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La vetta degli dei (film)

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La vetta degli dei

Immagine La cima degli dei logo film.png.
Titolo originale

Le Sommet des dieux

Lingua originale francese
Paese Francia, Lussemburgo
Anno 2021
Genere animazione, drammatico
Regia Patrick Imbert
Soggetto basato sul manga La vetta degli dei di Jirō Taniguchi, tratto da un romanzo di Baku Yumemakura
Sceneggiatura Magal Pouzol, Patrick Imbert
Produttore Damien Brunner
Doppiatori originali
  • Damien Boisseau: Makoto Fukamachi
  • Eric Herson-Macarel: Joji Habu
  • François Dunoyer: Ang Tsering
  • Elisabeth Ventura: Ryoko
Doppiatori italiani

La vetta degli dei, film d'animazione franco-lussemburghese del 2021, regia di Patrick Imbert.

Camminare, arrampicarsi, arrampicarsi ancora sempre più in alto: per che cosa? (Fukamachi)

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • So che non si può trovare un tesoro al giorno: è così che funziona, ma cominciavo a chiedermi che cosa ci facessi lì. (Fukamachi)
  • All'epoca, se volevi affrontare una delle principali sfide dell'alpinismo, dovevi scalare le tre grandi pareti a nord delle Alpi in inverno da solo: l'Eiger, il Cervino e le Grandes Jorasses: la famosa trilogia d'inverno. Habu era partito per l'Europa per affrontare quella sfida ma non era l'unico in gara: c'era anche Hase Tsuneo. (Fukamachi)
  • Per molto tempo l'alpinismo è stata una gara a raggiungere la vetta più alta; una volta arrivati si potrebbe pensare che la competizione sia finita ma non funziona così. Un alpinista trova sempre nuove sfide: se non può salire più in alto cercherà la strada più difficile, salirà più rapidamente, in solitaria, senza ossigeno... insomma non ha mai fine. L'Everest fu conquistato nel '53 sul versante nepalese, senza ossigeno nel '78 e due anni dopo in solitaria attraverso il couloir Norton. Nell'inverno dell'85 Hase affrontò la pericolosa parete sud ovest; non fece mai ritorno. Dunque la parete sud ovest in inverno restava inespugnata e Habu l'avrebbe affrontata da solo e senza ossigeno: un'impresa che non mi sarei perso per niente al mondo. (Fukamachi)
  • Se stai leggendo questo messaggio significa che non sono tornato. Tieni la macchina fotografica, forse ti dirà quello che vuoi sapere su Mallory in modo che tu possa portare a termine il tuo lavoro. Ma se ti stai chiedendo perché l'abbia fatto, perché lo stia facendo io, non troverai una risposta; ma dato che sei qui un'idea dovresti averla. Qualsiasi cosa ti abbia portato qui è la stessa che spinge me a scalare; non so cosa sia ma ho smesso di chiedermelo quando ho capito che non potevo vivere senza. Alcune persone nella vita cercano un significato, io no: arrampicare è l'unica cosa che mi faccia sentire vivo, allora l'ho fatto, fino alla fine, senza rimpianti. (Habu, lettera a Fukumachi)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Habu: Ma dove vogliono andare, non sono preparati: non si allenano, fanno solo feste. Neanche cinquanta giorni di arrampicate all'anno, dovremmo andarci noi, siamo meglio di loro. Solo perché possono pagare... tu pensi che sia giusto? [prende la sigaretta che Inoué si era appena acceso e la getta a terra] E butta questa roba, ecco perché fatichi a respirare ad alta quota! Soldi, sponsor... se fossimo famosi avremmo noi gli sponsor. Ci faremo un nome, faremo qualcosa che nessuno ha fatto prima: ci stai?
    Inoué: Sì, che cosa hai in mente?
    Habu: La parete del diavolo.
    Inoué: D'inverno? Sei pazzo, è impossibile: nessuno ci riesce.
