Joe R. Lansdale

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Joe Lansdale

Joe Richard Harold Lansdale (1951 – vivente), scrittore statunitense.

Citazioni di Joe Lansdale[modifica]

  • C'è pieno di gente che non è felice, ma certo non si diventa più felici a fare infelici gli altri.[1]
  • Brett aveva anche una figlia, di nome Tillie, detta Till, che viveva a Denver. L'ultima lettera che aveva ricevuto da lei le era sembrata incoraggiante. Till diceva che il suo pappone non la picchiava più tanto, e che quasi tutte le vecchie ferite erano sparite, anche se le era rimasta una piccola cicatrice bianca sopra l'occhio destro, e nei giorni freddi zoppicava un po'. Si era comprata un cagnolino di nome Milo, ma al suo pappa non era piaciuto, e gli aveva sparato. In realtà questo non era poi dispiaciuto troppo a Till, perché si era resa conto che non aveva nessun bisogno di un cane, nel piccolo appartamento dove abitava e intratteneva i clienti.[2]
  • Il Texas è uno stato mentale.[3]
Citazione in origine di John Steinbeck.
  • La letteratura non deve risolvere i problemi, semmai segnalarli... Consciamente o no, uno scrittore coglie i segni e intuisce i tempi che verranno.[4]
  • Non è che mi aspettassi che la vita fosse tutta rose e fiori, e che sarei cresciuto sudando perle e scoreggiando bocciuoli di pesca, e neanche mi aspettavo di vivere un milione di anni e di ricevere un'infinità di lettere di stelline di Hollywood dalle lunghe gambe e affamate di sesso, che non vedevano l'ora di violentare il mio corpo e di abbronzarmi l'uccello. Ma, d'altra parte, mi aspettavo qualcosa di meglio di questa roba.[5]

Intervista a Joe R. Lansdale

Intervista di Aldo Funicelli e Roberto Estavio, La Tela Nera, 15 settembre 2005

  • Sono stato poco conosciuto all'inizio perché gli editori non ruscivano a classificarmi. Gli editori preferiscono libri facilmente "etichettabili" negli scaffali delle librerie.
  • Pare che oggi sia di moda essere gay e repubblicano o nero e repubblicano.
  • Io sono un osservatore delle persone, di come parlano, di come si muovono e direi che tutto questo serve a dare spessore ai miei personaggi.
  • Ho iniziato a scrivere all'età di 9 anni e praticare le arti marziali a 12, la mia vita è sempre stata pervasa da queste discipline tanto che sono 42 anni che le insegno; direi che mi hanno insegnato ad avere fiducia in me stesso, a trovare il coraggio di fare certe cose: mi hanno dato il coraggio per scrivere certe cose, mi aiutano a scrivere quello che mi piace raccontare.

Intervista di Davide Comunello

DNews 12 maggio 2009

  • Se fossero italiani Hap e Leonard sarebbero due pugliesi, magari di qualche cittadina dell'estremo sud della regione. Ma anche loro finirebbero subito nei guai, esattamente come i "colleghi" americani.
  • Io, Hap e Leonard abbiamo trascorsi "professionali" comuni, e poi loro sono texani come me. L'unica differenza è che io non sono finito nelle loro stesse rogne.
  • Quando lavoro su un romanzo o un racconto sono un artista, quando lo finisco un uomo d'affari: viviamo di ispirazione, ma quando siamo pagati l'ispirazione viene sicuramente più spesso.

La notte del Drive-in 3. La gita per turisti[modifica]

Incipit[modifica]

Tutti loro vivevano nel grande drive-in Orbit, sotto un buco nel cielo popolato di ombre. Una volta il buco si contrasse come uno sfintere e cagò una melma scura e appiccicosa.
Che puzzava.
E si attaccava ai piedi.
Qualcuno credette che fosse commestibile, perché una volta erano piovute mandorle ricoperte di cioccolato e cose simili, ma quella poltiglia non c'entrava niente con le mandorle al cioccolato. Assolutamente niente. Quelli che la mangiarono si portarono le mani al ventre e morirono urlando.
Per un pezzo i loro corpi restarono accatastati accanto al recinto del drive-in, pronti per il trasporto. E furono trasportati, infatti, ma non lontano.

