Mordecai Richler

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Mordecai Richler (1931 – 2001), scrittore e giornalista canadese.

Citazioni di Mordecai Richler[modifica]

  • […] ci vogliono settantadue muscoli per fare il broncio ma solo dodici per sorridere. Provaci, per una volta.[1]
  • Un ragazzo può essere due, tre, quattro persone potenziali, ma un uomo una sola: quella che ha ucciso le altre.[2]

La versione di Barney[modifica]

Incipit[modifica]

Tutta colpa di Terry. È lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata. Fra l'altro mettendomi a scribacchiare un libro alla mia veneranda età violo un giuramento solenne, ma non posso non farlo. Non posso lasciare senza risposta le volgari insinuazioni che nella sua imminente autobiografia Terry McIver avanza su di me, le mie tre mogli (o come dice lui la troika di Barney Panofsky), la natura della mia amicizia con Boogie e, ovviamente, lo scandalo che mi porterò fin nella tomba. Il tempo, le febbri, questo il titolo della messa cantata di Terry, è in uscita per i tipi del Gruppo (chiedo scusa, il gruppo, si scrive così), una piccola casa editrice di Toronto che gode di lauti sussidi governativi e pubblica (su carta riciclata, potete scommetterci la testa) anche un mensile, «la buona terra».

Citazioni[modifica]

  • "Ah, davvero" dico, mettendo via l'ennesimo rancorino da covare in santa pace. Secondo Miriam era quella la mia vera passione. "C'è chi colleziona francobolli, o scatole di fiammiferi" mi ha detto una volta. "Tu collezioni rancori".
  • La verità è che di tanto in tanto adoro ritirarmi nel cottage, la scena del mio presunto assassinio, e aggirarmi con un bicchiere in mano per le stanze vuote dove un tempo risuonavano le risate di Miriam e gli strilli gioiosi dei bambini. Sfoglio i vecchi album di fotografie, tirando su col naso come un vecchio rimbecillito.
  • Mentre Tiziano mischiava rosa e celestino
    la modella se ne stava appollaiata su un gradino.
    La vostra, disse Tiziano, più che una posizione
    è un chiaro invito alla fornicazione.
    E così si arrampicò fino in cima
    per darle una bella lezioncina.
  • Per tornare ai nostri giorni in terra straniera, noi provinciali d'assalto, pazzi di felicità per il solo fatto di essere a Parigi, storditi da tutta la bellezza intorno a noi, avevamo quasi paura di rientrare nelle nostre stanze ammobiliate sulla Rive Gauche. Già, perché nulla ci assicurava che non ci saremmo risvegliati a casa, con papà e mamma che ci rinfacciavano le ingenti somme dilapidate nella nostra istruzione e dichiaravano giunto anche per noi il momento di tirare la carretta. Nel mio caso, non c'era la lettera di papà che non si chiudesse con una frecciata delle sue: "Te lo ricordi Yankel Schneider, quello che balbettava? Ma tu pensa, adesso fa l'avvocato, e si è comprato una Buick".
  • [...] rimasi con lui finché non smise di tremare, scivolando in un sonno profondo. Ma lo avevo visto andare in pezzi davanti ai miei occhi, e questo, caro lettore, è un modo sicuro per farsi un nemico.
  • Ma ho anch'io i miei principi. Non ho mai venduto armi, droga o cibi dietetici.
  • Ebbro? Intendi sbronzo? Ovvio che sono sbronzo. Sono le quattro del mattino.
  • Poi ci descrisse il suo primo briefing, ripetendo parola per parola il discorso del comandante agli equipaggi: "Aprite le orecchie, signorine. Che non vi venga in mente di inventarvi un problemino meccanico che vi ha costretto a sganciare sul primo pascolo a cinquecento chilometri dall'obiettivo e a tornare dritti a casa. Col cazzo. Guardatevene bene. Tradireste la fiducia delle americane che lavorano in fabbrica al posto vostro, e soprattutto degli imboscati che fanno milioni al mercato nero e si fottono le vostre fidanzate. Non vi conviene neppure provarci, con me. Cagatevi pure addosso, ma non venite a raccontarmelo". E poi concluse: "Tanto, di qui a tre mesi due terzi di voi saranno morti. Qualche domanda idiota?".
  • "Senti, Miriam è a Toronto, e tu sei qui. Divertiti un po'".
    "Non capisci".
    "No, sei tu che non capisci. Alla mia età non rimpiangerai le marachelle che hai fatto, ma quelle che non hai fatto".
  • Non conoscendo ancora le gioie della paternità, ero prodigo di consigli. "Se avessi dei figli li manterrei fino a ventun anni, poi dovrebbero cavarsela da soli. Ci deve pur essere un limite."
    "Certo che c'è. La tomba."

Note[modifica]

  1. Da Solomon Gursky è stato qui, traduzione di Massimo Birattari, Adelphi, Milano, 2014.
  2. Da L'apprendistato di Duddy Kravitz, traduzione di Massimo Birattari, Adelphi, Milano, 2014.

Bibliografia[modifica]

  • Mordecai Richler, La versione di Barney, traduzione di Matteo Codignola, Adelphi, 2002.

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