Lodovico De Cesare
Lodovico De Cesare (–), scrittore e giornalista italiano.
Lo psicanalista senza divano
[modifica]«Freud mi parlò come se fosse una persona normale. Aveva occhi ardenti ed intelligenti. Guardavano semplicemente, in modo onesto e sincero e non cercavano di frugare dentro l'interlocutore. Si informò sul nostro lavoro e lo trovò molto sensato. Disse che avevamo ragione e che era deplorevole che nei confronti della sessualità non si mostrasse alcun interesse o si mostrasse un interesse sbagliato. Aggiunse che sarebbe stato molto contento di prestarci i libri di cui avevamo bisogno... Mi ero recato da lui abbastanza intimorito e quando mi accomiatai invece mi sentii felice con un senso di simpatia ed amicizia... Quell'incontro fu l'inizio di quattordici anni di intenso lavoro nel campo psicoanalitico insieme al grande maestro...»
Con queste parole viene descritto da Wilhelm Reich il suo primo incontro con Sigmund Freud, nel 1919, a Vienna.
Citazioni
[modifica]- Il «divano» di Freud aveva fatto testo e così anche nello studio del giovane Reich i pazienti, in genere ricche borghesi nevrotiche di Vienna, raccontavano sdraiati i loro sogni; venivano interrogati secondo il metodo psicoanalitico fino a quel momento considerato per lo meno rivoluzionario.
- Molti considerarono e continuano a considerare Reich un folle, uno psicopatico, ma anche se si volesse condannare l'uomo non si può distruggerne l'opera.
- Punti fermi rimangono nei suoi scritti l'esaltazione della libertà sessuale e l'affermazione che la sua repressione costituisce la causa principale non soltanto delle turbe psichiche individuali ma dell'oppressione capitalista, dell'insorgere del fascismo, dell'autoritarismo stalinista, insomma la radice di ogni forma di tirannia.
- Reich ebbe il merito di intuire e di sottolineare che il paziente, per guarire, avrebbe dovuto essere messo nelle condizioni di ottenere un abbandono completo nella fase dell'orgasmo.
- Reich era un comunista e, pur essendo divenuto nel corso degli anni un accanito pcifista non violento, facendo suo il motto «l'amore, il lavoro e la conoscenza sono le vere sorgenti della nostra vita», non aveva mai cessato di attaccare l'istituto della famiglia come fonte di tutte le nevrosi.
A volte, con la sua instabilità, la sua intuitiva stravaganza, con il suo «delirio» di ricercatore della verità, con la sua immaginazione di mistico panteista, assomigliò più a un artista o a un poeta che a un uomo di scienza. In ogni caso, egli tentò di dimostrare scientificamente ciò che allo stato attuale delle scienze non è dimostrabile, ma tutto ciò non significa definitivamente provare che Reich «scienziato fantascientifico», sia stato nell'errore. Solo il futuro potrà decidere: Wilhelm Reich fu forse un profetico anticipatore.
[Lodovico De Cesare, Lo psicanalista senza divano, Historia, luglio 1978, n. 245, Cino del Duca]