Citazioni[modifica]

  • Dio è solo la mente che fa gli straordinari (Anonimo). (p. 1)
  • Una volta, dopo che Jack e i suoi ebbero fatto una gran fatica per seppellire un cadavere, un enorme pterodattilo, sbattendo le ali alla velocità vertiginosa di un adolescente che si fa una sega, piombò giù, scavò e artigliò il corpo. (p. 8)
  • La pista era butterata come il viso di un adolescente, e in alcuni punti spariva completamente. (p. 34)
  • Da ragazzo avevo letto una storia buffa, e non mi ricordo il titolo né l'autore, ma ricordo una frase: «Da qualche parte, un rospo scoreggiò in modo sinistro». (p. 34)
  • La luna era molto luminosa, e rendeva l'acqua lucente come il vestito buono di un povero. (p. 44)
  • Da quello che ci aveva raccontato ero certo che non fosse cristiano, ma Cristo, ne aveva tutti i segni. Mentalità ristretta, spirito meschino, ipocrita e pronto a giudicare il prossimo. Forse era un po' troppo istruito, ma su tutti gli altri fronti era un fondamentalista perfetto, anche se veniva dall'estremo opposto dello spettro. Gli serviva solo una cravatta e un pulpito. Era il tipo capace di inculare i chierichetti sui banchi della chiesa, o di fregarti il portafoglio mentre ti spiegava la verità e tu, fratello, dovevi seguire il suo programma. (p. 143)

Incipit di alcune opere[modifica]

Acqua buia[modifica]

Quell'estate, papà smise di far secchi i pesci col telefono e la dinamite e passò ad avvelenarli con le noci acerbe. Usare la dinamite era una faccenda rischiosa: un paio di anni prima – non so come – si era fatto saltare due dita, oltre a essersi ritrovato un'ustione su una guancia che, di primo acchito, sembrava un bacio dato col rossetto e, a guardare meglio, una sorta di eruzione cutanea.

Bastardi in salsa rossa[modifica]

Mi stavo ancora riprendendo dal fatto di essere morto e, lasciatemelo dire, si trattava di un ritorno in piena regola.

Cielo di sabbia[modifica]

Già quel vento bastava a gettare a terra un uomo adulto, ma niente era peggio della polvere. Quando era rossa capivo che arrivava dall'Oklahoma, dove stavamo anche noi. Ma se era bianca significava che un pezzo di Texas ci stava cadendo sulla testa, e se le folate erano più scure giungevano con buona probabilità dal Kansas o dal Nebraska.

Elefante a sorpresa[modifica]

Era una serata buia, umida e fredda, e la pioggia veniva giù a secchiate. Gli alberi sul lato destro della strada si piegavano al nostro passaggio, perdendo foglie e rami che cadevano davanti alla macchina o dritti sulla carrozzeria. Io continuavo a guidare, schivando i rami quando potevo, sperando che non ci fossero dei pezzi di strada in cui l'asfalto era venuto via, o che un ramo non si incastrasse sotto l'auto.

Hap & Leonard 2[modifica]

Era metà aprile quando tornai dal mio lavoro in mare e scoprii che il mio buon amico Leonard Pine aveva perso il posto di buttafuori all'Hot Cat Club, perché in un momento di rabbia, dopo aver cacciato un attaccabrighe fuori dal locale, mentre quello era ancora a terra, Leonard aveva tirato fuori l'uccello e gli aveva pisciato sulla testa.

Hap & Leonard. Sangue e limonata[modifica]

Leonard alzò gli occhi dal giornale che stava leggendo – uno straccetto, tutto quel che restava del nostro quotidiano cittadino, che era ormai quasi interamente online – e mi guardò.

Honky Tonky Samurai[modifica]

Non credo che andiamo in cerca di guai, io e Leonard. Sono i guai che vengono a cercare noi. Spesso comincia tutto per caso, poi qualcosa si allenta e comincia a sferragliare, come il bullone di una giostra in un luna park. All'inizio sembra una cosa da poco, solo un bullone troppo lento che fa uno strano rumore, ma poi il bullone vola via, la giostra prende a cigolare, si inclina su un fianco e zompa per aria, trasformandosi in una massa di seggiolini sfondati, metallo deformato e brandelli di carne umana.

Il mambo degli orsi[modifica]

Quando arrivai da Leonard, la sera della vigilia di Natale, sullo stereo di casa sua c'erano i Kentucky Headhunters a tutto volume che cantavano The Ballad of Davy Crockett, e Leonard, come per una sorta di celebrazione natalizia, stava appiccando il fuoco ancora una volta alla casa accanto.

Il sorriso di Jackrabbit[modifica]

Anche quando faccio qualcosa di piacevole, sembra che la morte e la distruzione siano sempre in agguato dietro l’angolo. Magari non li riconosco subito, quei due demoni, ma so che sono lí.

