Marco Belpoliti
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Marco Belpoliti (1954 – vivente), scrittore e critico letterario italiano.
Citazioni di Marco Belpoliti
[modifica]- A un certo punto del suo romanzo dei deboli e dei poveri[1] Manzoni fa dire a un suo personaggio: "Dio perdona tante cose per un'opera di misericordia!". Non sono un credente, ma guardando questa immagine della donna salvata dalle acque prego che, se c'è un Dio, apra il cuore di uomini che non sembrano più averlo. Apra il cuore a coloro che parlano il linguaggio dell'insensatezza, che non è neppure un linguaggio della politica ma della propaganda, il linguaggio della menzogna e dell'inganno. Mi rifiuto di credere che la pietà sia morta su quel fuscello di gomma sgonfia alla deriva nel Mediterraneo per quarantotto ore.[2]
- Prima il Comune di Milano non la voleva, era imbarazzato per quel dito teso all'insù; ora invece [...] vorrebbe che L.O.V.E. di Maurizio Cattelan, scultura eretta in Piazza degli Affari, proprio di fronte al palazzo in stile fascista di Paolo Mezzanotte (1931), restasse per sempre nello spiazzo delimitato dal massiccio edificio in travertino. [...] Ma la giunta Moratti forse ignora cosa significhi quella mano con le dita mozzate di proporzioni gigantesche, che troneggia su un piedistallo anch'esso di travertino, con quel dito indice levato [...]: si tratta di un saluto fascista o nazista, che dir si voglia. La mano aperta saluta l'edificio neoromano di Mezzanotte [...]. Perché Cattelan ha mozzato le dita? Per fargli mostrare il dito del fuck off americano o anglosassone? [...] solo superficialmente si tratta di un gesto osceno rivolto al luogo della finanza. O meglio, l'oscenità è ciò che resta delle dita mozzate, del saluto nazista o fascista davanti a un edificio del Ventennio. Un gesto politico, che probabilmente la giunta-Moratti ha colto in modo inconscio. Il dito è quello che rimane del saluto romano: un dito berlusconiano. [...] Più che mandare a quel paese la Borsa [...], Cattelan ha voluto dire in quel luogo qualcosa sull'Italia postmoderna, qualcosa di sarcastico, ma anche di molto serio.[3]
- Quando cala la nebbia tutto cambia. Tutto diventa misterioso, e il mistero che si cela dentro la nebbia contiene un ricordo, qualcosa simile al ricordo della madre.[4]
La Stampa, 31 marzo 2004.
- Peter Pan è diventato una presenza consueta nella nostra cultura grazie alle sue mille incarnazioni teatrali, cinematografiche, narrative, dando forma, e contenuto, all'ostinata volontà di restare bambini che è spirata nel corso del Novecento, sino a dare il proprio nome a un complesso [...].
- Se tutti, o quasi hanno visto il cartone di Walt Disney, che nel 1953 ha fissato una volta per tutte nel nostro immaginario la snella figura di Peter, pochi hanno letto la commedia di Barrie [...]. In realtà, a rileggerlo oggi, il testo originario, la commedia portata in scena nel 1904, sembra intrisa di elementi gotici, più vicina a un sinistro parco giochi tematico piuttosto che a una novella vittoriana a lieto fine. Intanto Peter Pan reca come secondo nome quello della divinità greca che è portatrice della confusione, del caos, del «pandemonio», appunto.
- Insomma, Peter Pan è tutta una storia di fantasmi, di strane apparizioni che forse sono la molla segreta del suo successo, al di là del fascino che l'eterno bambino vuol suggerire con la sua presenza alla psicologia in fieri dei giovani lettori. In effetti, dietro a queste fantasie c'è la storia di Barrie, che va al di là del suo stesso aspetto fisico. [...] Costretto dal destino a diventare uno studente modello, uno scrittore di successo, un commediografo celebre, dopo un matrimonio fallito (e probabilmente mai consumato) con una giovane attrice, James si vendicò scrivendo la meravigliosa storia di un orfano, riscrivendo a suo modo non solo L'isola del tesoro, ma anche Robinson Crusoe.
- Siamo tutti Peter Pan uscendo dalle macerie di un secolo che ha perso per strada molte delle sue sicurezze, delle sue ideologie e delle sue rassicurazioni, dei Peter Pan privi della loro utopica Never Never Land.
Citazioni su Marco Belpoliti
[modifica]- Di cosa è fatta e da dove viene la vita di un uomo? Sembrano queste le domande sottotraccia dell’ultimo libro di Marco Belpoliti titolato Pianura e appena pubblicato da Einaudi. Sappiamo rispondere: la vita di un uomo è fatta innanzitutto dalla sua provenienza, dai timbri delle sue origini che non sono solo quelli familiari, ma anche quelli storici, sociali, culturali, geografici. Ogni biografia si radica in una terra. In gioco in questo libro è il farsi di una vita nel farsi della sua memoria. (Massimo Recalcati)
Note
[modifica]- ↑ I Promessi Sposi
- ↑ Da Quegli occhi che raccontano l'orrore, rep.repubblica.it, 17 luglio 2018.
- ↑ Citato in Rocco Moliterni, Cattelan un saluto fascista, lastampa.it, 4 ottobre 2010.
- ↑ Citato in Massimo Recalcati, La Pianura teatro dell'anima, la Repubblica, 28 gennaio 2021, p. 29.
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