Mascha Kaléko

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Lapide commemorativa per Mascha Kaléko, Charlottenburg, Berlino

Mascha Kaléko, nata Golda Malka Aufen (1907 – 1975), poetessa tedesca.

Citazioni di Mascha Kaléko[modifica]

  • Rosso grida il papavero sui verdi campi di Polonia, | nei boschi neri di Polonia la morte è in agguato. | I covoni gialli sono marciti. | Chi li ha seminati è morto. | Le madri pallide vivono di stenti. | I bambini piangono: pane || Tacciono i piccoli uccelli in fuga dal nido. | Si lamentano gli alberi con i rami levati, | e quando si piegano verso la Vistola mormorando, | e soffiano a est il loro tetro salmo | nel gesto di preghiera di ebrei barbuti, | trema la terra vasta intrisa di sangue | e piangono le pietre. || Chi suonerà lo shofar quest'anno | a chi prega muto sotto il campo d'erba smorta, | ai centinaia di migliaia che nessuna lapide menziona | e che Dio solo conosce per nome. | Ma in verità severo giudice è stato, | per cancellarli tutti dal libro della vita. | Che arrivi a te la preghiera degli alberi, Signore. | Oggi accendiamo il nostro ultimo lume. (Kaddish, 1942[1])

Note[modifica]

  1. Citato in Silvia Alfonsi, D'amore e fuga. Le poesie di Mascha Kaléko, traduzione di Silvia Alfonsi, unive.it, p. 132.

Altri progetti[modifica]