Marina Ovsjannikova
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Marina Vladimirovna Ovsjannikova (1978 – vivente), giornalista russa.
Citazioni di Marina Ovsjannikova
[modifica]- [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Quello che avviene in Ucraina è un crimine. La Russia è il Paese aggressore. La responsabilità ricade su una sola persona: Vladimir Putin. Mio padre è ucraino, mia madre è russa, e non sono mai stati nemici. La Russia deve fermare immediatamente questa guerra fratricida. Purtroppo negli ultimi anni ho lavorato al Primo canale, occupandomi della propaganda del Cremlino e ora ne provo molta vergogna, perché ho consentito di dire bugie alla nazione e di zombizzare i russi. Abbiamo taciuto nel 2014, quando tutto questo era solo all’inizio. Non siamo scesi in piazza quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo solo osservato in silenzio questo regime disumano. E ora ci ha voltato le spalle tutto il mondo, e altre dieci generazioni non si potranno togliere la macchia di questa guerra. (registrazione fatta prima della sua irruzione nello studio di Vremja, 13 marzo 2022)[1]
Da un'intervista alla Reuters, riportato in corriere.it, 16 marzo 2022.
- [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Mi è tornata in mente la mia infanzia in Cecenia. In qualche modo, ho cominciato a capire cosa stanno passando quelle povere persone in Ucraina. Ed è qualcosa che non si può accettare.
- Noi vivevamo a Grozny, e ricordo quando dovemmo lasciare la nostra casa all’improvviso, perché restare era diventato pericoloso. Avevo 12 anni, c’erano bombardamenti continui. Da un giorno all’altro prendemmo quel che potemmo prendere delle nostre cose, e partimmo.
- All’inizio ho pensato di andare con un cartello in una piazza vicino al Cremlino. Ma poi ho pensato che l’effetto sarebbe stato nullo. Sarei diventata soltanto un’altra manifestante arrestata. [...] Desideravo anche mandare un messaggio al popolo russo. Non siate degli zombi, non date retta a questa propaganda. Imparate come analizzare le notizie, e cercate altre fonti, che non siano la televisione russa di Stato.
- Non mi sento un’eroina, volevo solo che il mio sacrificio non risultasse vano e che servisse ad aprire gli occhi alla gente.
- Non voglio andarmene da questo Paese, perché sono e mi sento russa. Sono solo sono contraria alla guerra. Non credo che sia giusto che qualcuno possa essere punito per le sue opinioni; quindi, spero che non venga formulata alcuna accusa penale nei miei confronti. E soprattutto, spero che non accada nulla ai miei figli. L'unica cosa che mi preoccupa davvero è la loro sorte.
- Credo in quel che ho fatto, ma ora capisco anche l’entità dei problemi che dovrò affrontare, e sono molto preoccupata per la mia sicurezza.
Da un'intervista alla Spiegel, riportato in corriere.it, 18 marzo 2022.
- Tutto può succedere: un incidente d’auto, tutto quello che vogliono. Ne sono consapevole e devo fare attenzione. Ma ormai ho già superato il punto di non ritorno.
- Mia madre è ancora sotto shock, è completamente esausta. Mio figlio è stato molto colpito da tutto questo, sta attraversando una fase difficile alla sua età, comunque. Mi ha accusato di aver distrutto tutte le nostre vite. Ne parliamo tra noi, ma è difficile.
- L’inizio della guerra contro l’Ucraina è stato per me un punto di non ritorno. Nessuno - né io, né i miei amici o la mia famiglia se lo aspettavano.
Intervista di Zhanna Agalakova, Ildubbio.news, 21 febbraio 2023.
- La scelta di scappare è stata ovvia per me perché come alternativa avevo solo la prigione.
- Pensavo che il mondo intero si sarebbe unito e sarebbe stato in grado di fermare questa follia. Dopotutto, fin dall’inizio è stato chiaro a tutti come la guerra fosse un errore fatale e storico per Putin. E anche chiaro a molti come tutti questi anni di potere assoluto e autoritario gli abbiano fatto perdere ogni contatto con la realtà. L’inalienabilità del potere è la cosa peggiore che possa accadere a un paese.
