Manfred Popp
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Manfred Popp (1941 – vivente), fisico tedesco.
L'atomica di Hitler
[modifica]- Che Adolf Hitler non abbia mai potuto disporre di armi atomiche è un raggio di Sole nel capitolo più oscuro della storia tedesca, e al tempo stesso un enigma che storici e fisici hanno tentato invano di risolvere per più di settant'anni. Per decenni si sono occupati della storia dell'«Uranverein» – come era chiamato informalmente il gruppo di meno di 100 scienziati diretti da Werner Heisenberg – quasi soltanto storici statunitensi e britannici, ai quali si pose una questione difficile: i loro scienziati avevano lavorato con forti motivazioni allo sviluppo della bomba atomica, volendo precedere i colleghi tedeschi. Ma la corsa ipotizzata da più parti non ci fu mai. Ma perché i loro fisici, in una democrazia che contemplava la libertà di dire di no, avevano costruito la bomba, mentre i tedeschi – spesso loro ex maestri, allievi o commilitoni – avevano lavorato sotto quella dittatura disumana solo allo sviluppo di un reattore nucleare? (p. 81)
- Da più di un quarto di secolo si legge nei libri di storia che gli scienziati tedeschi sapevano come costruire una bomba atomica. Come dimostra però il gigantesco dispendio di mezzi del Progetto Manhattan, il suo sviluppo aveva superato di gran lunga le possibilità economiche del Terzo Reich. Cosi la storiografia segue il giudizio dello storico statunitense Mark Walker, le cui opere sono considerate la migliore esposizione del lavoro dell'Uranverein. (p. 81)
- La conclusione della mia analisi è che durante il Terzo Reich gli scienziati tedeschi non sapevano come costruire una bomba atomica, non avevano lavorato alla fisica della bomba e non avevano compiuto alcun passo per costruirla. Vero è che il reattore, che avevano tentato senza successo di sviluppare, era stato tecnicamente una premessa di un bomba al plutonio, ma in assenza di informazioni sulla fisica della bomba era un obiettivo civile. Non furono limiti economici a impedire a Hitler di entrare in possesso di armi atomiche, e in ogni caso i fisici tedeschi non si sono mai avvicinati a questo obiettivo. La ragione più importante fu il timore del regime nazista. Già Goudsmit aveva scritto «la scienza sotto il fascismo non è mai stata un equivalente della scienza in una democrazia». (p. 87)
- Non possiamo desumere se i membri dell'Uranverein avessero scrupoli morali a costruire una bomba atomica per Hitler. Avevano però sviluppato una lettura comune della loro storia. Forse avrebbero anche saputo costruirla, ma nelle condizioni di allora non sarebbe stato possibile. Ed essi stessi potrebbero avere contribuito all'interpretazione di Walker. A un certo punto anche a loro parve più confortevole, alla luce di possibili critiche nella Germania postbellica, la prospettiva che la bomba non fosse stata realizzata in Germania solo per ragioni economiche. In realtà se ne tennero lontani. E confortante pensare che quest'arma sia stata negata alla Germania nazista proprio per la disumanità del suo regime. Se in Germania ci fosse stata una democrazia, alcuni si sarebbero probabilmente impegnati nello sviluppo della bomba con lo stesso zelo dei colleghi negli Stati Uniti. Altri si sono sentiti sollevati dal fatto che sia stata risparmiata loro quella esperienza. Otto Hahn ha pronunciato per loro le parole conclusive: «Ringrazio Dio in ginocchio di non essere stati noi a costruire la bomba a uranio». (p. 87)
Bibliografia
[modifica]- Manfred Popp, L'atomica di Hitler, in Le Scienze, n. 586, giugno 2017, pp. 81-87.
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