Marija Gimbutas
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Marija Gimbutas (1921 – 1994), archeologa e linguista lituana naturalizzata statunitense.
David e Rebecca, autricidicivilta.it, 3 ottobre 1992
- Quando sono nata in Lituania, c'erano ancora il cinquanta per cento di pagani. Ho avuto parecchi legami diretti con le Dèe. Erano attorno a me, durante la mia infanzia. La Dèa Laima era là, poteva chiamare la notte e guardare dalla finestra. Quando una donna partoriva, lei compariva, e la nonna organizzava le cose: era dotata di asciugamani della Dèa e dei tessuti venivano stesi per lei, perché lei tesse la vita, lei è la filatrice. La Dèa oggi può essere in via di estinzione, ma fino a 50 anni fa anni era ancora molto presente.
- La Lituania è stata cristianizzata soltanto dal quattordicesimo secolo ed anche allora ciò non ha significato granché, perché è stata attuata da missionari che non comprendevano la lingua, e la campagna è restata pagana per almeno due o tre secoli. Poi nel XVI secolo sono venuti i Gesuiti che hanno iniziato a convertire le persone. In alcuni posti, sino al diciannovesimo e ventesimo secolo, c'era una fede antica nelle dèe e in ogni specie di esseri. Quindi, nella mia infanzia, sono stata esposta a molte cose che erano, direi, quasi preistoriche. E quando ho studiato l'archeologia, è stato più facile che afferrassi quello che significavano quelle sculture più di un archeologo nato a New York che non sa nulla sulla vita di campagna in Europa.
- A causa della guerra, sono dovuta fuggire dalla Lituania. Ho studiato in Austria, a Vienna, poi successivamente ho ottenuto il dottorato in Germania. Continuavo sempre a essere interessata alla mia antica cultura lituana e ho aggiunto degli studi a quegli che avevo già fatto ufficialmente. Ho effettuato ricerche sul simbolismo e ho raccolto dei materiali nelle biblioteche. Questa è una mia tendenza ed interesse: religione antica, religione pagana e simbolismo. La mia tesi è stata anche collegata a questo. Era sull'argomento dei riti funerari e la credenza nella vita dopo la morte, ed è stata pubblicata in Germania nel 1946. Allora sono venuta negli Stati Uniti e ho avuto l'occasione di cominciare gli studi di archeologia europea orientale e nel 1950 sono divenuta ricercatrice ad Harvard, per rimanervi dodici anni.
- Questi popoli Indoeuropei arrivarono in Europa dal sud della Russia, introdussero la cultura Indoeuropea, ibridando la cultura europea. L'antica cultura si mischiò ai nuovi elementi: le steppe, gli elementi pastorali e patriarcali. [...] La struttura sociale Indoeuropea è patriarcale, patrilineare e la forma mentis è guerriera. Ogni dio è anche un guerriero. I tre principali Dei Indoeuropei sono il Dio del Cielo Splendente, il Dio degli Inferi e il Dio del Tuono. Le divinità femminili sono solo delle spose, moglie o fanciulle prive di alcun potere, prive di alcuna creatività. Stanno solo lì, sono delle bellezze, sono delle Veneri, come vergini dell'alba e del sole.
- Il sistema da cui proveniva la cultura di matrice materna antecedente agli Indoeuropei, era molto diverso. Dico di matrice materna e non matriarcale perché quest'ultima desta sempre idee di dominio, ed è semanticamente contrapposta al patriarcato. Quella era una società equilibrata, non è vero che le donne fossero talmente potenti da usurpare tutto ciò che fosse maschile. Gli uomini occupavano le loro legittime posizioni, facevano il proprio lavoro, avevano i loro compiti e avevano anche il loro potere.
Citazioni su Marija Gimbutas
[modifica]- Una grandiosa archeologa Marija Gimbutas ha pubblicato le prove che fino al 3500 a.C. nell'Europa occidentale è esistita una civiltà pacifica, ugualitaria, portatrice di una spiritualità fortemente legata alla terra. Era una civiltà in cui la Grande Madre e la sua cultura guidavano i popoli in una convivenza pacifica. (Annarosa Buttarelli)
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