- I russi subiscono continuamente il lavaggio del cervello attraverso la propaganda. Per 20 anni, la televisione in Russia ha descritto Putin come il salvatore della terra russa, per il quale non può esserci un’alternativa. Ma non credo che i sondaggi di opinione riflettano esattamente il quadro reale del paese. In primo luogo, solo i cittadini leali, quelli che sostengono le autorità, accettano di rispondere ai sondaggi. Si tratta per lo più di anziani che vivono in provincia. Le persone giovani generalmente non rispondono a questi sondaggi. E questo lo si può constatare maggiormente a Mosca e nelle grandi città dove vivono le persone più attive e progressiste politicamente. L’immagine che emerge da questi sondaggi è distorta. Semplicemente le persone hanno paura, si sono nascoste e non rispondono. E Putin sembra ormai un uomo che ha perso la fiducia, insicuro. Paranoico, sospettoso, non appare più in pubblico come una volta. Una persona impaurita.
- Il 75% dei russi non è mai stato all’estero. La loro percezione del mondo è distorta dai canali televisivi di propaganda che da anni alimentano l’odio verso l’Occidente.
- [...] una madre single è una vittima scomoda per le autorità. Potrebbe provocare proteste. Lo hanno capito benissimo e hanno scelto di discreditarmi, infangare il mio nome, dichiarare che ero una spia britannica. E quando ho lasciato la Russia, hanno fatto circolare l’idea che fossi un agente dell’FSB, che lavoravo per il Cremlino. Sanno come manipolare questo tipo di informazione. [...] Era chiaro a tutti che si trattava di una protesta compiuta da una persona sola, senza nessuna partecipazione esterna, ma poi sono cominciate a girare “voci” con una diversa versione. Ho capito che nessuno mi credeva più. E così ho cercato di parlare apertamente il più possibile, di difendermi e di rilasciare interviste per i tanti media che mi hanno contattato.
- La politica della Russia e di Putin è basata sulle bugie, l’ipocrisia e le aggressioni costanti ai nostri vicini. La reputazione del nostro paese è gravemente offuscata non solo in Ucraina, ma in tutta l’area ex-sovietica e l’ex blocco comunista. E quindi, non sono inclini a credere ai russi.
- Durante la prima guerra in Cecenia, le forze russe hanno raso al suolo la mia casa. Non è rimasto nulla e mia madre e io siamo dovute fuggire da Grozny. Sono stati anni di sofferenza e privazioni. Potrei dire che la mia infanzia è stata infelice. E quando la mia casa è stata distrutta, ho espresso un desiderio: quando avrò dei figli loro avranno una casa e un’infanzia felice. Ho lavorato a lungo per costruire il mio mondo felice - una grande casa, una famiglia, tutto ciò che mi era mancato. E sembrava ci fossi riuscita e che finalmente potessi vivere e godermi la vita. Ma quando è iniziata la guerra in Ucraina, non sono riuscita a rimanere in silenzio. Non potevo fare finta che nulla stesse accadendo. Non potevo vivere in questo mondo felice che avevo costruito. La guerra mi aveva già distrutto una volta, quando le forze russe hanno bombardato Grozny e distrutto la mia casa. E ora il Cremlino mi ha privato della mia casa, della mia famiglia e della mia patria.
- Posso solo dire che i miei cari non mi hanno sostenuto. Mia madre, che peraltro ha la stessa età di Putin, ha detto che dovrei essere messa in prigione il più presto possibile, visto che ho osato oppormi al potere. Mio figlio mi ha chiamata traditrice della famiglia e della patria. Ma non me la prendo con loro, col tempo il culto della personalità di Putin verrà smontato, proprio come in passato con Stalin, e tutti capiranno, anche loro. Ma ci vorrà del tempo.
- [«Se avessi la possibilità di rivolgerti a Putin, cosa gli diresti?»] Gli direi che è un criminale. Ha distrutto la vita degli ucraini e sta distruggendo il proprio popolo. Verrà processato in Russia per tradimento dello Stato e davanti al Tribunale Internazionale dell’Aia come criminale di guerra per il genocidio del popolo ucraino e per questa guerra insensata.
Intervista di Rosalba Castelletti, repubblica.it, 8 marzo 2024.
