Massimo Montanari

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Massimo Montanari

Massimo Montanari (1949 – vivente), storico italiano.

Intervista di Lara Rongoni

in Né carne né pesce: vegetariani e vegani ai fornelli, Newton Compton, Roma, 2014. ISBN 978-88-541-6955-5

  • Se [...] parliamo di una storia del vegetarianismo come scelta culturale [...] la storia è molto antica e credo si debba fare una grande distinzione tra le culture del mondo. In molte culture orientali il vegetarianismo ha un fondamento molto forte sul piano ideologico; queste filosofie e religioni fin dall'antichità praticano delle scelte che rappresentano il rifiuto della violenza, dovute soprattutto all'idea della reincarnazione e di una fratellanza universale fra tutti gli esseri viventi. Ciò comporta come scelta alimentare una scelta vegetariana, fortemente incorporata e coerente con questa premessa ideologica. Altre scelte, in Occidente, vanno in direzione diversa: per esempio quelle che nel mondo cristiano, dal Medioevo in poi, hanno caratterizzato il modello alimentare dei monaci, non di rifiutare in assoluto la carne ma di guardare il consumo di carne con un certo sospetto, perché ritenuto più vicino alle "ragioni" del corpo [...].
  • [...] io penso che oggi, se i non vegetariani, come me, per mangiare un pollo dovessero tirargli il collo, diventerebbero subito vegetariani.
  • [...] gli storici dell'alimentazione e della cucina riconoscono come l'apporto più importante che l'Italia ha dato alla cultura europea sul piano gastronomico sia proprio questa capacità di valorizzare le verdure come elemento gastronomico. Ciò avviene soprattutto durante il Rinascimento, quando la cucina italiana era all'avanguardia in Europa. In questo periodo l'Italia traina la cultura europea, e sul piano culinario che cosa porta? Appunto quella speciale attenzione alle verdure, che poi anche altri (a cominciare dai francesi) metteranno a frutto.
  • Leemann è un genio, e ha anche un grande pregio che molti ristoratori vegetariani non hanno, cioè quello di non fare preparazioni simil-carnivore. Quello che io rimprovero spesso alla cucina vegetariana è imitare la cucina carnivora.

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