Nicola Morra (politico)
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Nicola Morra (1963 – vivente), politico italiano.
Citazioni di Nicola Morra
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Quando lo abbiamo incontrato al Quirinale, Napolitano ci ha detto che ha iniziato la sua carriera nel lontano 1953. Io tra me e me ho pensato che sono 60 anni che grava sulle spalle dei contribuenti italiani.[1]
- Mi spiace che non sia qui presente il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Mi spiace perché quantomeno, giacché lui ha alzato l'asticella, si sarebbe potuto elevare il tono del discorso, visto che oggi proprio lui ha citato Max Weber, Emmanuel Mounier e Jacques Maritain. Certo, rispetto alle citazioni dei Jalisse con cui ha esordito a febbraio del 2014, dopo due anni qualcosa ha imparato. Per sua sfortuna, però, bisogna non soltanto citare Mounier, Maritain, Weber e magari anche alcuni altri, ma magari anche leggerli, meditarli ed elaborarli.
Pertanto ricordo [...] che un'opera decisiva di Maritain è stata «Distinguere per unire. I gradi del sapere». In quest'opera di non facile lettura si invitava alla precisione perché gnoseologicamente bisogna dire la verità se si vuole fare giustizia. È compito di un Presidente del Consiglio educare se stesso, oltre che i propri Ministri, alla giustizia innanzi tutto![2] - È facile costruire discorsi artatamente convincenti. Lo facevano già i sofisti e magari qualcuno che ha letto Platone queste cose le ha imparate sui libri, standoci, e non citando le serie televisive. Lei, forse, adesso sarà andato a vedersi «House of Cards» per imparare qualche altra mossa.[2]
- Sostenendo che si stia facendo un'operazione fondamentale e decisiva come quella della presunta soppressione del Senato, esattamente come presuntivamente sono state soppresse le Province, Matteo Renzi elenca i risultati che questo Esecutivo da lui guidato avrebbe portato a casa. Bene, fra questi, lui dice: «abbiamo portato a casa la riforma del lavoro, nessuno lo credeva eppure ci siamo riusciti». Lo ringrazio perché quantomeno ha parlato in italiano per uno che è abituato allo slang e allo "shish" almeno ha recuperato un pochino di sano orgoglio linguistico. Poi Matteo Renzi dice: «Poi abbiamo anche eliminato tasse giudicate a torto o a ragione insopportabili». Scusi, probabilmente qualunque contribuente potrebbe ritenere la propria tassazione una sorta di vessazione, poi poco importa se a torto o a ragione. Anche in questo caso Matteo Renzi dimostra la sua grettezza intellettuale e dunque morale perché le tasse non si tolgono a torto o a ragione perché sono considerate insopportabili.
Noi abbiamo una Costituzione che ci dice che la fiscalità deve essere progressiva e questa è stata una conquista di chi adesso approva uno stravolgimento di quei principi, a torto o a ragione!
Come se un Governo non si dovesse far orientare dalla ragione. Da che cosa si dovrebbe fare orientare: forse da Jim Messina, quel famoso specialista di comunicazione politica che forse lo accompagnerà casa per casa quando Matteo Renzi, così ci ha detto, dovrà andare a convincere gli italiani per il referendum confermativo. Perché a questo siamo arrivati, perché chi non ha il polso della situazione, chi non ha il controllo di quanto venga sentito dalle persone, dai cittadini, dai lavoratori, dai disoccupati, da tutti coloro che stanno pensando da troppo tempo all'emigrazione come unica via di fuga da questa situazione insopportabile, bene, chi quel rapporto non ce l'ha può anche pensare di spendere un botto di soldi per far venire un professionista statunitense di comunicazione politica.[2]
Note
[modifica]- ↑ Da un'intervista rilasciata ad Adnkronos; citato in Morra (M5S) attacca Napolitano: "Contribuenti lo pagano dal '53", Repubblica.it, 23 agosto 2013.
- ↑ a b c Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Seduta n. 563 del 20 gennaio 2016 – Resoconto stenografico. Roma, 20 gennaio 2016. Video disponibile su YouTube.com
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