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Tom Robbins

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Tom Robbins

Tom Eugene Robbins (1936 – vivente), scrittore statunitense.

Natura morta con Picchio

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Nell'ultimo quarto del secolo ventesimo, in un periodo in cui la civiltà occidentale declinava troppo in fretta per il bene comune ma anche troppo lentamente per suscitare particolari entusiasmi, gran parte del mondo se ne stava tutto teso sull'orlo d'una poltroncina di platea sempre più costosa, aspettando – con un variabilissimo miscuglio di paura, speranza ed ennui – che accadesse qualcosa di importante.
Qualcosa d'importante – non poteva non essere sul punto di accadere. Ma di cosa si sarebbe trattato? Eppoi, sarebbe stato apocalittico o rinnovante? Una cura per il cancro o un bang nucleare? Un mutamento nel clima o nelle maree? Sismi in California, api assassine a Londra, gli arabi in Borsa, nascite in provetta o un UFO sul prato della casa Bianca? Sarebbero spuntati i baffi alla Gioconda? Sarebbe precipitato il dollaro?
I cristiani abbonati all'idea della Seconda Venuta erano convinti che, dopo duemila anni di tesissimo intervallo, l'altra scarpa stava per cadere.
Cinque dei più noti veggenti del momento, riunitisi al Chelsea Hotel, predissero che L'Atlantide sarebbe presto risorta dalle acque.
Al che la Principessa Leigh-Cheri commentava: «Esistono due continenti perduti... uno era le Hawai, detto Mu, la madre, la cui punta si proietta tuttora sui nostri sensi – la terra delle danze schiaffeggiate, della musica pescatrice, dei fiori e della felicità. Esistono tre continenti perduti... Uno siamo noi: gli amanti».
Quale che sia la stima per il pensiero geografico della Principessa Leigh-Cheri, occorre ammettere che l'ultimo quarto di secolo era stato nero per gli amanti. Un'epoca in cui le donne avevano apertamente osteggiato i maschi, in cui i rapporti romantici avevano assunto il carattere raro del ghiaccio a primavera, relegando non pochi pargoli su frastagliate e inospitali banchise galleggianti.
Non si sapeva più come pensare alla luna.

Citazioni

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  • Tutti coloro che vivono soggetti alle leggi altrui sono vittime. (p. 62)
  • I fuorilegge sono apriscatole nel supermercato della vita. (p. 64)
  • L'amore è il fuorilegge definitivo. Il mio amore per te non ha secondi fini. Ti amo gratis. (p. 128)

Explicit

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  • Non è mai troppo tardi per farsi un'infanzia felice. (explicit)

Incipit de Il fungo magico

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Forse Grace Slick non lo sospettava[1], ma il fungo che Alice sgranocchiò nel Paese delle Meraviglie non era né il celebrato "fungo magico" d'origine messicana né un fungo di fantasia sbocciato dal ricco humus dell'immaginazione di Lewis Carroll. Era invece un buon vecchio fungo gringo ed era reale.

Note

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  1. Si fa riferimento all'inno psichedelico del gruppo californiano dei Jefferson Airlplane White Rabbit. Contenuto nell'album Surrealistic Pillow, pubblicato nel 1967, è liberamente ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Grace Slick era la straordinaria vocalist del gruppo. La canzone, per i suoi aperti riferimenti al "viaggio", fu accusata dall'allora vice-presidente Spiro Agnew di corrompere la gioventù (il che naturalmente la fece schizzare nella top ten USA). In Gran Bretagna la radio si rifiutò di mandarla in onda.

Bibliografia

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  • Tom Robbins, Il fungo magico, traduzione di Matteo Guarnaccia, Millelire Stampa Alternativa, 1993. ISBN 9788872261545
  • Tom Robbins, Natura morta con Picchio (Still Life with Woodpecker), traduzione di Francesco Franconeri, Oscar Mondadori, 1985.

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