Marija Veniaminovna Judina

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Marija Veniaminovna Judina nel 1922

Marija Veniaminovna Judina (1899 – 1970), pianista sovietica.

Citazioni di Maria Yudina[modifica]

  • Ho cercato per tutta la vita l'Incarnazione della Verità nell'uomo, nell'arte e nella vita. E con l'aiuto di Dio l'ho trovata.[1]
  • Io conosco (nella misura del possibile) i miei peccati e le mie debolezze, ma ho l'ardire di pensare che appartengo alla stessa famiglia di cui Dostoevskij dice: "Bisognerebbe tagliare la lingua a Cicerone, cavare gli occhi a Copernico, lapidare Shakespeare per far sì che non si elevino al di sopra della massa". Sono l'ultima della serie, il fanalino di coda, ma – la Madonna mi perdoni – sono pur sempre imparentata con loro, se non per le mie doti almeno per l'impulso a "osare"...[2]
  • La musica contemporanea, ad esempio Šostakovic è il grido disperato dell'umanità contemporanea, sul punto di perire; ma la disperazione è la soglia che fa presentire il pentimento, il ritorno tra le braccia del Padre.[1]
  • La ringrazio per il Suo aiuto[3], Josif Vissarionovič. Pregherò giorno e notte per Lei e chiederò al Signore che perdoni i Suoi gravi peccati contro il popolo e la nazione. Dio è misericordioso, La perdonerà. I soldi li devolverò per i restauri della chiesa in cui vado.[4]

Note[modifica]

  1. a b Citato in Giovanna Parravicini, La pianista e il dittatore, avvenire.it, 23 luglio 2010.
  2. Da una lettera a Prokof'ev del 1965. Citato in Giovanna Parravicini, Liberi. Storie e testimonianze dalla Russia, Rizzoli BUR, Milano, 2011, p. 21. ISBN 978-88-58-60542-4
  3. Con queste parole la pianista rispose a Stalin che, in segno di ammirazione per l'esecuzione del concerto n. 23 k 488 di Mozart, le aveva fatto dono di ventimila rubli. Cfr. Liberi, pp. 29-30.
  4. Citato in Giovanna Parravicini, Liberi. Storie e testimonianze dalla Russia, BUR, Milano, 2008, p. 30. ISBN 978-88-58-60542-4

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