Irene Cao
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Irene Cao (1979 – vivente), scrittrice italiana.
Maurodi, nanopress.it, 28 ottobre 2014.
- [Come e quando hai deciso che saresti diventata una scrittrice?] Scrivere non è qualcosa che si decide. È qualcosa a cui si approda dopo essersi ascoltati dentro. Almeno, nel mio caso è stato così. Ho iniziato ad avvicinarmi alla forma del romanzo nel 2008: avvertivo la necessità di dar corpo a una storia che da un po' sentivo crescermi nella pancia. Volevo raccontarla a tutti i costi, affidandomi agli unici strumenti del mestiere di cui disponevo: il cuore e la tenacia. Strumenti che da allora tengo sempre con me.
- [I tuoi libri trasudano erotismo, ma non solo. Ti infastidisce essere bollata come scrittrice erotica?] Non c'è nulla di male nella definizione "scrittrice erotica", ma mi infastidisce quando diventa un'etichetta di genere, perché finisce per essere limitante, e molto spesso, più che avvicinare, allontana. Fortunatamente, la maggior parte dei miei lettori hanno capito che nei miei libri si innestano altri registri, oltre al mero erotismo: l'arte, l'amicizia, il romanticismo, l'amore per la cultura italiana e i Classici.
- [Ogni scrittore ha i suoi riti. Quali sono i tuoi?] Prima di iniziare a scrivere, prego. Mentre scrivo, bevo tè verde alla menta. Dopo che ho scritto, corro, ballo, faccio sport, trovo qualche modo per scaricare la tensione. E quando la tensione se n'è andata, amo cospargermi il corpo di olii alchemici.
- [Tre libri che secondo te non si può non leggere nel corso vita?] Dico quelli che avrei fatto male a non leggere: Anna Karenina di Lev Tolstoj, Siddharta di Herman Hesse, La casa degli spiriti di Isabel Allende.