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Mary de Rachewiltz

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Mary de Rachewiltz nel 2012

Mary de Rachewiltz (1925 – vivente), poetessa e saggista statunitense.

Intervista di Antonio Gnoli, repubblica.it , 13 settembre 2015.

  • [Parlando del padre, Ezra Pound] A volte, con la lentezza dei vecchi, lo vedevo passeggiare con mia madre. Sembravano due sculture di Giacometti. Esili. Enigmatiche. Mute. Due fantasmi usciti dai Cantos che avevano invaso i miei sogni.
  • [Sul perché non porti il cognome di suo padre, Ezra Pound] Era già sposato, e non poté unirsi in matrimonio con mia madre: Olga Rudge. Mi chiamo Maria Rudge. De Rachewiltz è il cognome di mio marito Boris: un personaggio a suo modo singolare. Fu egittologo, incline al mistero. Il padre acquistò questo castello dove, a un certo punto, ci trasferimmo.
  • [In riferimento a Dorothy Shakespear, moglie del padre] Ma il vero amore fu con mia madre. Un'irlandese testarda, eccellente violinista, innamorata di quest'uomo speciale. Si scambiarono lettere per quasi tutta la vita.
  • [In riferimento alla campagna per fare uscire il padre Ezra Pound dal St. Elizabeths Hospital di Washington, il manicomio giudiziario in cui era stato internato a conclusione del processo per tradimento] Mia madre fece di tutto per mobilitare le persone che lo avevano conosciuto e amato. Da Hemingway a T. S. Eliot.
  • Mio padre non subì nessuna infatuazione dal regime fascista. Apprezzò viceversa la figura di Mussolini. Tanto che nel 1933 andò a Roma per donare una copia dei Cantos al Duce. Pur tra gli equivoci che con il tempo si produssero, credo che vedesse in lui quello che Machiavelli vide nel Principe , cioè la figura in grado di affrontare e risolvere i gravi problemi del Paese. Tra l'altro era convinto che Mussolini non volesse la guerra. Ne parlò con George Santayana. Anche lui certo che Mussolini non avrebbe mai dichiarato guerra alla Francia e all'Inghilterra.
  • [Su suo padre, Ezra Pound] Non disdegnava la commedia americana. Una sera vedemmo un film con Fred Astaire. Quando uscimmo dal cinema il babbo cominciò a ballare il tip tap. Era buffo. Divertente. Sapeva farti ridere e al tempo stesso coinvolgerti in un'impresa. Fu con questo spirito, ad esempio, che egli volle che fossi io a tradurre i Cantos. Fu abbastanza semplice. Un giorno si presentò con una rivista dove avevano tradotto una parte dei Cantos. La gettò sul tavolo e disse: vorrei vedere se sai fare di meglio. Intendeva, se potevo tradurre in modo più appropriato. È stato così che ho dedicato parte importante della mia vita a questa impresa.
  • [Sul perché il padre, Ezra Pound, abbia scelto di vivere in Italia] Perché amava il bello e il bello era l'Italia, che ritrovava nei mosaici di Ravenna, nella pittura del Quattrocento o nella poesia del Trecento. Amava Venezia. Vi giunse la prima volta da bambino nel 1890.
  • Vissi selvaggiamente i miei primi anni in una casa di contadini a Gais in Val Pusteria. A quel tempo la mamma – grazie alle sue competenze musicali – lavorava soprattutto a Siena con il Conte Chigi. Mentre il babbo viveva un po' a Rapallo e un po' a Venezia.

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