Laila Wadia

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Laila Wadia (1966 – vivente), scrittrice indiana.

Citazioni di Laila Wadia[modifica]

  • Le parole, per me, sono un'arma: un'arma di emancipazione, di inclusione e di difesa. Senza, mi sono trovata spesso inerme, esposta, fragile. Nella mia cultura di origine, molta enfasi viene posta anche sulla sacralità delle parole: non vengono spese giusto così, perché sono un dono concesso soltanto a noi esseri umani. Coniugando questi due concetti, le parole sono un'arma sacra, non un attacco, ma una difesa dal male.
    Nelle mie varie lingue madri sono una dervisci: ballo vorticosa, inebriandomi di suoni, significati, giochi sacri.[1]
  • Un popolo forte non si interroga sempre sulla propria identità. L'identità poi, sostiene l'antropologo inglese Stuart Hall "passa per la cruna dell'ago dello sguardo straniero". Io, in quanto straniera, percepisco qualcosa che forse posso più facilmente individuare come "identità italiana". Ironizzando e stereotipando si possono citare la pasta[2]e il caffè come ingredienti chiave dell'italianità. Parlando più seriamente invece, vedo l'identità italiana come una cosa dinamica, flessibile, in costante mutamento – che per altro è una condizione essenziale per rimanere vitale. Le minacce all'italianità non sono esterne, bensì interne. Sono costituite da chi pensa che niente debba mai mutare. Invece solo il cambiamento è costante.[3]

Note[modifica]

  1. Dall'intervista Il giardino dei frangipani: intervista all'autrice CLM Laila Wadia, concorsolinguamadre.it, 19 maggio 2021.
  2. Paste, refuso, nel testo.
  3. Dall'intervista Intervista a Laila Wadia, 25 marzo 2011, unive.it, 25 marzo 2011.

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