Ki no Tsurayuki
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Ki no Tsurayuki (872 circa – 950 circa), poeta e scrittore giapponese.
Citazioni di Ki no Tsurayuki
[modifica]- [Gli imperatori del periodo classico indicevano spesso gare poetiche per conoscere la capacità intellettuale delle persone del loro seguito ed anche:] «l'amore che ciascuno nutriva per i fiori (i quali sarebbe andato a cercare in terre inaccessibili e inospitali) ed il coraggio di smarrirsi anche fra una bufera di tenebre per correre a contemplare la luna sorgente in un orizzonte di luce e di poesia». (citato in Arcangeli, p. 51, nota)
- La poesia ha il cuore umano per seme. Gli uomini sono pieni di attività diverse, fra le quali la poesia è quella che consiste nell'esprimere i pensieri del cuore con metafore tolte da ciò che vedono e sentono. Ascoltando l'usignolo che canta tra i fiori, o il gracidar della rana fra le acque dello stagno, noi riconosciamo una verità, cioè che ogni essere vivente fa udire un canto ed esprime il proprio sentimento.[1] (dalla prefazione di Tsurayuchi al Kokinwakashū; citato in Arcangeli, pp. 210-211)
- Le rosse foglie dei momiji | che cadono per valli lontane del monte | senza che alcuno le veda, | son come un broccato | sepolto dalla notte.[2]
- Gli antichi imperatori, nei mattini della primavera in fiore o nelle notti allunate di autunno, solevano chiamare a sé i principi e le dame seguite dalle ancelle fedeli, per proporre una gara a chi meglio componesse dei tanca. Da qui giudicavano chi avesse intelletto arguto e pronto, chi una mente incolta e poco sviluppata...
Quando nelle sere d'autunno, sul Tatta galleggiavano a mille le rosse foglie dell'acero, il Micado, entusiasmato, paragonava ad un tappeto di broccato quella vista, che pareva invitare a giacervi sopra... (citato in Arcangeli, p. 211) - Il musco, i pini altissimi | e quanto è a Te d'intorno | nel nulla ineluttabile | sarà travolto un giorno | Tu solo non morrai, | Ivascimizu mai. (da Al tempio di Ivascimizu[3], traduzione di T. Gargallo; citato in Arcangeli, p. 211)
Citazioni su Ki no Tsurayuki
[modifica]- Anche ZURAIUCHI è poeta; anzi è uno dei più grandi poeti che il Giappone abbia avuto. E giudicandolo per mezzo di quelle similitudini che gli erano tanto care, noi potremo paragonarlo ad un grande albero che innalza al cielo i rami fronzuti e i variopinti fiori odorosi, su cui volentieri si posano le torme di uccelli. (Pacifico Arcangeli)
Note
[modifica]- ↑ Con questa traduzione a p. 51: «la poesia ha il cuore umano per seme. Gli uomini sono pieni di attività diverse, fra le quali la poesia è quella che ci fa esprimere i pensieri con metafore tolte da ciò che si vede o si sente. Ascoltando l'usignolo che trilla tra i fiori o la rana che gracida fra le acque dello stagno, noi riconosciamo una verità, cioè che ogni essere vivente fa udire un canto ed esprime il proprio sentimento».
- ↑ Citato in Fosco Maraini, Ore giapponesi, Corbaccio, 2018, p. 298. ISBN 978-88-7972-207-0
- ↑ Santuario dedicato ad Hachiman, divinità scintoista.
Bibliografia
[modifica]- Pacifico Arcangeli, Letteratura e Crestomazia giapponese, Milano, Cisalpino, Istituto Editoriale Universitario, 1990 (ristampa anastatica autorizzata dall'editore Ulrico Hoepli). ISBN 8820506505
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