Io sono Dot[modifica]

Potreste pensare che questa non sia una storia vera, perché una parte di essa contiene cose a cui è difficile credere, ma vi assicuro che non c’è niente di inventato, dall'inizio alla fine. Voglio scriverla tutta prima che il tempo mi porti a inzepparla di dettagli interessanti, come se questa storia ne avesse bisogno.

L'estate della rabbia[modifica]

Le notizie, al contrario delle voci, non si diffondevano con la stessa rapidità di oggi. Non a quei tempi. Né via radio, né per mezzo dei giornali. Non nel Texas dell'est. Le cose erano diverse. Quello che succedeva in un'altra contea erano affari di quella contea.
Le notizie internazionali erano, appunto, internazionali, ossia importanti per tutti noi abitanti del mondo. Ma non era necessario venire a conoscenza di cose terribili ma irrilevanti per la nostra vita avvenute a Bilgewater nell'Oregon, o anche solo a El Paso, all'altro capo dello stato, o ancora lassù a nord, nella cittadina dimenticata da Dio chiamata Amarillo.

L'ultima caccia[modifica]

Accadde nell'estate del 1933 tra le paludi del fiume Sabine, nel Texas orientale, Quelli che ancora se lo ricordano, lo chiamano il Cinghiale del demonio.
Fu anche l'anno in cui Richard Harold Dale diventò uomo all'età poi non così matura di quindici anni.
So quello che dico perché probabilmente quell'anno e il Cinghiale del demonio me li ricordo meglio di chiunque altro. E ne ho ben donde. Sono io Richard Harold Dale e ne porto tuttora le cicatrici.

La foresta[modifica]

Il giorno che nonno venne a prendere me e mia sorella Lula e ci trascinò fino al traghetto, non potevo immaginare che presto mi sarei ritrovato in una situazione peggiore di quella che ci era già toccata in sorte, o che avrei iniziato a frequentare un pistolero nano, il figlio di uno schiavo e un maiale grosso e inferocito, né tanto meno che avrei trovato l'amore e ucciso qualcuno, ma le cose andarono proprio così.

La sottile linea scura[modifica]

Mi chiamo Stanley Mitchell, Jr. Tanto mi ricordo, tanto intendo scrivere. Questa storia ha avuto luogo in una città di nome Dewmont. È tutta vera. Si è svolta nell'arco di un breve periodo, ed è capitata a me.

Mucho Mojo[modifica]

Era luglio e faceva caldo e io stavo interrando piantine e l'idea dell’omicidio manco mi passava per l'anticamera del cervello.

Paradise Sky[modifica]

Dunque, nella vita ho ucciso assassini e animali feroci, ho fatto l'amore nella stessa notte e nello stesso carro con quattro donne cinesi, tra cui una che aveva una gamba di legno, il che rende le cose un tantino difficili, in certi casi. Una volta, mentre attraversavo le pianure, ho pure mangiato un tizio morto, non intero, ovviamente, ma sia chiaro che non lo conoscevo tanto bene, mica eravamo parenti, insomma si è trattato solo di un malinteso.

Rumble Tumble[modifica]

Sarebbe facile dimostrare che la mia vita è stata povera di successi, nel campo finanziario come in quello amoroso. Ma nessuno potrebbe sostenere che è stata povera di eventi.

Sotto un cielo cremisi[modifica]

Da un bel pezzo non mi sparava più nessuno, e negli ultimi due o tre mesi ero riuscito anche a conservarmi la testa tutta intera. Si trattava di una specie di record, e cominciavo già a sentirmi speciale.
Io e Brett ce ne stavamo a letto, al piano superiore della nostra casetta in affitto, col fiato corto perché appena arrivati al traguardo di una lenta, tenera corsa che, qualche volta, potrebbe anche sembrare una competizione; ma basta impegnarsi nella maniera giusta per sentirsi vincitori, anche se si arriva ultimi.
E, in quell'istante, la vita era bella.

Tramonto e polvere[modifica]

Il pomeriggio che piovvero rane, pesci grossi e pesci piccoli, Sunset scoprì che non ci voleva nulla a buscarne tante come Jack Tre Dita.[6]

Una coppia perfetta[modifica]

Quando arrivai in macchina al night club, Leonard era seduto sul marciapiede con uno straccio zuppo di sangue premuto sulla testa. Due auto della polizia erano parcheggiate pochi metri più in là. Uno dei poliziotti, Jane Bowden, una donna tarchiata con i capelli biondi legati a coda di cavallo, era in piedi accanto a Leonard. Era un'amica di Brett, la mia ragazza. Nel parcheggio c'era un tizio disteso sulla schiena.

