Matilde Gioli
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Matilde Gioli, pseudonimo di Matilde Lojacono (1989 – vivente), attrice italiana.
Citazioni di Matilde Gioli
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Sui registi] Continuo a vedere questa figura come un direttore d'orchestra che deve avere l'ultima parola su una scena, su ogni particolare, dal colore dei capelli a quelli di un divano.[1]
- [Sul maschilismo nel mondo del cinema] Il tema è sul tavolo da tempo e devo dire con piacere che ho notato un cambio di rotta. Poi dipende dagli incontri. Virzì è un regista che cura e attribuisce grande importanza ai ruoli femminili ma su cento film italiani ne troviamo tanti con personaggi femminili un po' confinati. Mogli di protagonisti, fidanzate di protagonisti, figlie di protagonisti maschili. Credo sia molto difficile esprimere giudizi sulle responsabilità perché stiamo parlando di un argomento che ha a che fare con nodi complessi di una cultura. Spesso certi ruoli femminili non mi sembrano valorizzati, storie interessanti che finiscono per essere trascurate. Ma evidentemente esistono molte persone alle quali va bene così.[1]
- [Sulle sliding doors della sua vita] La più grande è stata trovarmi fuori dal capannone in cui facevano i provini per Il capitale umano senza averne la minima idea. Quel giorno io accompagnavo mio fratello a basket e avevo parcheggiato il motorino davanti al posto in cui facevano i provini per le comparse. Mi hanno fermato e chiesto di fare il provino, Virzì lo ha visto e mi ha preso per uno dei ruoli principali. Oggi dopo nove anni sono diventata un'attrice.[2]
- L'idea di essere tradita mi fa paura. [...] So che il mio uomo mi ama, ma so anche che capita, di tradire. E lo so perché l'ho fatto, anni fa. Stavo con un ragazzo da un po', apparentemente andava tutto bene. Poi, in un maneggio, ho incontrato un uomo che mi ha fatto scoprire un'emozione mai provata. Persi la testa per lui, per i cavalli, per tutto. E quando il mio fidanzato se ne accorse, nei suoi occhi vidi riflessa una Matilde che non mi piaceva. Dopo quella storia sono rimasta sola a lungo, avevo bisogno di trovare delle risposte dentro di me.[3]
- Non ho mai avuto il mito dell'uomo che ti difende alzando le mani. Forse una parte di donne ammira questo atteggiamento, saranno cose ancestrali, non saprei. Io no. Posso sentirmi sostenuta dal mio compagno in tanti altri modi.[4]
- [«Da attrice per caso, quando si è appassionata alla recitazione?»] Non subito. All'inizio ero molto diffidente nei confronti dell'ambiente, del lavoro. Eseguivo senza approfondire. Poi a un certo punto mi sono detta: basta, è il tuo lavoro, prenditi le tue responsabilità. E ho cominciato a studiare e provare anche fuori dal set.[4]
- Dietro le mie scelte diverse dal cinema non c'è mai uno snobismo, che mi spinge a scegliere qualcosa perché penso possa fare bene alla mia immagine. Non c'è mai strategia, ma penso sempre a quanto mi possa arricchire un progetto. Non sono il tipo di persona che però si spaventa nel fare qualcosa che a livello di immagine si allontana un po' dall'autorialità perché sono curiosa e mi piace mettermi alla prova in tutti gli ambienti, anche perché nella vita mi piace integrarmi anche in realtà diverse dalla mia.[5]
- [Dopo alcune esperienze lontano dal set] Il lavoro in cui mi identifico in questo momento di più è sempre l'attrice, ricordando che è un lavoro che mi è capitato e che non l'ho fortemente voluto. Ci siamo incontrati per caso io e questo lavoro e in questi [...] anni sono passata da momenti più difficili, in cui non capivo se era questo che volevo fare, ad oggi, in cui ho una consapevolezza molto più forte. Ora mi sento un'attrice e ho anche un atteggiamento più professionale sul set, soprattutto in relazione alla preparazione dei personaggi.[5]
- [...] il congelamento degli ovociti è una scelta di libertà e di autodeterminazione per nulla accessoria, oltre che l'occasione garantita dalla scienza di non perdere la gioia della maternità.[6]
Intervista di Simona Ballatore, ilgiorno.it, 18 ottobre 2020.
