Johann Heinrich Wilhelm Tischbein
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Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751 – 1829), pittore tedesco.
Citazioni di Johann Heinrich Wilhelm Tischbein
[modifica]- [Tischbein lascia Napoli occupata dai Francesi il 20 marzo 1799] Napoli, la splendida Napoli mi parve nera e triste come una tomba. Altra volta, nei giorni di festa, i chiostri sulle colline erano illuminati con migliaia di lumi: si sparavano cannoni, s'accendevano fuochi d'artifizio. Ora, tutto scuro e deserto: i palazzi, sinistri e silenziosi: appena qua e là accennava un lume solitario. Il mio sangue era in fermento, i miei nervi in vibrazione, il mio cuore in malinconia. Questa città, in cui avevo goduto tanto: tante gioie, tante amicizie, tanti onori!... – Le ancore furono levate, le vele disciolte e spiegate al vento; il bastimento cominciò a muoversi. E noi passammo dinnanzi alla casa, dov'io avevo abitato tanti anni...
La mia commozione crebbe, quando vidi da lungi la roccia, su cui Hamilton aveva un giardino pensile. La fantasia mi riprodusse tutte le belle ore, ch'io avevo trascorse in quel luogo.[1] - Noi passammo dinanzi a Posillipo, e quando giungemmo al posto che si suol chiamare la Scuola di Virgilio, mi ricordai d'esservi andato spesso la domenica, nel gran caldo, con tutti i miei scolari. Là si trovavano sempre alghe ed erbe marine, gittatevi dalle onde. Io ne prendevo, e mi situavo nell'apertura di una roccia, ove soffia sempre un fresco venticello. Nelle vicinanze è una grotta, nota perché vi appaiono gli spiriti. I turchi vi si nascosero una volta colle loro navi per sorprendere Napoli. Ora vi abitano, crede il volgo, spiritelli piccolissimi, che saltano sulle spalle dei passanti e li battono e pungono e schiaffeggiano. – Poi io visitavo anche un altro luogo, che ha innanzi una baia rocciosa e deserta. Le rocce stanno diritte verso il cielo. Qui abita solitario il merlo. Come ogni volta io risentivo qui vivacemente il contrasto di questo luogo silenzioso, quasi fuori del mondo e ritirato in sé stesso, col turbinio rumoroso della grande, magnifica e popolata città, − e questi contrasti così prossimi!
Tutto ciò mi lasciavo dietro, e il malinconico ricordo di tante ore liete del passato mi accresceva il dolore del presente...[2]
Citazioni su Johann Heinrich Wilhelm Tischbein
[modifica]- Assai importante è per me compiere questo viaggio in compagnia di Tischbein, che sa osservare con sguardo tanto acuto sia la natura che l'arte; da bravi tedeschi, comunque, non sappiamo rinunciare ai propositi e alle prospettive di lavoro.
- Il mio grande ritratto iniziato da Tischbein sta già emergendo dalla tela. L'artista s'è fatto preparare da un abile scultore un modellino in creta, lo ha drappeggiato con un elegante mantello e se ne serve per dipingere di lena, perché il quadro dovrebbe trovarsi già abbastanza a buon punto prima della nostra partenza per Napoli, e anche il solo coprire di colori una tela così vasta esige tempo.
- Mi ero già accorto che Tischbein mi osservava sovente con attenzione, e ora si scopre che vuol dipingere il mio ritratto. Il bozzetto è pronto, la tela già montata. Vi figurerò a grandezza naturale in veste di viaggiatore, avvolto in un mantello bianco, seduto all'aperto su un obelisco rovesciato, nell'atto di contemplare i ruderi della Campagna romana in lontananza. Ne verrà un bel quadro, solo che sarà troppo grande per le nostre case nordiche; io non potrò che tornare a rimpiattarmi là dentro, ma non ci sarà posto per il ritratto.
Note
[modifica]- ↑ Da Memorie, citato in Benedetto Croce, Aneddoti e profili settecenteschi, traduzione per Tischbein di Benedetto Croce, Remo Sandron, Milano-Palermo-Napoli, 1914, p. 289.
- ↑ Da Memorie, citato in Benedetto Croce, Aneddoti e profili settecenteschi, p. 290.
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