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Nevio Scala

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Nevio Scala

Nevio Scala (1947 – vivente), dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.

Citazioni di Nevio Scala

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  • Fare il contadino è sempre stata una mia aspirazione.[1]
  • [Gaffe] Gli altri cercavano le palle lunghe, noi giocavamo con le palle a terra.[2]
  • Qualcuno dice che parlo poco con i giocatori: non credo sia così. E poi parlare poco non significa non avere le idee chiare. Con loro sono come un padre, un amico carissimo. Il nostro rapporto è basato sulla sincerità, sulla collaborazione totale [...][3]
  • Quando giocavo scrivevo una lettera al giorno a mia moglie: in inglese, dato che lei è tedesca.[1]
  • [Sul Parma Associazione Calcio 1989-1990] Scelsi Parma anche perché mi dava la possibilità di lavorare coi giovani, come io prediligo, e i programmi erano quelli di far divertire il pubblico e noi stessi innanzitutto. Con l'andar del tempo, invece, mi resi conto che oltre al divertimento potevamo ambire a ben altre cose, e non mi sono sbagliato. [...] se va a leggere i giornali di inizio stagione si renderà conto delle mie lontane convinzioni. In questa promozione ho creduto sin dai giorni del ritiro. Ho sempre parlato chiaro, con i miei ragazzi: dissi loro che se fossimo riusciti a valutare appieno tutti i nostri limiti e tutte le nostre potenzialità, saremmo riusciti a fare un grosso campionato. Poi, dopo i primi allenamenti, mi resi conto delle grandi qualità dei singoli e mi espressi con mezzi proclami di vittoria. Poteva sembrare presunzione, ma non lo è mai stata. [...] È una promozione raggiunta con saggezza, intelligenza, serietà e abnegazione.[3]

Citazioni su Nevio Scala

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  • [«Cosa ha portato di nuovo Scala nel calcio italiano?»] Fondamentalmente quel gioco sulle fasce che parte da lontano, dalla zona difensiva. Il nostro era un falso 5-3-2 [...]. In realtà spingevano moltissimo e partendo da dietro sorprendevano gli avversari. [...] Aveva idee chiare e precise sul calcio, ma non era un ideologo del calcio [...]. Scala era [...] pragmatico, diceva che la squadra doveva essere compatta fino alla tre quarti, ma lasciava liberi gli attaccanti di esprimersi come volevano. Non ha mai messo, ad esempio, la museruola ad Asprilla. (Alessandro Melli)

Note

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  1. a b Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2112. ISBN 88-8089-862-0
  2. Citato in Stella Gian Antonio, Trapattoni, lo straparlare di un genio, Corriere della Sera, 28 marzo 2001, pp. 1; 43.
  3. a b Citato in Nevio ghiacciato, Guerin Sportivo nº 23 (798), 6-12 giugno 1990, p. 107.

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