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Walter Scott

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Sir Walter Scott nel 1822

Sir Walter Scott (1771 – 1832), scrittore, poeta e romanziere scozzese.

Citazioni

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  • Ave Maria! Vergine dolce, | ascolta l'implorazione di una vergine, | da queste rocce aspre e selvagge | giunga fino a te la mia preghiera. || Noi domandiamo sicuri fino al mattino, | anche se gli uomini sono così cattivi. | O Vergine, guarda le pene di una vergine, | o madre, ascolta una fanciulla che ti supplica. (citato in L'Unità Arte, n. 12, 1997)
Ave Maria! Jungfrau mild, | Erhöre einer Jungfrau Flehen, | Aus diesem Felsen starr und wild | Soll mein Gebet zu dir hin wehen. || Wir sclafen sicher bis zum Morgen, | Ob Menschen noch so grausam sind. O Jungfrau, sieh der Jungfrau Sorgen, | O Mutter, hör ein bittend Kind! [Il canto è stato musicato da Franz Schubert con il titolo Hymne an die Jungfrau, op. 52 n. 6 (terzo canto di Ellen, Ellens Gesang III), traduzione in tedesco di Philipp Adam Storck, dal poema The Lady of the Lake]
  • [...] chi fa il bene avendo illimitato potere di fare il male merita lode non solo per il bene che fa ma anche per il male che impedisce.[1]
  • [Ferdinando II delle Due Sicilie] Ha ottenuto una forte diminuzione delle spese; ma poi si occupa di cose militari, e le forze armate inghiottono tutti i risparmi. Soltanto il Cielo sa se porterà mai a combattimento i suoi sudditi, perché questo non si può fare con la mera disciplina automatica. Gli attacchi epilettici cui va soggetto e l'enorme corpulenza, inducono molti a volgere lo sguardo verso suo fratello, il Principe Carlo. Ed è un peccato. (citato in Harold Acton, Gli ultimi Borboni di Napoli)
  • Quella giovane donna [Jane Austen] aveva, secondo me, il miglior talento che io abbia mai incontrato per descrivere i coinvolgimenti, i sentimenti e i personaggi della vita quotidiana. Del grande babau io scrivo come nessun altro; ma mi è negato lo squisito tocco che rende interessanti cose e personaggi comuni attraverso la verità della descrizione e del sentimento.[2]

Incipit di alcune opere

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I puritani di Scozia

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Sotto il regno degli ultimi Stuardi, il regio Consiglio privato adoperava tutti i modi posti in sua facoltà per abbattere lo spirito di puritanismo, che formò, può dirsi, il carattere del governo precedente; ed era ad un tempo sollecito di far rigermogliare quelle feudali instituzioni, che unendo al signore il vassallo, poteano come il Consiglio sperava, collegare e questo e quello più saldamente alla corona. I magistrati ordinavano frequenti rassegne, esercizi militari, talvolta giuochi e passatempi. La qual ultima provvisione nelle circostanze che correvano era per lo meno sbagliata in politica; perché la gioventù d'entrambi i sessi, a cui in tutti altri tempi il flauto e il tamburino, se parlisi dell'Inghilterra, la cornamusa quanto alla Scozia, avrebbero offerto una tentazione invincibile, allora trovava un vezzo anche maggiore nel resistere agli ordini delle magistrature che le prescrivevano di ballare. La gioia fugge laddove è comandata, ma una cagion più possente si frammetteva, perché queste feste non si adempissero colla regolarità desiderata da chi le volea.

Ivanhoe

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I traduzione

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In quel bel distretto della lieta Inghilterra che è bagnato dal Don, si estendeva negli antichi tempi una vasta foresta, che copriva la maggior parte delle amene colline e vallate tra Sheffield e la bella città di Doncaster. [...] Là si aggirava un tempo il famoso dragone di Wantley, là furono combattute molte delle più terribili battaglie durante le guerre civili delle Due Rose; e là ancora fiorirono anticamente quelle bande di gagliardi fuorilegge le cui gesta sono così popolari nelle canzoni inglesi.

