Mario Caiano
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Mario Caiano (1933 – 2015), regista e sceneggiatore italiano.
Citazioni di Mario Caiano
[modifica]Intervista di Matteo Mancini, Giurista81.blogspot.com, 28 novembre 2014.
- Non ho mai amato la maggior parte dei miei film, anche se ho amato molto il mio lavoro.
- Grieco poi è stato quello che mi ha insegnato tutto, un amico, un maestro e un esempio di come si sta sul set.
- Il Segno del Coyote è andato male perché era una scopiazzatura sfacciata di Zorro.
- [Su Duello nel Texas] Il nome del film si deve a Castellano e Pipolo, due amici con i quali ho collaborato senza problemi. Che il budget fosse superiore a quello di Leone non sono sicuro, mi sembra che fossero alla pari. Andammo insieme, Sergio e io, a Monaco a scegliere gli attori dei rispettivi film, lì conobbi Horst Frank, un Kinski più bravo e meno scemo. Palmara ha raccontato molte sciocchezze come, per esempio, che fosse stato lui a scegliere il ruolo nel mio film: probabilmente Sergio non si decideva, non era convinto e Mimmo voleva stringere. Ha raccontato pure di essere andato da Colombo, scontento dei giornalieri di Sergio, per convincerlo a non interrompere le riprese. Sciocchezze, Colombo non lo avrebbe nemmeno ricevuto. Ma si sa, gli attori…
- Ho avuto una precoce attrazione per l’horror fin da quando, nel '43, durante le lunghe ore del coprifuoco, lessi d'un fiato i racconti de E. A. Poe.
- Steffen era un bravo ragazzo, andava bene a cavallo ma amava la sua immagine riflessa dallo specchio sopra ogni altra cosa.
- [Su Nosferatu a Venezia] La storia dello specchietto deve essersela inventata Kinski, l'ho già letta da qualche parte e ha raccontato pure che l'ho inseguito sul set con un bastone. Non ho parole e non vale la pena cercarne.
- Leonard Mann era un bravo ragazzo con una bella faccia ma senza personalità. Henry Silva un bravo attore e un gran signore. Brescia un onesto mestierante, lontanissimo dal mio mondo.
- Non ho mai visto niente di Di Leo, perciò non mi sono ispirato a lui, so solo che è un bugiardo.
Intervista di Stefano Loparco, Stefanoloparco.com, 5 giugno 2016.
- La storia di Nosferatu a Venezia è stata raccontata in tanti modi da chi non era presente sul set. Da qualche parte ho anche letto di specchietti e spazzole che Kinski mi avrebbe tirato contro!
- Klaus si presentò sul set regolarmente e, come previsto, lavorammo a un suo primo piano. Ma allo stop non si fermò continuando a fare le sue consuete "facce". Rimasi incredulo.
- Senza neppure salutarmi, Kinski e Caminito si rinchiusero nella roulotte per rimanerci tutta la mattina. Solo a quel punto capii lo stato delle cose: Caminito aveva promesso a Klaus, oltre a una Ferrari, di fargli dirigere il film. È chiaro che il peso dell’attore era maggiore del mio. Non mi rimase che salire in auto e tornare a casa.
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