantamila dollari che abbiamo preso per il lavoretto a Sun City.
I luoghi: Peshawar, la melanconica Lourenço Marques[1], Brooklyn, New York.
Gli oggetti: le chiavi della Mercedes blu (una SL, non la vecchia Roadster), una scatola di sigari foderata di feltro verde e, al suo interno, le munizioni di piccolo calibro sparpagliate come monetine. Un gilet di Brioni... un detonatore con innesco elettrico... un reggiseno di rayon dalle grandi coppe di un colore bianco argentato.
Con queste e molte altre circostanze ancora inizia la mia storia, a cominciare dal fascicolo 3741 presentato alla corte dell'Eastern District di Brooklyn. Si chiama in giudizio Firoze Peer per essersi spacciato per un funzionario federale. Sono inoltre stato accusato di aver venduto passaporti a quei famigerati dirottatori e di aver violato la sicurezza degli Stati Uniti. Ma è tutta colpa di quello scervellato di mio fratello, Ashraf. Io e lui non abbiamo nulla in comune, eccetto questo bagliore sulfureo negli occhi verdi.
Note
[modifica]- ↑ Capitale del Mozambico, l’odierna Maputo.
Bibliografia
[modifica]- Imraan Coovadia, I ladri dagli occhi verdi, traduzione di Tiziana Felici, Newton Compton, 2010. ISBN 9788854112162
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