Maria Savi-Lopez

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Maria Savi-Lopez (1846 – 1940), musicista, poetessa, insegnante e studiosa di folklore italiana.

Citazioni di Maria Savi-Lopez[modifica]

  • L'antica leggenda del Rocciamelone, narrata nella preziosa cronaca della Novalesa, dice che era impossibile salire sull'acuminata vetta del monte, ove i demoni accoglievano con una pioggia di sassi i curiosi, e difendevano il tesoro accumulato lassù da un certo Re Romolo. Questo tesoro non fu trovato mai, sebbene innanzi all'ardimento di un marchese Arduino, il quale andò sull'alta cima, seguito dal clero e col suo vessillo superbamente alzato, i terribili demoni sparirono.[1]
  • [...] se le donne e l'amore hanno inspirato la nostra poesia più gentile del duecento e del trecento, da Guido Guinicelli fino a Dante ed a Gino; se le belle donne hanno già pregato i poeti di voler cantare, poiché Guido Cavalcanti scrive:
    Donna mi prega perch'io voglio dire,
    è anche per una donna amata che il maggior prosatore del secolo [Giovanni Boccaccio] si affatica, nel dare alla sua parola tutta la venustà dell'arte; è per amore ch'egli giunge nella Fiammetta a fare una minuta analisi psicologica, e ad essere maestro nella descrizione della bellezza nell'Ameto ed in altre opere sue. E benché non si possano dire tutte storiche le donne dei suoi versi e delle sue prose, e non manchino fra loro quelle ideali ed allegoriche; pur le immagini delle donne reali offuscano tutte le altre, e fra esse, amata potentemente dal suo poeta, sta come regina Fiammetta, con tutte le seduzioni della forma e colla malìa della bellezza.[2]
  • Un'estrema punta arida e bigia del monte che giunge a metri 2200 di altezza, vedesi distintamente da Viù, oltre una cresta che parte da Col San Giovanni, e chi da questo villaggio vuol salire sul Civrari, può andarvi per la via ombrosa che sale da Bertezeno e Niquidetto; ma io preferisco volgere il passo verso un prato vicino, seguendo una salita dolcissima in mezzo al verde smeraldo, sul quale di tanto in tanto, come a rompere l'uniformità della viva tinta, si elevano macchie scure di castagni, bassi cespugli, o campicelli di segala non matura ancora, benché siamo alla fine di luglio.[3]

Note[modifica]

  1. Da Leggende delle Alpi. Demoni alpini, E. Loescher, Torino, 1889, p. 60-61.
  2. Da La donna italiana del trecento in AA.VV., La donna italiana descritta da scrittrici italiane, Stabilimento G. Civelli editore, Firenze, 1890, p. 48.
  3. Da Le valli di Lanzo. Bozzetti e legende, Brero, Torino, 1886, p. 143.

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