    Habu: Esatto.
  • Inoué: [Habu] era talmente... come dire: non si sapeva fermare, doveva sempre arrampicarsi. Un giorno mi hanno quasi licenziato per colpa sua.
    Fukamachi: Per questo ha smesso di andare con lui?
    Inoué: No, con il tempo ho finalmente capito una cosa: per Habu i compagni di scalata non contavano e con me non era diverso, servivamo a farlo salire più in alto, tutto qua, e io non volevo stargli dietro per sempre. Così ho smesso e dopo di me non sono rimasti in molti a voler scalare con lui.
  • Kyoko: Non c'era scritto il nome, c'erano solo i soldi. Ma ho capito subito che era lui. [Habu]
    Fukumachi: Si sentiva in colpa?
    Kyoko: Per che cosa, per la morte di mio fratello? Al tempo era quello che volevo; era più semplice ma poi ho capito che non c'era nessuno da incolpare: Buntaro aveva insistito per andare con lui e non si può impedire a qualcuno di fare ciò che vuole anche se è insensato, anche se è pericoloso. Era affascinato da Habu, voleva fare quello che faceva lui. Del resto era come lui, voleva sempre scalare per andare sempre più in alto: per cosa, poi?
La parete sud ovest dell'Everest
  • Habu: Conosci le regole di una solitaria? Niente comunicazione, niente interventi: farai soltanto le foto. Se sono in difficoltà te ne stai fermo e se sei tu quello in difficoltà non contare su di me, chiaro?
    Fukumachi: Sì. [...]
    Ang: Non giudicarlo in fretta. Tra poco saranno otto anni che è qui, otto anni che si prepara: è tutto ciò per cui vive. Questa scalata è tutto per lui, non permetterà a nessuno di ostacolarlo.
    Fukumachi: Ma io non ho intenzione di...
    Ang: Lo so, lo so: è un bene che tu sia qui. Non lo ammetterà mai ma avrà bisogno delle tue foto se ci riuscirà ma tu non sei come lui: i tuoi limiti non sono i suoi limiti, non cercare di seguirlo a tutti i costi. Se senti di non poter andare avanti non sforzarti: torna giù. Dai settemilacinquecento metri, data la mancanza di ossigeno, avrai mal di testa e farai fatica a procedere: è normale. Sopra gli ottomila è la zona della morte, il corpo non è fatto per sopravvivere a quell'altitudine: muoviti in fretta altrimenti non tornerai.
  • Habu: L'ho trovata lassù, vicino al crinale. La macchina fotografica.[1] Ho tentato più volte la parete sud ovest, ma ho sempre fallito. Lo scorso inverno le condizioni erano pessime e superata la Torre Grigia ho perso l'orientamento. La vetta era davvero vicina ma era impossibile trovare un percorso; ero esausto, cercavo un posto in cui rifugiarmi... è lì che l'ho trovato [George Mallory].
    Fukumachi: Tu credi che...
    Habu: Che avesse raggiunto la vetta? Rimarrai deluso, è stato visto l'ultima volta a circa ottomilasettecento metri, l'ho trovato un po' più in alto ma è impossibile sapere se stesse salendo o scendendo.
    Fukumachi: Potremmo scoprirlo dalla pellicola.
    Habu: Che importanza ha?
  • Habu aveva ragione, avevo la soluzione al mistero di Mallory eppure non era abbastanza. Cos'è che spinge a salire più in alto, a essere i primi, perché rischiare la vita, perché fare qualcosa di così inutile? Adesso lo so, so che non deve esserci una ragione: per alcuni la montagna non è una meta ma un percorso e la vetta non è che una tappa lungo il cammino. Una volta in cima non resta che andare avanti. (Fukumachi)

Note

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  1. La fotocamera di George Mallory, il primo alpinista a tentare la scalata dell'Everest

Altri progetti

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