Gaetano Barbieri

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In quella ridente piaggia dell'Inghilterra cui portano fecondità e delizie l'acque del Don, sorgeva un dì vasta foresta, dietro la quale s'ascondeano in gran parte le montagne e le valli situate fra Sheffield e la deliziosa città di Doncaster. Vedonsi tuttavia gli avanzi dell'antica selva ne' sontuosi dominii di Wentworth e di Warncliffe-Park e nei dintorni di Rotherham. Quivi è che la tradizione colloca il teatro de' guasti operati dal favoloso drago di Wactley. Quivi accaddero alcune fra le sanguinose battaglie, che le civili discordie della Rosa Rossa e della Rosa Bianca eccitarono. Quivi pure fiorirono quelle bande di prodi, che furono in origine cacciatori di contrabbando, e che, proscritti in pena di tale colpa, si fecero per necessità masnadieri, e le cui imprese, ciò nonostante sono celebri nelle antiche ballate inglesi.
[Walter Scott, Ivanhoe ossia il ritorno del Crociato, traduzione di G. Barbieri, G. Reina ed., 1843]

La Promessa Sposa di Lammermoor

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In una gola delle montagne che fiancheggiano le fertili pianure del Lothian orientale, innalzavasi nell'età scorsa un ragguardevole castello, del quale oggidì non si scorgono che le rovine, ed è chiamato Ravenswood; nome che era pur quello della famiglia de' proprietarj del luogo, antichissimi e bellicosi, e un dì possenti baroni, congiunti per parentela ai Douglas, agli Hume, agli Swinton, agli Hays, e alle famiglie più distinte di quelle vicinanze. La storia de' ridetti baroni e delle illustri lor geste, commemorata negli Annali della Scozia, si confondea spesse volte colla storia medesima di questo reame. Il castello di Ravenswood tenea, e può dirsi quasi, signoreggiava una valle che disgiunge la contea di Berwick, o il paese di Merse, come chiamavasi un giorno la parte di Scozia situata a scilocco, ed il Lothian; onde essendo fra le piazze rilevanti in tempo così di guerre cogli stranieri, come di civili discordie, fu spesse volte soggetto a vigorosi assedj e ostinatamente difeso, per lo che assicurò una sede onorevole nella storia ai suoi possessori.

L'orso mannaro

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Hringo, Re dell'Upland, aveva un unico figlio di nome Biorno, il più bello e il più valoroso di tutta la gioventù norvegese. Già abbastanza in là con gli anni, il Re si innamorò di una strega, che scelse come seconda moglie. Tra il giovane Biorno e Bera, la bella figliola di un vecchio guerriero, c'era stato un tenero sentimento già dai tempi della loro infanzia, ma la nuova Regina concepì una passione incestuosa per il suo figliastro e, per soddisfare tale passione, convinse suo marito, mentre si accingeva a partire per una di quelle spedizioni piratesche che costituivano le campagne estive dei monarchi scandinavi, a lasciare a casa il Principe.

Citazioni su Walter Scott

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  • Dall'età di sedici anni ho posseduto un grosso in-ottavo di un migliaio di pagine, stampate fitte (lo posseggo ancora), che conteneva tutte le poesie di Walter Scott. Per cinquant'anni esso mi è stato miniera inesauribile, tesoro di foraggio poetico (specialmente le sue foreste e interminabili giungle di note) e tale resta tuttora. (Walt Whitman)
  • La puntualità fu una delle sue qualità più spiccate; senza di essa non gli sarebbe stato possibile mandar a termine tante opere letterarie. Di regola rispondeva in giornata alle lettere, salvo che chiedessero deliberazioni gravi o ricerche necessarie. Soleva levarsi alle cinque, accendersi il fuoco, radersi e vestirsi alla lesta; alle sei era a tavolino con tutte le sue carte dinnanzi in bellissimo ordine e i libri sparsi in terra per modo da averli facilmente sotto mano, mentre almeno uno de' suoi cani prediletti accosciato sul tappeto ne spiava amoroso ogni più lieve movimento. Di questa maniera allorché la famiglia si riuniva fra le nove e le dieci per la colazione, Scott aveva già lavorato un bel poco. (Samuel Smiles)
  • La sua immensa dottrina, frutto di molti anni di lavoro indefesso e di somma diligenza, non lo insuperbì mai; ché anzi ei parlava di sé con sì gran modestia da fargli perfino confessare ch'ei s'era trovato spesso nel corso della vita impacciato per ignoranza. (Samuel Smiles)
  • Walter Scott, che chiamerò, assieme a Schopenhauer, l'immortale, tanto mi si confà la sua calma artistica, il suo andante. (Friedrich Nietzsche)

Note

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  1. Da Ivanhoe, cap. XXXIII, traduzione di Ugo Dèttore, Newton Compton, 2012. ISBN 978-88-541-4288-6.
  2. Citato in William Somerset Maugham, Pride and Prejudice, in «Atlantic», 181, 5 maggio 1948; trad. it. di Marco Fiocca in Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio, Oscar Mondadori, Milano, 2014, pp. 383-384. ISBN 978-88-04-50615-7

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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