Una stagione selvaggia[modifica]

Quel pomeriggio in cui tutto cominciò ero nel grande campo dietro casa con il mio buon amico Leonard Pine. Io avevo in mano il calibro dodici e lui lanciava in aria i piattelli.

Citazioni su Joe Lansdale[modifica]

  • Il particolare genio narrativo di Lansdale sta nell'aver trasferito sulla pagina scritta un'esperienza di vita con un'inconfondibile poetica narrativa. (Emanuele Trevi)
  • Un genio e il più grande scrittore contemporaneo. (Gianni Cuperlo)

Note[modifica]

  1. Da La sottile linea scura; Rosy Mae.
  2. Da Bad Chili, p. 95.
  3. Dall'introduzione a Garth Ennis e Stive Dillon, Preacher – Texas o morte.
  4. In un'intervista al magazine XL, ottobre 2005.
  5. Da La notte del Drive-in 2, p. 4.
  6. Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Joe R. Lansdale, Acqua buia, traduzione di Luca Conti e Chiara Ujka, Einaudi, 2012. ISBN 9788806208868
  • Joe R. Lansdale, Bad Chili (Bad Chili, 1997), traduzione di Alfredo Colitto, Einaudi, Torino 2003. ISBN 8806180355
  • Joe R. Lansdale, Bastardi in salsa rossa, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2019. ISBN 9788806240448
  • Joe R. Lansdale, Cielo di sabbia, traduzione di Luca Conti, Einaudi, 2011. ISBN 9788806208578
  • Joe R. Lansdale, Elefante a sorpresa, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2019. ISBN 9788806242466
  • Joe R. Lansdale, Hap & Leonard 2, traduzione di Alfredo Colitto, Einaudi, 2016. ISBN 9788806229511
  • Joe R. Lansdale, Hap & Leonard. Sangue e limonata, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2019. ISBN 9788806235307
  • Joe R. Lansdale, Honky Tonky Samurai, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2017. ISBN 9788806234331
  • Joe R. Lansdale, Il giorno dei dinosauri (The Drive-In 2: Not just one of these sequels, 1989), traduzione di Delio Zinoni, Mondadori Urania n. 1224, Milano, 1994.
  • Joe R. Lansdale, Il mambo degli orsi, traduzione di Stefano Massaron, Einaudi, 2018. ISBN 9788806238834
  • Joe R. Lansdale, Il sorriso di Jackrabbit, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2018. ISBN 9788806235314
  • Joe R. Lansdale, Io sono Dot, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2018. ISBN 9788806237691
  • Joe R. Lansdale, L'estate della rabbia, in "999", a cura di Al Sarrantonio, traduzione di Tullio Dobner, Annabella Caminiti, Francesco Di Foggia, Sperling & Kupfer, 1999.
  • Joe R. Lansdale, L'ultima caccia, traduzione di Seba Pezzani, Fanucci, Collezione atlantica, 2006. ISBN 9788834711491
  • Joe R. Lansdale, La foresta, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2015. ISBN 9788806224547
  • Joe R. Lansdale, La notte del Drive-in, traduzioni di Vittorio Curtoni e Delio Zinoni, Einaudi, 2004. ISBN 9788806170028
  • Joe R. Lansdale, La notte del Drive-in 3. La gita per turisti (The Drive-In: The Bus Tour, 2005), traduzione di Alfredo Colitto, Einaudi, Torino, 2008. ISBN 9788806175863
  • Joe R. Lansdale, La sottile linea scura, traduzione di Luca Conti, Einaudi, 2004. ISBN 8806169122
  • Joe R. Lansdale, Mucho Mojo, traduzione di Vittorio Curtoni, Einaudi, 2019. ISBN 9788806240417
  • Joe R. Lansdale, Paradise Sky, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2017. ISBN 9788806235758
  • Joe R. Lansdale, Rumble Tumble, traduzione di Alfredo Colitto, Einaudi, 2019. ISBN 9788806240431
  • Joe R. Lansdale, Sotto un cielo cremisi, traduzione di Luca Conti, Fanucci, Tif Extra, 2011. ISBN 9788834718223
  • Joe R. Lansdale, Una coppia perfetta, traduzione di Luca Briasco, Einaudi, 2019. ISBN 9788806242206
  • Joe R. Lansdale, Una stagione selvaggia, traduzione di Costanza Prinetti, Einaudi, 2018. ISBN 9788806239367

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