- [Su Gae Aulenti, l'archistar da lei interpretata in un docu-film di Rai 3] Era una donna intraprendente e anche la sua milanesità mi inorgoglisce tantissimo. Ho potuto "scoprirla" interagendo con la figlia Giovanna, con la nipote Nina Artioli, con le amiche. A 20-25 anni è riuscita a sdoganare il ruolo femminile: quando la prima volta si è presentata in cantiere c'era chi rideva, non era usuale vedere una donna nei panni di direttore. Ma lei non si è fatta spaventare. Mi sono lasciata affascinare dai salotti "non snob" della Milano degli anni '70 e '80, con giovani architetti, artisti, filosofi che si trovavano a discutere. Studiando questi incontri nel salotto di Gae, a Brera, ho respirato il fermento culturale in quegli anni.
- [Sulla sua interpretazione per Rai Storia dell'attrice Vera Vergani, musa di D'Annunzio e Pirandello] Sono diventata lei per un giorno ed è stato incredibile, anche nella ricerca di trucco e pettinatura. Lei aveva una bocca più piccola, abbiamo cercato di non enfatizzare la mia. L'idea non è stata quella di imitarla, ma di celebrarla: come se Matilde avesse fatto un viaggio nel tempo per andare da Vera.
- [Sul personaggio femminile che le piacerebbe interpretare] Un'étoile della Scala. Chissà!
Fabia Di Drusco, lofficielitalia.com, 3 marzo 2021.
- [«Come sei diventata attrice?»] Avevo 21 anni, ero iscritta a Filosofia, praticavo nuoto sincronizzato a livello agonistico, e la mia idea per il futuro era di studiare neuroscienze. Un giorno mi fermano perchè cercavano una cinquantina di ragazzi come comparse ne Il capitale umano. Sono rimasta con quelli del cast per pochi minuti, me ne scordo, mi chiamano alcuni mesi dopo dicendo che il regista [Paolo Virzì, ndr] vuole vedermi per un ruolo. Nel frattempo si era ammalato mio padre, che poi è mancato: i miei genitori stavano insieme da 25 anni, erano innamoratissimi, e molto uniti a noi quattro figli. Delle riprese non mi importava nulla, non pensavo a niente. Ottengo al primo provino la parte di protagonista giovane e accetto senza entusiasmo, tanto per avere un canale aperto. Era anche l'anno della mia laurea e ho fatto il film con totale incoscienza: del regista, del cast, dei protagonisti. E da lì non ho mai smesso di lavorare. Non ho avuto una formazione al mestiere d'attrice, all'inizio non pensavo neanche servisse, poi ho capito che l'istinto non basta.
- [«Come ti definiresti?»] Selvatica, buona, ipersensibile.
- [«Che rapporto hai con le donne?»] Ho un rapporto bellissimo con mia sorella, che ha 10 anni meno di me: io sono un maschiaccio spericolato, molto istintiva, lei è razionale, femmina e femminile, fortissima, misurata, fascinosa; i nostri scontri sono sempre pieni di rispetto. Ho invece sempre fatto un pò fatica nei rapporti con le altre donne, soprattutto con l'idea della madre. Nell'adolescenza stavo sempre coi maschi, e in questo modo ti autoescludi dalla compagnia femminile. Poi il nuoto agonistico, il diventare una sincronetta, mi hanno portato a stare sempre insieme alle compagne di squadra, in acqua, sotto la doccia, a mangiare la pizza. È così che ho scoperto i rapporti d'amore con le donne.
Note
[modifica]- ↑ a b Dall'intervista di Giorgio Terruzzi, «A 16 anni rischiai la paralisi, oggi lo racconto con gioia. Il cinema è un po' maschilista», Corriere della Sera, 22 novembre 2021.
- ↑ Dall'intervista di Arianna Finos, «Sono un'attrice per caso, alle elementari facevo sempre l'albero», repubblica.it, 14 dicembre 2021.
- ↑ Da un'intervista a Oggi; citato in Matilde Gioli: "Confesso che ho tradito. Oggi ho un grande amore e farei un figlio anche domani, oggi.it, 30 marzo 2022.
- ↑ a b Dall'intervista di Valentina Colosimo, Matilde Gioli: «Benedetto il giorno che ti ho incontrato», vanityfair.it, 1º aprile 2022.
- ↑ a b Dall'intervista di Niccolò Fabbri, Matilde Gioli a TvBlog: "Con Summer Job non sono spaventata di allontanarmi da certa autorialità. Sanremo? Non lo sento nell'aria", tvblog.it, 12 dicembre 2022.
- ↑ Dall'intervista di Chiara Oltolini, Matilde Gioli: «Sono pronta per avere dei figli», vanityfair.it, 10 ottobre 2023.
Filmografia
[modifica]- Il capitale umano (2013)
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