- Per anni la tv russa, su ordine del Cremlino, ha instillato l'odio nei confronti degli ucraini. Li ha disumanizzati. Non li chiamavano mai "ucraini", ma "nazisti", "criminali". Non dicevamo mai "governo di Kiev", ma "giunta" o "regime". La guerra è diventata per me il punto di non ritorno. Ho capito che non potevo più tacere. Dovevo dire la verità o firmare un patto col Diavolo e sporcarmi le mani di sangue. Ho scelto di salvare la mia anima.
- Non solo le mie radici sono ucraine: sono stata una profuga, sapevo cosa avrebbero dovuto affrontare gli ucraini. E vedevo come operava la propaganda russa.
- Negli ultimi dieci anni, il divario tra ciò che riportavano i media occidentali e ciò che raccontavamo noi non aveva fatto che aumentare, ma io vivevo in una sorta di dissonanza cognitiva tra realtà e propaganda. Seguivo le istruzioni del Cremlino, ma dentro di me maturava il dissenso. Non era facile, però, abbandonare un lavoro ben retribuito che, da divorziata, mi permetteva di crescere due figli e pagare il mutuo. L'emigrazione è roba per spiriti forti. Mi dica: quando in Italia c'era Benito Mussolini al potere, sono emigrati in tanti? Non è facile combattere contro un dittatore.
- Se non avessi rischiato la prigione, non sarei mai partita. Fino all'ultimo non volevo emigrare. Alla mia età non ero pronta a diventare una rifugiata per la seconda volta. Ma mi sono trovata davanti a un bivio: l'esilio o la galera. Fino all'ultimo non sapevo se ce l'avremmo fatta. L'avvocato non trovava nessuno che volesse aiutare a fuggire una donna con una figlia undicenne. Abbiamo dovuto cambiare sette auto e infine proseguire a piedi nel fango. I cellulari non avevano campo e dovevamo orientarci guardando le stelle e buttandoci a terra quando si avvicinavano i fari delle guardie di frontiera. Abbiamo vagato per ore prima di trovare la strada giusta fino al confine, dove ci aspettavano. Il mio grazie va a "Reporter senza frontiere" che ci ha aiutate, e alla Francia che ci ha accolte.
- A Mosca mi accusavano di essere una spia dell'MI6 e a Kiev di essere una spia dell'Fsb. Gli ucraini hanno inventato le più incredibili teorie del complotto. Ma li capisco. Quando Putin ha bombardato il loro Paese, noi russi siamo diventati di colpo il nemico. Era difficile separare i buoni dai cattivi. Ma adesso la percezione sta cambiando. Ricevo tanta solidarietà. Anzi, se i miei familiari russi non vogliono più parlare con me, i miei parenti ucraini mi sostengono. La cosa più importante è capire che questa guerra non è tra russi e ucraini, ma tra un regime totalitario e una democrazia.
- Vivo costantemente nell'ansia e nella paura. Io e mia figlia siamo costrette a ricorrere a due false identità. Da quando Mosca ha adottato una legge che prevede la confisca dei beni di chi diffonde fake news sull'esercito, molti esuli hanno smesso di parlare della guerra. Io ho già oltrepassato ogni linea rossa possibile. Non ho più niente da perdere. Perciò continuo a dire la verità.
- I russi vivono in una realtà mediatica alternativa, in una bolla ermetica dove vengono ripetute in continuazione le stesse menzogne. E, volenti o nolenti, tutti cominciano a crederci. I media indipendenti sono stati decimati. Quelli sopravvissuti sono stati bloccati. Sono accessibili soltanto con le reti Vpn, ma hanno iniziato a bloccare anche quelle. Alla maggioranza non resta che seguire i media statali che continuano a seminare odio nei confronti dell'Ucraina, a dire che la guerra è giusta, che "stiamo difendendo i nostri valori tradizionali dall'Occidente". Non sorprende per niente che i russi siano imbevuti di odio verso l'Occidente e l'Ucraina. La propaganda fa il lavaggio del cervello. Anche molti miei amici hanno iniziato a convincersi che la guerra sia giusta.
- Aspettarsi un'ebollizione all'interno del Paese, ora come ora, è un pio desiderio. La Russia assomiglierà sempre di più alla Corea del Nord. Però ricordiamoci che la rivoluzione in Russia è sempre stata spontanea e improvvisa. E che a scatenarla, più di cent'anni fa, furono le donne.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Una manifestante no-war al tg russo: «Fermate la guerra, qui vi stanno mentendo». Arrestata, corriere.it, 14 marzo 2022.
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