Manuela Leggeri
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Manuela Leggeri (1976 – vivente), ex pallavolista italiana.
Citazioni di Manuela Leggeri
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Ho iniziato a Priverno, vicino la mia città natale: Sezze. Già a 12 anni ero alta 1,77 m e il dottore mi consigliò di fare uno sport, come il nuoto, ma tutt'oggi, ti confesso che non ho un buon rapporto con l'acqua [dice ridendo, ndr]; in più vedendo i cartoni come "Mila e Shiro" mi sono appassionata e ho deciso di iniziare a giocare a pallavolo.[1]
- Non avrei potuto giocare con altri numeri. Ho sempre avuto sinergia con le compagne di squadra, ma guai a togliermi la possibilità di cucire sulla maglia il numero 4. Il motivo? Era il numero che apparteneva ad Andrea Giani della Nazionale dei Fenomeni, il mio unico vero grande idolo al quale mi sono sempre ispirata. Una volta tornata a casa dopo aver vinto il mondiale lo incontrai e mi fece i complimenti, interrogandomi sulle sensazioni provate. Proprio lui, che di mondiali ne aveva vinti tre... Ricordo che quando arrivai al Centro Ester di Napoli nella stagione 1998-99 ci contendemmo il n. 4 in tre: io, Doriana Frontini e l'olandese Erna Brikmann, ma fui io a spuntarla perché era più forte di me, ne facevo una questione fondamentale per giocare. Non l'ho più tolto dalla maglia e devo dire che il n. 4 mi ha portato fortuna.[2]
Intervista di Matteo Mangiarotti e Cristina Gatti, vivodisport.net, 15 ottobre 2012.
- Vedere lo sport come un lavoro implica, a mio parere, che manchi almeno in parte quella componente di passione che lo caratterizza. Ci metti la tecnica, la tattica, ma non il cuore: è quella la differenza, secondo me.
- Lo spirito, l'aria che si respira nel villaggio olimpico è veramente difficile da spiegare. Da fuori ti fai un'idea, ma essere lì fa venire i brividi... noi avevamo le stanze davanti alla mensa e tutti passavano sotto la nostra finestra... sportivi che vedevi solo alla televisione... fantastico... poi un'altra cosa di cui ti rendi conto solo in quel contesto, è che non esiste più pallavolo, basket, nuoto... non c'è più divisione tra sport, lì sei un tutt'uno, sei "Italia". Ci trovavamo in lavanderia, il luogo dove c'era la TV, tutti a tifare per i ragazzi della lotta, della pallavolo maschile, la canoa... questo è lo spirito che si vive solo nel villaggio olimpico, che non puoi vivere da nessun'altra parte. Sono emozioni che vanno vissute, è praticamente impossibile spiegarle... Noi siamo arrivate a Sydney una settimana prima e il villaggio olimpico era ancora vuoto. Pian piano, arrivavano tutti gli altri atleti. Si riempiva sotto ai nostri occhi. Splendido.
- Quando ti alleni e un gesto tecnico ti esce una volta, due... devi pretendere che ti venga sempre. E, per far sì che succeda, devi perseverare.
Citazioni non datate
[modifica]- La pallavolo mi ha trasmesso tantissime cose, soprattutto a livello umano e come formazione di un'atleta che arrivava da un paesino sperduto e ha avuto la fortuna di indossare la maglia della Nazionale. Mi ha formato come donna, mi ha insegnato ad affrontare anche la vita in maniera diversa. All'inizio della mia carriera ero una ragazzina introversa, timida e molto chiusa ma grazie alla pallavolo sono cresciuta anche sotto questi aspetti. Quello che ho dato io alla pallavolo penso sia giusto che siano gli altri a rispondere... io sono sempre stata me stessa, ho fatto una cosa che mi è sempre piaciuta, sono sempre rimasta umile e mi sono messa in gioco. Non c'è stata mai una polemica da parte mia, non amo molto dare risposte con le parole ma credo che mi sia tolta dei sassolini dimostrando il mio valore sul campo ed è questo che più mi soddisfa ed aggrada e grazie a questo non ho nessun rimpianto e rimorso perché ho sempre cercato di fare parlare il campo. Mi reputo una persona fortunata che si è avvicinata alla pallavolo per caso sognando un giorno di giocare in Nazionale e di militare in Serie A. Avevo i miei idoli e con il passare degli anni me li sono trovati al mio fianco come compagni di squadra e penso che questo sia il massimo. Un po' mi stupisce questo parlare di me in questo momento, non mi rendo ancora conto realmente di quello che ho fatto...[3]
- Magari a fine partita capita che una giocatrice sia arrabbiata perché ha perso o giocato male e spesso e volentieri, soprattutto quando sei in attività da poco tempo, vai dritta negli spogliatoi ma poi ti rendi conto che a vederti c'erano tante persone e ragazzine alla ricerca di un autografo o una foto... anche io sono stata ragazzina e so cosa vuol dire ricevere un sorriso da parte di un'atleta. Regalare un sorriso a chi te ne ha dati tanti penso sia la cosa più bella.[3]
Note
[modifica]- ↑ Da Giada Subiaco, Da Sezze alla nazionale, intervista a Manuela Leggeri: la pallavolo mi ha fatto andare oltre i miei sogni, latinaquotidiano.it, 19 giugno 2017.
- ↑ Dall'intervista Campioni si diventa, Manuela Leggeri si nasce, lagazzettadilucca.it, 22 aprile 2020.
- ↑ a b Da Alberto Battimo, L'intervista a Manuela Leggeri, vanovarava.it.
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